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Questo pazzo pazzo inverno in Italia e nel mondo

Questo pazzo pazzo inverno in Italia e nel mondo
di Alessandra Concas

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Si è chiuso con un tiepido Natale un 2015 che conquista a livello globale il primo posto nella classifica degli anni più caldi della meteorologia, da quando nel 1850 ebbero inizio le rilevazioni climatiche.

Lo ha reso noto l’Organizzazione Meteorologica Mondiale, aggiungendo che in Europa si tratta del secondo caso, di poco inferiore allo scorso anno, ma in Italia sarà forse il primo, si saprà con sicurezza quando saranno disponibili le statistiche definitive.

La causa di questo clima fuori dal cmonune è da attribuire all'effetto della combinazione tra il riscaldamento globale che prosegue la sua lenta e inesorabile avanzata e un intenso fenomeno di El Nino, l'aumento periodico della temperatura superficiale del Pacifico meridionale.

Quest’anno abbiamo avuto il superamento della soglia psicologica di un grado al di sopra della media globale, e se si pensa che la conferenza sul clima chiusasi a Parigi a inizio dicembre ha sancito in circa due gradi la crescita da non superare entro il 2100, si comprende quanto sia un obiettivo difficile da perseguire, visto che un grado si è “consumato”.

A New York si sono registrati 20 gradi, sull’Artico ottocentomila chilometri quadrati di banchisa polare in meno rispetto alla media, Alpi senza innevamento, e belle giornate nelle città del Nord Italia, attanagliate però dallo smog accumulatosi in settimane di aria stagnante, un mal comune con l’atmosfera di Pechino.

In un mondo dove il clima si modifica, la variabilità aumenta, alternando situazioni di segno opposto che mettono sotto stress i campi, il turismo, la produzione energetica, i trasporti. Alle piogge interminabili dell’estate italiana dello scorso anno, sono seguiti quest’anno i calori tropicali del luglio più caldo degli ultimi due secoli e una siccità su novembre-dicembre che anche se non ancora da record rientra nel novero di quelle più insistenti.

Sull'Europa meridionale staziona l'anticiclone subtropicale, che ha polverizzato molti primati di tepore invernale e sembra che non si allontanerà sino a San Silvestro. Nei primi giorni del prossimo anno dovrebbe perdere colpi e lasciare il passo a una colata di aria fredda in arrivo dai Balcani, ma è presto per i dettagli e soprattutto per individuare l’arrivo delle attese precipitazioni nevose.

Il fatto è che dopo alla prima pioggia la situazione ritornerà come prima, queste giornate difficili verranno presto dimenticate sino alla prossima emergenza meteorologica. Al contrario, si dovrebbero assumere questi cambiamenti come delle situazioni da tenere a mente, facendone tesoro come serio indirizzo di programmazione a lungo termine.

Il clima parla e forse vorrebbe e dovrebbe essere ascoltato.










 

 



07/01/2016