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Marlene Schiappa, paladina delle donne di Francia, e il sesso sotto i 15 anni

Militante femminista, blogger autrice di saggi sulla possibilità di conciliare famiglia e lavoro, e perfino di alcuni romanzi erotici firmati sotto pseudonimo (anche se il suo entourage li aveva smentiti). Marlène Schiappa, 35 anni, ministra per le pari opportunità del Governo francese, è diventata in breve tempo la paladina dei diritti delle donne di Francia, sospinta anche dall’onda internazionale del movimento #MeToo che ha sposato senza tentennamenti.

Ora però la ministra di origine corsa (per parte di padre) e italiana (per parte di madre) si trova al centro di una furiosa polemica scatenata dalla presentazione all’Assemblea Nazionale di un progetto di legge contro le violenze sessuali. A riferirne la stampa francese e il Corriere della Sera. L’articolo al centro del dibattito è il numero 2 che stabilisce anche i Francia, come nel resto d’Europa “un’età del consenso” nelle relazioni tra una persona maggiorenne e una persona minorenne. “L’età del consenso” fissata dalla ministra Schiappa è di 15 anni (in Italia è 14 anni).

Quindi, una relazione è lecita se il minore ha almeno 15 anni. Se non ha ancora compiuto 15 anni , il maggiorenne viene accusato di “violazione”. Si parla invece di “violenza sessuale” se il minore si trova in stato di vulnerabilità. In partica l’accusa di stupro non scatta automaticamente come invece avrebbero voluto diversi deputati e varie associazioni. Tra questi, in particolare, si è scagliato contro Marlène Schiappa Fabien Di Filippo, un parlamentare dei Républicains (partito di destra) che nel suo intervento ha parlato della vita personale della ministra. E tra l’altro la ha accusata di “voler porre la sua concezione libertaria dei rapporti sessuali, compresi quelli tra persone di maggiore e minore età, davanti alla protezione dei nostri bambini”.

A quel punto la reazione della ministra è stata durissima. Ha preteso di riprendere la parola, ha denunciato di essere stata insultata e ha parlato di “misoginia crassa” e di “profonda ignoranza sul tema della libertà delle donne” dimostrata da Di Filippo. Poi ha ottenuto che la seduta fosse sospesa. Alla ripresa dei lavori l’articolo 2 è stato votato ed è passato.

08/11/2022