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Turismo sostenibile: impariamo da Santo Stefano sul Gran Sasso

di La nuova ecologia

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Si innamora di un borgo morente ai piedi del Gran Sasso, incontrato durante una gita in moto, decide di restituirlo alla vita e farne un business centrato sulla più rigida conservazione, trascinando con sé in questa impresa il sindaco del paese e il Parco nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga.

Il paese è Santo Stefano di Sessanio, un borgo fortificato medioevale a 1.250 metri di quota, in provincia dell'Aquila. L'imprenditore è Daniele Kihlgren. Sextantio – la sua società, che ha preso il nome latino del borgo – ha deciso di investire per fare di Santo Stefano un albergo diffuso, acquisendo edifici per un totale di circa 3.500 metri quadrati più altre case per complessivi 1.000 metri quadrati nei paesi vicini, case di cui erano rimaste le mura e poco più, rimesse in piedi con materiali d'epoca e con le tecniche tradizionali (malta di calce, inerti di pietra calcarea locale). Stesso rigore conservativo negli arredi: dagli asciugamani in cotone tessuto alla maniera tradizionale alla mobilia di antiquariato.

L'ortodossia di Daniele Kihlgren è stata sposata anche dall'amministrazione di Santo Stefano, che nel 2002 ha sottoscritto la Carta dei valori: un decalogo ambientale e paesaggistico, un impegno alla tolleranza zero contro ogni abuso. E i frutti sono arrivati. Nel giro di pochi anni il valore delle case è triplicato, le presenze turistiche aumentate del 30% e non si trova più un appartamento libero: quelli che rimanevano li hanno comprati inglesi, tedeschi, belgi, francesi, oltre a fiorentini, veneti e bolognesi. Un successo che ha fatto scuola, tanto che il Parco nazionale ha scelto Santo Stefano come esperienza modello di turismo sostenibile da allargare anche ai comuni del distretto Terre della Baronia. E che il modello di borgo diffuso è sbarcato anche ai Sassi di Matera, passando per diversi borghi abbandonati o semiabbandonati della montagna del Sud Italia.

Ma non solo. Oggi Santo Stefano di Sessanio è il primo Comune italiano ad aver avviato, di concerto con la Regione, un'intesa per sancire l'inedificabilità delle aree intorno al borgo storico e la salvaguardia dell'originario paesaggio agrario. Diceva Tonino Guerra che 'la bellezza è il petrolio dell'Italia'.

Santo Stefano è un esempio virtuoso di come un borgo in via di spopolamento possa trasformarsi in un centro per il turismo made in Italy di qualità, un esempio vincente di sviluppo sostenibile e turismo di qualità basato sull'innovazione nella tradizione, sulla responsabilità ambientale e sociale, sul forte legame col territorio, sulla salvaguardia e la valorizzazione delle nostre bellezze.



30/07/2013