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"Le prime donne che", il programma imperdibile per fare pace con la Storia e con le donne

Il sottotitolo, azzeccatissimo, è “cura omeopatica agli stereotipi di genere”: 25 storie di donne straordinarie per lo più sconosciute o dimenticate

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C’è Matilde Serao, la prima donna a dirigere un giornale o Anna Magnani, la prima attrice italiana a vincere un Oscar come miglior attrice protagonista, oltre che la prima al mondo di lingua non ingles; c’è Eleonora Duse, pioniera del realismo femminile in teatro (la prima attrice teatrale dell'epoca moderna) o Cora Slocomb, la prima donna presidente di una cooperativa femminile; e poi Raffaella Carrà, la prima donna a mostrare l'ombelico in TV, e Maria Montessori, la prima al mondo a inventare un nuovo metodo educativo con la "casa dei bambini" nel 1907. E che dire di Oriana Fallaci, la prima corrispondente di guerra e la prima a parlare di parità di genere in Aula? O di Grazia Deledda prima e unica italiana a vincere il Nobel per la letteratura nel 1926. E poi ancora Emma Strada, la prima donna in Italia a laurearsi in ingegneria nel 1908, le sorelle Fontana, le prime a cambiare la moda italiana, Moira Orfei, la prima donna a fondare un circo in Italia, Cristina Trivulzio figura chiave del Risorgimento italiano, prima donna ad avere una statua a Milano, e Carmen Campori Bulgarelli, la prima direttrice d’orchestra italiana. E tante altre ancora.

 “La prima donna che” è un piccolo gioiello andato in onda questa primavera su Rai3 che vale la pena recuperare su Raiplay perché con quello che sembra quasi un gioco in realtà fa un’opera di informazione e di contro-informazione notevole, rimettendo a posto tanti tasselli della storia che sono passati inosservati perché narrati quando non si faceva troppa attenzione al mondo femminile. Il sottotitolo, azzeccatissimo, è “cura omeopatica agli stereotipi di genere” perché queste donne straordinarie e al contempo per lo più sconosciute o dimenticate vengono raccontate in brevi video-pillole di tre minuti grazie al patrimonio di immagini degli archivi Rai, con Rai Teche. Il progetto nato in collaborazione con la Commissione Pari Opportunità della Rai, prodotto dalla Direzione Intrattenimento Day Time, comprende venticinque storie di donne, raccontate in prima persona da ragazze di oggi che si calano nei panni della protagonista per rivivere con più forza la sua esperienza.

Non solo. In questo dialogo a distanza tra generazioni che si parlano e si riscoprono entrano in ballo anche gli uomini. Già perché le voci narranti sono anche quelle dei ragazzi che racconteranno quelle storie di emancipazione femminile nelle quali la collaborazione con un uomo è stata particolarmente importante come nel caso di Eva Mameli Calvino prima donna ad ottenere una cattedra universitaria in botanica e a dirigere un orto botanico raccontata attraverso gli occhi del figlio Italo; o quello di Nives Meroi, prima italiana in vetta agli 8.000, sempre in cordata con il suo compagno e quelle delle 10 maestre che per prime nel 1906 furono iscritte nelle liste elettorali grazie alla sentenza del giudice Mortara. Piccole grandi storie raccolte da Alessandra di Michele Bragadin che hanno aperto tante strade nuove.

19/05/2023