logo tiscali tv

Novembre 2013, mese più caldo sulla Terra da oltre centotrent’anni

di Alessandra Concas

Leggi più veloce

Secondo le rilevazioni della National Oceanic and Atmospheric Administration, lo scorso mese di novembre è stato il mese più caldo sulla Terra.

In riferimento a questa particolarità climatica, gi esperti sostengono che non si registravano sul nostro Pianeta temperature così elevate in un mese autunnale dal 1880. Le cronache del settore, riferiscono che nel mese da poco passato, le temperature di terra sono state di oltre 0,70 gradi Celsius, sopra la media globale del ventesimo secolo di oltre 10 gradi. Le statistiche hanno evidenziato come quasi in ogni regione del mondo la temperatura sia stata 'più calda del solito', arrivando in alcune zone della Russia addirittura a otto gradi sopra la media del periodo.

Uniche eccezioni al fenomeno, sono state riscontrate nella parte centrale e orientale del Nord America, l'Oceano Meridionale vicino all'Antartide, l'Australia settentrionale e la zona sud-ovest della Groenlandia, dove si sono registrate temperature più fresche.

Secondo gli esperti ricercatori, non sembra che il caldo porterà tregua neanche con l'arrivo del 2014. Come riportato su Quartz, numerosi modelli climatici sottolineano la possibilità che l’anno prossimo possa arrivare il Nino, il riscaldamento delle temperature superficiali dell'Oceano Pacifico tropicale, che lo potrebbe rendere il più caldo anno mai registrato.

Il Nino è un fenomeno climatico forse sempre esistito e le popolazioni interessate, come quella peruviana, non lo vivevano come qualcosa di negativo, lo definivano ”l’ano de abundacia” cioè l’anno dell’abbondanza perché la copiosità delle piogge permetteva di avere la ricrescita di erba da pascolo nelle zone normalmente desertiche e di conseguenza gli animali crescevano e si riproducevano più velocemente inoltre, anche la pesca era più abbondante.

Questa 'anomalia climatica' è stata osservata a livello scientifico ad iniziare dagli anni quaranta con la nascita dei primi modelli matematici che avevano l'obiettivo di descrivere la circolazione e il clima globale. Nonostante sino agli anni  sessanta gli studi proseguissero indipendentemente su due fronti, uno che riguardava lo sviluppo di modelli per descrivere i moti atmosferici e l'altro per quelli oceanici, si arrivò ad una stessa conclusione, vale a dire la particolarità della climatologia dell'Oceano Pacifico.

All’inizio si pensò che si trattasse di un fenomeno localizzato che riguardava esclusivamente una parte del Pacifico, determinato dall’afflusso di acque calde superficiali provenienti dalle correnti della Somalia che stagionalmente mutavano. Successivamente si osservò che il fenomeno interessava l’intero bacino e si vide che era ricollegato ad un mutamento delle condizioni degli Alisei.



20/12/2013