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Storia di Zelda, Ariel, Tosca, Ciliegia e Primavera, le tartarughe marine restituite al mare

Storia di Zelda Ariel Tosca Ciliegia e Primavera le tartarughe marine restituite al mare
di Stefania Elena Carnemolla

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Il 12 maggio Zelda, Ariel, Tosca, Ciliegia e Primavera, cinque tartarughe Caretta caretta, hanno ripreso il mare dopo essere state curate all’ Acquario di Genova.

Una festa, se si pensa che le tartarughe marine che necessitano di cure non sempre ce la fanno. Le tartarughe marine sono, infatti, in balia di tanti pericoli, fra cui, ricorda l’Acquario di Genova, gli strumenti da pesca, in particolare i palamiti, con le tartarughe rinvenute con ami nella cavità boccale o nel tratto digerente e con il “filo di nylon che fuoriesce ai margini della bocca”; quindi le reti, causa di ferite, mutilazioni, soffocamenti, corpi estranei, come, ad esempio, i “sacchetti di plastica scambiati per meduse che fanno parte della dieta naturale di questi rettili”; l’impatto con imbarcazioni a motore, causa di traumi e ferite, spesso letali, in particolare sul carapace o sul capo; infine, patologie varie e traumi, che “provocano lo spiaggiamento dell’animale”, e sversamenti o presenza di petrolio.

All’evento, oltre alle autorità locali, ha preso parte il ministro della Difesa, la senatrice Roberta Pinotti, che ha salutato, tra un “bagno di folla”, il ritorno delle cinque tartarughe in mare dal tratto di lido demaniale in uso all’ Esercito Italiano. L’evento è stato organizzato anche in collaborazione con la Fondazione Acquario di Genova, la Capitaneria di Porto di Genova e il nucleo Carabinieri Cites di Genova, che vigila sull’applicazione della Cites, la convenzione di Washington sul commercio internazionale delle specie di fauna e flora selvatiche minacciate di estinzione.

L’evento, in linea con la missione dell’Acquario genovese, aveva, infatti, l’obiettivo di “sensibilizzare ed educare il pubblico alla conservazione, alla gestione e all’uso responsabile degli ambienti acquatici attraverso la conoscenza e l’approfondimento delle specie animali e dei loro habitat”. Prima del ritorno dei cinque esemplari in mare, il pubblico ha, infatti, potuto conoscere le loro storie e saperne di più sulle attività di recupero, cura e rilascio svolte dall’Acquario di Genova a tutela delle tartarughe marine, attività che svolge dal 1994, mentre nel 2017, con l’ Acquario di Livorno ha ottenuto il riconoscimento per tali attività dal Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare. Le due strutture, gestite da Costa Edutainment, operano in collaborazione fra loro e con le autorità locali per “garantire ad ogni individuo uno stato di salute consono al ritorno in mare”.

Prima di essere rilasciate, le cinque tartarughe sono state dotate di microchip e marcate con l’applicazione alla pinna natatoria sinistra di targhette identificative donate dalla Stazione Zoologica Anton Dohrn di Napoli, “che da anni”, ricorda l’Acquario di Genova “porta avanti progetti di ricerca e recupero di questa specie”, spiegando come il sistema di marcatura consentirà, “qualora l’animale venga riavvistato”, di “acquisire dati preziosi sulla biologia e sul comportamento di questa specie” come, ad esempio, “tasso di crescita, direttrici migratorie nel Mediterraneo e transoceaniche”.

Raccontiamo, allora, le loro storie.

Zelda era stata ritrovata lo scorso anno fuori dalla diga del porto di Genova da Giorgio Gallia, un pescatore professionista. Quando il 13 ottobre arrivò all’Acquario genovese in stato letargico pesava 15,3 kg. Le fu diagnosticata una polmonite ab ingestis, dovuta, cioè, con tutta probabilità all’ingestione di strumenti da pesca come reti o lenze. Oggi Zelda, che, ricevute le cure necessarie, ha iniziato a respirare regolarmente, pesa 17 kg.

