Victoria's Secret finge di credere alla battaglia curvy ma finisce nella bufera

Ali Tate Cutler, ex sportiva e modella americana taglia 46, per i critici non è abbastanza in carne per essere una plus size

di Redazione

Nei giorni scorsi si è diffusa la notizia che Victoria's Secret avrebbe assoldato per la prima volta una modella curvy come testimonial. Una vera rivoluzione per un marchio di intimo spesso accusato di imporre stereotipi femminili negativi con le sue modelle magrissime e schiave del fitness. Ma dopo il primo plauso per la scelta “etica”, si è invece levato un coro di critiche: la modella prescelta Ali Tate Cutler, ex sportiva e modella americana taglia 46, per i critici non può essere definita curvy. Insomma non è abbastanza in carne per essere una plus size.

Moda inclusiva? Non esattamente

Non solo: pare che a volerla non sia stato il brand americano, da anni accusato di poca inclusività, ma il marchio inglese che ha firma una capsule collection: Bluebella. Quindi, quella che è stata accolta come una svolta si è rivelata come un autogol per il marchio già finito più volte sotto accusa per la mancanza di diversità delle sue testimonial.

Le 4 modelle esempio di diversità

Ecco i fatti: lo scorso 4 ottobre il marchio di lingerie americana ha presentato a Londra la linea nata in collaborazione con Bluebella, brand inglese di intimo di lusso. Per la campagna pubblicitaria Bluebella ha scelto quattro modelle che posano interpretando il concetto di #loveyourself, ovvero l'amore che ogni donna potrebbe avere per se stessa. Tra le quattro modelle scelte ci sono la transgender May Simòn, la keniota Olivia Sang e l'irlandese-indonesiana Laura Rakhman-Kidd ma a fare notizia è l'americana Ali Tate-Cutler.

Campagna furba

Ex giocatrice professionista di calcio diventata modella plus size per l'agenzia Milk Management che, in occasione del lancio della campagna, ha condiviso la notizia su Instagram scrivendo: 'Credo di essere la prima taglia 46 per Victoria's Secret. A prescindere, sono davvero entusiasta di lavorare con un brand che idolatravo da adolescente. Un grande passo nella giusta direzione per il corpo'. La notizia è stata condivisa dalla stampa di mezzo mondo ma la dichiarazione frettolosa alla fine si è trasformata in un attacco proprio per Victoria's Secret accusata di fingere di credere alla battaglia curvy con una campagna furba e per niente sincera.