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L'omicidio di Meredith Kercher e la morte di suo padre: un giallo nel giallo. Le verità shock di Amanda Knox e Sollecito

Lomicidio di Meredith Kercher e la morte di suo padre un giallo nel giallo Le verità shock di Amanda Knox e Sollecito
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L'unica certezza in questa storia, questa brutta storia, è che una ragazza è morta e che dopo un lungo iter giudiziario, lungo e travagliato, tutti i coprotagonisti della vicenda chiedono, a loro modo, giustizia e che tutti hanno pubblicato un libro per raccontare la loro verità. 
L'unica certezza provata è che Meredith Kercher, nata il 28 dicembre 1985 a Southwark, Londra, è stata uccisa la sera del primo novembre 2007 in una casa in via della Pergola, a Perugia. Uccisa a 21 anni, con la gola tagliata, trovata senza vita nel suo letto, la stanza chiusa a chiave, il corpo coperto da un piumone. Lei era la ragazza con il sorriso smagliante che studiava all'Università di Leeds ma che amava l'Italia e che aveva aderito a un progetto dell'Erasmus per vivere nel nostro Paese, conoscerlo meglio. E invece Meredith, Mez come la chiamavano in famiglia, ha concluso la sua breve vita dopo la notte di Halloween a causa di una copiosa emorragia carotidea e successivo soffocamento causato dal sangue. Così riporta l'esame autoptico effettuato dal patologo Luca Lalli. Una brutta storia cadenzata da colpi di scena, arresti, scarcerazioni, rinvii a giudizio, rilievi, perizie fino all'ultima sentenza, quella della Cassazione, del 16 giugno del 2014. Sette anni in totale e cinque gradi di giudizio.

Foto Ansa


 

Rudy Guede

Per l'omicidio è stato condannato a 16 anni di detenzione in via definitiva con rito abbreviato il cittadino ivoriano Rudy Guede. In primo grado, come concorrenti del delitto, vengono condannati dalla Corte d'assise di Perugia nel 2009 anche la studentessa Amanda Knox e il suo ex fidanzato, Raffaele Sollecito.

I presunti coautori del delitto sono successivamente assolti e scarcerati dalla Corte d'assise d'appello nel 2011 per non avere commesso il fatto (relativamente all'omicidio), mentre per Knox viene confermata la condanna a tre anni per calunnia nei confronti di Patrick Lumumba (da lei accusato dell'omicidio e risultato estraneo ai fatti). A favore di Amanda e Raffaele c’è assenza di tracce biologiche a loro riferibili nella casa di via della Pergola mentre ne sono state trovate di Rudy Guede.  Per la Suprema Corte però manca in questa storia, questa brutta storia “un insieme probatorio evidente oltre il ragionevole dubbio”, tanto che ancora non si conosce con certezza neppure l'arma del delitto. 

Un caso dal clamore mediatico gigantesco, una storia, una brutta storia finita davanti alla Corte europea dei diritti dell'uomo con i genitori di Mez piegati dal dolore, con il padre della vittima, il giornalista free lance John Kercher che ha chiesto giustizia e verità finché ha potuto. Nel gennaio 2020 l'uomo è stato trovato senza vita a pochi passi da casa, a Croydon., in Inghilterra. Presentava fratture multiple sul corpo e alla testa. Si è ipotizzato che fosse rimasto vittima di uno scippo o che fosse stato investito da un'auto pirata. La polizia di Scotland Yard ha archiviato il tutto come caso di morte sospetta. Un giallo nel giallo

Dunque, Rudy Guede è stato l'unico condannato per l’omicidio di Meredith Kercher in concorso, ma coloro che si riteneva fossero in concorso con lui, - Amanda e Raffaele - sono stati invece assolti definitivamente. Il giovane ivoriano è rimasto dietro le sbarre per 13 anni. Nel suo libro Il Beneficio del dubbio scrive: “Non ho ucciso Meredith Kercher. Io c’ero in quella casa, chi lo nega? C’erano le mie tracce sul luogo del delitto, certo. Mica stavo fermo in un angolo. Ero con Meredith, ci siamo scambiati effusioni, abbiamo avuto un approccio sessuale, sono andato al bagno, ho provato a fermare il sangue che le usciva dal collo… ma poi sono fuggito, sono scappato come un vigliacco lasciando Mez forse ancora viva. Di questo non finirò mai di pentirmi. Ma avevo 20 anni e la paura non mi faceva ragionare". In un'intervista al Corriere della Sera Guede ha aggiunto "Nessuno dei giudici mi ritiene autore materiale del delitto. Allora io chiedo: con chi ho concorso? … non si capisce di cosa sia colpevole e con chi". Oggi vive a Viterbo, è fidanzato. La mattina lavora alla biblioteca del centro studi criminologici. La sera fa il cameriere in un ristorante. 

Amanda Knox

Anche Amanda Knox non riesce a dimenticare e chiede giustizia. Vive a Seattle, sta per diventare madre per la seconda volta, è sposata, si occupa di giornalismo e dei casi di malagiustizia nel suo Paese ma non cancella quello che è accaduto.  Più volte ha ripetuto: “Soffro ancora lo stigma di un’accusa falsa: resterò per sempre la ragazza che è stata accusata di omicidio. Niente potrà restituirmi i quattro anni trascorsi senza motivo in carcere, e niente potrà cancellare il trauma che è stato inflitto alla mia famiglia, ai miei amici e a me”. Anche Amanda ha affidato a un libro le sue memorie, si intitola: "WAITING TO BE HEARD" dove parla di vessazioni, presunte molestie sessuali da parte delle altre detenute e delle guardie carcerarie. "Un inferno". Affermazioni già rilasciate in precedenza e per le quali è stata anche denunciata dalla polizia italiana per diffamazione. Un racconto choc per il quale, pare, abbia firmato con la Harper and Collins un contratto che si aggirerebbe attorno ai 4 milioni di dollari. 

Raffaele Sollecito

Raffaele Sollecito non è da meno. Anche per lui è stato un calvario. Racconta: “Quattro anni trascorsi in carcere da innocente, di cui sei mesi in isolamento, una carriera universitaria troncata a poche settimane dalla laurea”. A Repubblica ha spiegato “le enormi difficoltà ad entrare nel mondo del lavoro, risultando agli occhi della gente un pregiudicato, se non addirittura colpevole, per un orrendo fatto di sangue”. E inoltre 600 mila euro di spese ancora da saldare fra legali e consulenti. Oggi, dopo aver scritto un libro sulla sua vicenda - Un passo fuori dalla notte - si occupa, come allora di informatica. La tecnologia, i manga e i videogiochi restano la sua passione.

Tante verità, tante vite logorate da quel maledetto 1° novembre 2007, una sola certezza in questa brutta storia: Meredith è morta e ancora non sappiamo esattamente perché.

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