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Donatella Versace: "Ero dipendente dalla cocaina. Mi ha salvata Elton John"

Un viso duro, scolpito dalla chirurgia plastica e dal trucco pesante: è questa la maschera che Donatella Versace ha deciso di vestire per coprire le sue fragilità. Debolezze che l’hanno fatta cadere nella dipendenza dalla cocaina dalla quale l’ha salvata l’amico Elton John. La stilista si è spogliata della sua corazza e si è confessata in una lunga intervista al sito di moda Ssence: senza reticenze, descrivendo così il suo periodo più buio: "I rari momenti in cui rimanevo sola con la mia dipendenza, mi rendevo conto di essere molto, molto malata. Alcune sere non mi controllavo più e mi umiliavo davanti ai miei figli. L'odio che provavo verso me stessa aumentava di giorno in giorno".

La perdita del fratello

Tutto è cominciato con la morte violenta del fratello Gianni, avvenuta a Miami il 15 luglio 1997, quando lei gli è subentrata diventando in nuovo volto della casa di moda. Una responsabilità che è arrivata assieme all’immenso dolore per la perdita e che in principio l’ha schiacciata. Per 18 anni ne è rimasta schiava. "Ero il nuovo volto di Versace", racconta, "Chi avrebbe voluto indossare gli abiti ideati da una designer debole, instabile, che perde la testa a causa della droga e si auto-commisera? Nessuno! Così ho creato una Donatella distante, aggressiva, spaventosa".

La dipendenza dalla droga

La costruzione di quella maschera ha coinciso con il suo cambio di immagine. Trucco pesante, capelli biondissimi e chirurgia estetica: "Avevo l'impressione che tutto il mondo mi guardasse con i coltelli negli occhi, ho creato una maschera per proteggermi, non volevo che nessuno capisse le mie emozioni". E poi la droga, per farsi forza, per resistere e non cedere.

La riabilitazione

Dalla cocaina oggi non ne è più schiava e il percorso di riabilitazione è iniziato grazie al suo amico Elton John. È stato lui, un giorno, a farle trovare un jet privato diretto verso un centro di disintossicazione in Arizona.  Lì Donatella dove è rimasta per 5 settimane: "La dipendenza ha lo stesso effetto su tutti. Peggio delle crisi di astinenza è lo choc che si vive quando si torna nella realtà. La droga mi ha impedito di vedere quante cose brutte ci fossero attorno al business della moda".

L’incubo ricorrente

La Versace ha pure raccontato di un incubo ricorrente che l'assillava soprattutto nei primi periodi dopo la morte del fratello: "Nel sogno compare sempre Gianni che mi grida 'Donatella, che cosa sono questi vestiti orribili? Dovrebbero essere firmati Versace? Come hai potuto dimenticare tutto ciò che ti ho insegnato?'. Poi prende gli abiti e li butta via. Grazie a Dio ormai faccio raramente quest'incubo".

Foto Ansa e Instagram

08/11/2022