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I giardini di calendula di Weleda, paradiso di biodiversità

I giardini di calendula di Weleda paradiso di biodiversità
di La nuova ecologia

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Il pullman sfila tra le vie periferiche della cittadina di Schwäbisch Gmünd, a pochi chilometri da Stoccarda. Dietro i finestrini i palazzi si diradano poco a poco, per fare largo a un morbido altipiano. Qui, pianta dopo pianta, Weleda ha dato vita al più grande giardino biodinamico d’Europa, in cui uomo e natura vivono in perfetta sintonia. Un’oasi di silenzio, tra sconfinate distese di colori e profumi.

Una volta entrati, si passeggia lungo il sentiero che porta ai 23 ettari di giardini dove oltre 260 specie vegetali vengono coltivate in modo biodinamico. La filosofia steineriana, di cui tutta la struttura è imbevuta, considera la natura un unico organismo vivente, in cui il benessere delle singole parti non può prescindere dall’organismo nel suo insieme. In questo modo le piante possono sviluppare un’enorme forza vitale e trasformarsi in ingredienti di elevata efficacia.

Al bando fertilizzanti chimici e pesticidi, il perché lo si intuisce parlando con la guida: «Amiamo questo lavoro, per questo trattiamo ogni pianta con cura e amore… come se fosse un bambino» ci racconta sorridendo. Per questo vengono fertilizzate con un compost naturale a base di camomilla, achillea, tarassaco e letame e lavorate manualmente, in momenti precisi della giornata. «Al mattino, la terra respira e si manifesta in tutta la sua forza, mentre alla sera quelle stesse energie sono in fase di ritiro», spiega a La Nuova Ecologia Michael Straub, manager del Weleda garden. Ecco perché i giardinieri lavorano nelle primissime ore del giorno, quando la linfa raggiunge il suo picco. Un approccio olistico verso l’uomo e piante, con un occhio di riguardo anche per gli insetti. Essenziali per la sopravvivenza dell’ecosistema, anche api selvatiche e bombi ricoprono un posto di rilievo nella produzione. Per questo è stato costruito un Inseketenhotel, un rifugio in legno, utile negli inverni rigidi e durante il periodo di riproduzione.

Guardandosi intorno si percepisce quanto questi giardini di piante officinali siano la colonna portante della cultura Weleda e lo sono sin dal 1921, anno della sua fondazione. Il momento migliore per visitarli è il mese di giugno, quando la calendula, nell’apice della sua fioritura, dipinge il panorama con una miriade di petali arancioni. È proprio tra maggio e novembre, quando i suoi fiori appassiscono, subito sostituiti da nuovi boccioli, che spicca la sua sgargiante vitalità. Da sempre amica della pelle, la sua crescita su cumuli pietrosi di terra è metafora di quanto sollievo sia in grado di donare ai tessuti cutanei compromessi. I suoi fiori vengono scelti con cura e raccolti manualmente. Tutto questo succede all’alba, non appena il sole ha asciugato la rugiada, affinché tutto il calore conservato venga trasferito direttamente nei preparati che verranno poi realizzati nello stabilimento di lavorazione, accanto ai campi.

E per chi ha voglia di sperimentare, la pratica non manca. Nel centro esperienziale dei giardini si possono vivere giornate di bellezza a 360°: dal beauty day con le amiche, con consulenze personalizzate, passando per gli incontri di meditazione fino ai laboratori per imparare tecniche di rilassamento e automassaggio. Il tutto naturalmente usando creme e oli “della casa”…

 

Valentina D'Amora

28/07/2016