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Sconfiggere la zanzara tigre dicendo addio ai tradizionali insetticidi

Sconfiggere la zanzara tigre dicendo addio ai tradizionali insetticidi
di Stefania Elena Carnemolla

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Nome scientifico Aedes albopictus, per tutti zanzara tigre, riconoscibile grazie alle striature bianche su corpo nero. Dai morsi particolarmente dolorosi, la zanzara tigre è vettore di diversi virus causa di altrettante malattie. Tante le soluzioni allo studio per contrastarla, l’ultima, in ordine di tempo, quella di ENEA, l’agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile.

ENEA ha sviluppato un metodo biotecnologico per limitare la riproduzione delle femmine di zanzara tigre, contrastandone la capacità di trasmissione dei virus tropicali: “La zanzara tigre, specie di origine asiatica segnalata per la prima volta in Italia nel 1990” spiega Maurizio Calvitti, ricercatore ENEA della Divisione Biotecnologie e Agroindustria “è un vettore di diversi virus patogeni per l’uomo e la sua presenza nelle regioni mediterranee ci espone al rischio di trasmissione, come confermano le epidemie di Chikungunya in Emilia Romagna nel 2007, con oltre 200 casi di infezione nell’uomo, a cui solo l’anno scorso si sono aggiunti altri 300 casi tra Lazio e Calabria”.

Per mettere a punto il nuovo metodo, che potrebbe aiutare un giorno a prevenire epidemie, i ricercatori ENEA hanno introdotto in zanzare tigre italiane e tropicali ceppi specifici del batterio Wolbachia, un batterio innocuo per l’uomo e comune a molti insetti: “Il metodo” spiega il ricercatore ENEA Riccardo Moretti “non si basa su modificazioni genetiche ma sulla manipolazione della naturale flora batterica dell’apparato riproduttivo degli insetti, utilizzando ceppi batterici già comunemente diffusi nell’ambiente e assolutamente innocui per l’uomo. In pratica, attraverso la somministrazione di un antibiotico, il batterio Wolbachia viene rimosso dalle cellule del tessuto riproduttivo della zanzara tigre e viene sostituito, tramite microiniezione embrionale, da varianti diverse dello stesso batterio prelevate, nel nostro caso, dalla zanzara comune e dal moscerino della frutta”.

Interessanti i risultati: nelle femmine, spiega ENEA, si è registrato un azzeramento della trasmissione del virus Zika ed una riduzione a meno del 5% di quella dei virus di Dengue e Chikungunya, mentre i maschi, dopo l’accoppiamento, hanno reso sterili le femmine selvatiche, compromettendone, così, la capacità riproduttiva: “Grazie a questo metodo biotecnologico” spiega ancora il ricercatore ENEA Maurizio Calvitti “il fattore di sterilità è ereditato da tutti i figli di una zanzara femmina che ne è portatrice. Inoltre, rispetto alla tecnica dell’insetto sterile tradizionale, basata sull’irraggiamento con raggi γ o x, questo batterio ci ha consentito di ottenere, a costi e tempi di intervento inferiori, esemplari maschi più efficienti nell’indurre sterilità nelle femmine selvatiche”.

Il metodo, che è stato testato nell’ambito del progetto europeo Infravec 2 in collaborazione con il dipartimento di virologia dello Institut Pasteur di Parigi e con i risultati pubblicati sulla rivista scientifica PLoS Neglected Tropical Diseases, ha anche un interessante risvolto ecocompatibile, presentandosi come un’alternativa pulita ai tradizionali insetticidi: “I metodi di controllo delle zanzare basati sul rilascio di maschi sterili” spiega la ricercatrice ENEA Elena Lampazzi “sono un’alternativa agli insetticidi altamente specifica ed ecocompatibile e quindi sfruttabile in sicurezza anche nei centri urbani. L’uso intensivo di pesticidi può infatti avere un impatto negativo sull’ambiente e sugli organismi viventi oltre a dar luogo a fenomeni di sviluppo di resistenza da parte delle zanzare difficili da gestire”.

Nel frattempo la European Chemical Agency, l’agenzia europea per le sostanze chimiche, ha classificato il metodo biotencologico ENEA come biocida, assimilandolo, così, a sostanze, miscele e metodi impiegati per il controllo di organismi nocivi, mentre, in Italia, il Ministero della Salute ha dato il via libera per una sua sperimentazione in aree controllate.

 

Abbiamo parlato di:

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Infravec 2 Website Twitter

Institut Pasteur Website Twitter Facebook Instagram LinkedIn

Combining Wolbachia-induced sterility and virus protection to fight Aedes albopictus-borne viruses Articolo

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Ministero della Salute Website Twitter Facebook

30/07/2018