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L’Inquinamento delle acque in Italia

di Alessandra Concas

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L'acqua si può inquinare non esclusivamente attraverso i fiumi ma anche con i prodotti inquinanti del suolo. Un'importante causa dell'inquinamento delle acque, in particolare delle acque dolci, sono per esempio gli scarichi di materiale organico.

I liquami che si trovano nelle fogne, dovrebbero passare attraverso impianti di depurazione prima di essere scaricati nei fiumi, purtroppo in Italia meno della metà degli scarichi vengono depurati.
Questi liquami possono contenere microrganismi che provocano alcune malattie, come colera e salmonellosi. Una persona rischia di ammalarsi se ingerisce questi organismi, cosa che può capitare facendo il bagno nel fiume o mangiando molluschi contaminati.

Negli allevamenti, gli escrementi vengono lavati via con l'acqua, i liquami così ottenuti vengono in parte utilizzati come fertilizzanti, in parte riversati nei fiumi. Alcuni tipi di industrie, per esempio quelle alimentari, scaricano materiali organici direttamente nei fiumi. Anche i fertilizzanti, sia chimici sia naturali, possono inquinare i fiumi.

Le numerose sostanze che si utilizzano in agricoltura non restano sul suolo o sulle piante. Quando la pioggia cade sul terreno, una parte di essa finisce sui canali di scolo e da qui ai fiumi e al mare.
Quando l'acqua piovana o quella d'irrigazione filtra nel terreno, tralascia lentamente un'altra parte di queste sostanze in profondità, sino alle falde acquifere dalle quali si prende l'acqua per bere, che potrebbe diventare non potabile a causa dei nitrati e dei fosfati rilasciati dai fertilizzanti chimici utilizzati sul terreno. I fertilizzanti in particolare provocano uno sviluppo eccessivo di alghe nei laghi e nei mari, attraverso un fenomeno che prende il nome di eutrofizzazione.

Soprattutto verso la fine degli anni ottanta questo fenomeno colpì i mari adiacenti le coste dell'Adriatico, dove vaste zone vennero invase da alghe e fu in pericolo l'afflusso turistico estivo.
La causa è la crescita smisurata delle popolazioni di organismi viventi negli strati più superficiali dei mari o dei laghi per un apporto in forte eccesso di nutrienti organici ed inorganici. Questi possono essere immessi direttamente nel bacino a causa di scarichi civili o industriali di zone circostanti, o indirettamente per l'afflusso di corsi d'acqua che portano un inquinamento avvenuto anche molto lontano.
L'immissione di fosfati nelle acque dei mari e dei laghi fa aumentare le alghe. Quando queste muoiono, i batteri decompositori consumano l'ossigeno disciolto nell'acqua provocando la morte per asfissia degli altri organismi. La presenza eccessiva di questi organismi condiziona notevolmente l'equilibrio degli ecosistemi acquatici presenti, determinando l’aumento del consumo di ossigeno disciolto nell'acqua e diminuendone la disponibilità per altre forme viventi come i pesci, che muoiono andando ad incrementare ancora di più il materiale organico che altri organismi possono metabolizzare, la situazione adesso è migliorata.

Le industrie si liberano dei rifiuti tossici derivanti dalle diverse lavorazioni attraverso discariche speciali, però alcuni tipi di rifiuti tossici finiscono nei fiumi, con i liquami di fogna.

La maggior parte dei mari questa a livello mondiale è inquinata da petrolio. Il Mediterraneo costituisce la centesima parte delle superfici salate della Terra, ma concentra in sé il cinquanta per cento dell'inquinamento petrolifero marino mondiale. Ciò è dovuto al fatto che si tratta di una mare chiuso e le sue acque si rinnovano molto lentamente circa ogni cento anni. Il petrolio può diventare un pericolo per l'ambiente durante le fasi del ciclo produttivo di estrazione, trasporto, lavorazione.







04/07/2013