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Zucchero bianco: quali sono le alternative salutari e sostenibili?

Zucchero bianco quali sono le alternative salutari e sostenibili
di Federica Facchini

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Lo zucchero è un ingrediente molto diffuso nella nostra alimentazione: viene utilizzato nel caffè e nelle tisane, per preparare dessert ed è presente in molti alimenti e bevande dolci come la frutta matura o nel latte.

Gli zuccheri rappresentano per il nostro organismo delle importanti fonti di energia che vanno a compensare le sensazioni di stanchezza e fame che possono verificarsi durante la giornata.

La raccomandazione, contenuta anche all’interno delle ' Linee guida per una sana alimentazione' redatte dall’istituto nazionale di Ricerca per gli Alimenti e la Nutrizione, è quella di non superare determinate quantità di zucchero, nello specifico il 10-15% dell’apporto calorico giornaliero (corrispondenti, per una dieta media di 2.100 calorie, a 56-84 grammi). Un’alimentazione poco equilibrata e ricca di prodotti industriali può far salire velocemente il consumo giornaliero, basti pensare che una lattina di una bibita gassata può arrivare a contenere anche 35gr di zucchero, portandoci ben oltre la dose consigliata.

Diffusissimo in commercio è lo zucchero raffinato bianco, che per paradosso, o forse per interessi economici, è invece quello che andrebbe eliminato o drasticamente ridotto nell’alimentazione quotidiana, colpevole infatti, secondo alcuni studi, di esporre il nostro organismo al rischio di sovrappeso, obesità, diabete e malattie cardiovascolari. Lo zucchero bianco raffinato vanta nel suo curriculum anche un pessimo impatto sull’ambiente: la sua produzione infatti causa erosione e impoverimento del suolo, un notevole consumo di acqua, di fertilizzanti e pesticidi, oltre che produrre scarti che vanno ad inquinare l’ecosistema.

Ci sono molte alternative allo zucchero bianco raffinato: per alcune il dibattito è aperto e si concentra sulle effettive o presunte proprietà benefiche per l’organismo e per l’ambientale.

Aspartame

Si tratta di un edulcorante artificiale composto da due amminoacidi: l'acido aspartico e la fenilalanina, con un potere dolcificante molto alto, tanto che ne servono quantità molto inferiori rispetto allo zucchero. Così come per lo zucchero anche per l’aspartame esistono delle dosi giornaliere consigliate pari a 40 mg/kg di peso corporeo. L’aspartame è stato più volte al centro di polemiche relativamente ai suoi effetti negativi sulla salute dell’uomo in particolare per la fenilanina, a causa della quale l’uso di questo tipo di dolcificante è sconsigliato in gravidanza e nell’alimentazione dei bambini, e il metanolo contenuti.

Fruttosio 

Il fruttosio è stato considerato negli anni passati il sostituto per eccellenza allo zucchero bianco e per certi versi è ancora così, a patto però che venga introdotto nell’organismo tramite gli alimenti che lo contengono naturalmente come la frutta e il miele. Si consiglia invece di limitare o eliminare il suo uso come dolcificante, a livello metabolico infatti può causare produzione di acido urico, sostanza tossica per l’organismo e colpevole di diversi disturbi tra cui la gotta. 

Lo zucchero di canna integrale

A differenza di quanto si possa essere portati a pensare non c’è differenza dal punto di vista della struttura chimica rispetto allo zucchero bianco o a quello di canna non integrale, quello che cambia è il livello di raffinazione. Dal colore bruno e dall’aspetto umido infatti questo tipo di zucchero mantiene inalterate le proprietà originarie che si perdono durante la lavorazione. A fare la differenza può essere la scelta di consumare un prodotto del Mercato Equo e Solidale in cui viene garantito il rispetto dei lavoratori implicati nel processo di produzione.

La stevia rebaudiana

Il suo utilizzo è stato ammesso in Europa solo dal 2011 a causa di una presunta tossicità di alcune sostanze in esso contenute, poi rettificata. Si tratta di un dolcificante naturale con calorie bassissime dal retrogusto di liquirizia, il cui apporto di zuccheri praticamente nullo lo rende ideale nelle diete.

Lo sciroppo di agave

Dal basso indice glicemico, viene utilizzato come un dolcificante naturale dal sapore neutro. Lo sciroppo d’agave è al centro di una discussione per il processo industriale che caratterizza la sua produzione. Le alte temperature a cui è sottoposto infatti annullano le vitamine e i sali minerali contenuti e trasformano gli zuccheri concentrandoli. Anche il suo elevato contenuto di fruttosio è sotto esame dal momento che, diversamente da ciò che accade per quello naturalmente presente nella frutta, quando concentrato, come nello sciroppo d’agave, può essere dannoso per l’organismo e causare diabete e malattie cardiovascolari.

Lo sciroppo d’acero

Si tratta di un dolcificante naturale poco calorico originario del Nord America dove anticamente le popolazioni locali lavoravano la linfa della pianta dell’acero per ottenere i cristalli dolci; ancora oggi il Canada rimane il maggiore produttore di questo tipo di prodotto. Lo sciroppo d’acero contiene naturalmente saccarosio oltre che vitamine, antiossidanti e sali minerali come il potassio, il magnesio e il ferro ed è ideale per gli sportivi - diluito in acqua - che necessitano di reidratare l’organismo dopo un’intensa attività.

Lo zucchero di foresta

Ancora poco conosciuto in Italia lo zucchero di foresta è un dolcificante estratto dalla linfa dell’Arenga Pinnata, pianta tipica del sud est asiatico, utilizzata in progetti di riforestazione e valida alternativa alla coltivazione di olio di palma in questa area del mondo. La produzione di questo tipo di zucchero si caratterizza per l’elevata sostenibilità ambientale: non vengono infatti impoveriti i terreni né sprecata acqua e l’estrazione avviene tramite un processo manuale che non prevede l’abbattimento dell’albero. Con un basso indice glicemico, lo zucchero di foresta è prodotto ricco di sali minerali e vitamine come potassio, ferro e vitamina B12.

Il miele

E’ il dolcificante naturale per eccellenza, un vero e proprio “superfood” dalle molteplici proprietà benefiche per il nostro organismo; scegliendo un miele biologico e a km zero si avrà la garanzia anche della sostenibilità ambientale del processo produttivo.

C’è infine un’ultima alternativa ed è quella di provare a non dolcificare ad esempio caffè, tè e tisane che che, oltre a tenere sotto controllo il consumo di zucchero, consente di imparare ad apprezzare o riscoprire sapori e aromi al naturale senza nessun tipo di alterazione.  

 

10/10/2016