Littizzetto sulle famiglie arcobaleno: "Non puoi fermare l'amore, al massimo puoi fargli lo sgambetto". E Fazio si commuove

Luciana Littizzetto a "Che tempo che fa" immagina il dialogo tra due bambini, uno figlio di una coppia tradizionale e una figlia di due mamme: "La società corre come Marcel Jacobs, la politica è me dopo che mi sono distrutta il ginocchio"

di Ca.So.

Luciana Littizzetto, seduta come sempre sulla scrivania di Fabio Fazio a Che tempo che fa, questa volta affronta il tema dei figli delle coppie omogenitoriali. 

L'ANTEFATTO

In tantissimi comuni italiani le anagrafi, già da tempo, trascrivevano i certificati di nascita dei bambini nati all'estero che includevano entrambe le madri o entrambi i padri. Dalla scorsa settimana un circolare inviata dalle prefetture proibisce questa pratica per questioni di "ordine pubbilco". Tantissime madri e tantissimi padri si sono visti notificare la fine del loro rapporto di genitore con i propri figli e figlie.

IL MONOLOGO

"Mi sono messa nei panni di due bambini - dice la Littizzetto - un bambino con una mamma e un papà e una bambina con due mamme"

"Io sono Luca e ho dieci anni".

"Io sono Marta e ho sette anni".

"Io ho una mamma e un papà".

"Io ho una mamma e una mamma".

"La mia vita mi piace e la mia famiglia mi ama".

"Anche la mia famiglia mi ama, non è come le altre, ma nell'amore è uguale".

"Mamma e papà mi vogliono bene, anche se a volte mi sgridano".

"Anche le mie mamme mi vogliono bene, anche se a volte mi sgridano"

"Cose che ci piace fare insieme: preparare dolci, andare in bicicletta e sugli autoscontri al luna park".

"Cose che ci piace fare insieme: vedere i cartoni animati, disegnare, cantare in macchina le canzoni di Fedez, anche se l'altra mamma sbuffa e dice che preferisce Mengoni".

"Io sono cittadino italiano come i miei genitori".

"Anche io sono cittadina italiana come i miei genitori. Ah no! Per lo Stato non sono più tutte e due i miei genitori. Solo una lo è da qualche giorno, una non vale più. Deve essere stata squalificata, credo".

"I miei genitori però pagano le tasse!"

"Anche i miei genitori pagano le tasse e dicono che le tasse ci danno tanti diritti. Ma a me non sembra."

"Mio padre viene a prendermi a scuola".

"Una delle mie madri viene a prendermi a scuola. L'altra non può se non ha la delega, perché per la scuola non è mia madre".

"I miei genitori possono accompagnarmi dal dottore quando devo fare una visita, possono decidere cosa devo fare se sono in ospedale o prenotarmi i viaggi quando vado da nonna in aereo".

"Per i miei genitori è tutto più complicato, perché lo Stato italiano dice che la nostra famiglia non è una famiglia".

"La mia mamma e mio papà a volte devono chiedere aiuto ai nonni".

"La mia mamma e la mia mamma a volte devono chiedere aiuto a un avvocato".

"L'altro giorno mio papà e la mia mamma mi hanno portato davanti al Parlamento e mi hanno detto qui si decide il futuro".

"Anche le mie due mamme mi hanno portato davanti al Parlamento, ma mi hanno detto qui si ritorna al passato".

"Il mio papà e la mia mamma mi hanno detto che l'Unione Europea è una cosa straordinaria. Viviamo in Italia, ma è come essere in Francia o in Germania".

"Anche le mie due mamme mi hanno detto che l'Unione Europea è una cosa straordinaria. Viviamo in Italia ma è come essere in Polonia o in Ungheria".

"Il nonno ieri mi ha spiegato che l'Italia è una Repubblica che si basa sui valori della Resistenza".

"Mio nonno ieri invece mi ha spiegato che l'Italia è una Repubblica che si basa sui valori della resistenza ai cambiamenti".

"La mia è una famiglia tradizionale".

"La mia è una famiglia arcobaleno".

"Ah, ma c'è qualche differenza tra la mia e la tua?"

"Purtroppo ancora sì, ma non in casa, eh. Solo all'anagrafe".

"Questi bambini - conclude Luciana Littizzetto -  vivono già nelle nostre città e mentre la società corre, la politica al massimo cammina la società e Marcell Jacobs la politica è me dopo che mi sono distrutta il ginocchio. L'abbiamo detto centinaia di volte ma forse non l'hanno ancora capito e quindi facciamo 101 come la carica? Non puoi fermare l'amore, al massimo puoi fargli lo sgambetto, ma poi lui si rialza in piedi e va avanti. Perché l'amore non rappresenta mai una minaccia, Mai. Quindi, amici governanti, pensate ai bambini, sono loro che dovete proteggere, non discriminateli per il modo in cui sono stati concepiti o per l'identità dei genitori. E soprattutto pensate ad aiutare le famiglie, non a rendergli la vita ancora più difficile". Applausi nello studio di "Che tempo che fa", mentre Fabio Fazio non riesce a nascondere la commozione.