Ariel è arrivata all’Acquario di Genova lo scorso 15 ottobre, dopo essere stata ritrovata a Savona da un sommozzatore vicino alla riva. Pesava 37,5 kg ed anche Ariel, così come Zelda, era in stato letargico. Inoltre, aveva il carapace e il piastrone pieno di parassiti e, a livello cutaneo, “numerose sanguisughe marine” spiega l’Acquario genovese “del genere Ozonbrachus margoi, un parassita che si nutre quasi esclusivamente di sangue di tartaruga, con conseguente anemia evidenziata dagli esami ematici di controllo”. Dopo l’asportazione dei parassiti, i valori ematici sono tornati normali e Ariel ha ripreso a nutrisi, arrivando a pesare 38,3 kg.

Straordinaria la storia di Tosca, arrivata a Genova dalla Toscana. Il 28 agosto scorso era stata portata all’Acquario di Livorno dalla Capitaneria di Porto della città. Pesava 14 kg, l’aspetto era emaciato e l’esemplare presentava “una lenza passante dalla bocca alla cloaca”, mentre l’esame radiografico non avrebbe evidenziato alcuna presenza di altri corpi estranei metallici come ami o piombini da pesca. “Viste le condizioni molto critiche” racconta l’Acquario di Genova “con il consenso dell’ Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale della Toscana e dell’ Osservatorio Toscano per la Biodiversità di Regione Toscana l’esemplare è stato prontamente trasferito presso l’Acquario di Genova. Il caso di Tosca avrebbe comportato l’intervento chirurgico per l’asportazione della lenza, ma in considerazione del quadro clinico, si è optato per la stabilizzazione dell’animale e l’avvio di cure e misure per favorire l’espulsione del corpo estraneo senza intervento. Dopo circa 3 mesi Tosca è riuscita ad espellere la lenza, lunga 115 cm. La tartaruga mangia autonomamente, compie immersioni e apnee in maniera regolare, ha ripreso le sue funzioni organiche e può quindi tornare in mare”. 

Ciliegia, invece, è arrivata all’Acquario di Genova da Sanremo lo scorso 6 aprile, dopo essere stata rinvenuta, in stato letargico, durante una regata galleggiante. Dopo le prime cure, ha ripreso a mangiare – all’arrivo pesava 18 kg – solo dopo due giorni, mentre grazie ai benefici di una terapia sintomatica è potuta tornare in mare. 

Primavera s’era accidentalmente impigliata, il 20 marzo scorso, nelle reti di un peschereccio a Santa Margherita Ligure. All’arrivo all’Acquario di Genova pesava 40 kg e non presentava lesioni esterne. Un esame appronfondito avrebbe, tuttavia, fatto emergere un’infezione con una diagnosi di “possibile polmonite”. Sottoposta a cura antibiotica, i parametri sarebbero rientrati nella norma, con Primavera pronta a tornare in mare, quel mare che aveva dovuto salutare un giorno di marzo.

 

Abbiamo parlato di:

Acquario di Genova Website Twitter Facebook Instagram Flickr

Ministero della Difesa Website Twitter Facebook Instagram

Esercito Italiano Website Twitter Facebook Google+ Instagram

Fondazione Acquario di Genova Website

Capitaneria di Porto di Genova Website

Cites Website Twitter Facebook Instagram Flickr

Cites Scheda

Acquario di Livorno Website Facebook

Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare Website Twitter Facebook

Costa Edutainment Website LinkedIn

Stazione Zoologica Anton Dohrn Website Twitter Facebook

Capitaneria di Porto di Livorno Website

Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale – Toscana Website Twitter Facebook Flickr

Osservatorio Toscano per la Biodiversità Scheda

Regione Toscana Website Twitter Facebook Instagram Flickr

14/05/2018