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La denuncia di Selvaggia Lucarelli: “Basta con gli insulti social a Diletta Leotta”

La pagina Instagram della conduttrice di Sky trabocca di commenti di una volgarità irripetibile. La giornalista del Fatto si chiede come mai neppure lei si ribelli al “peggior cameratismo maschile”

Protagonista dello sport su Sky, la giovane presentatrice catanese Diletta Leotta

di Redazione

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Sulla deriva morale ed esistenziale dei commenti che compaiono sui social network, si è scritto e si scriverà di tutto. Ma Selvaggia Lucarelli, che ha ingaggiato una vera guerra contro i “leoni da tastiera” vincendo parecchie battaglie, questa volta ha acceso un faro su un fenomeno che andrebbe studiato da schiere di psichiatri, sociologi e sessuologi. Sì, ci sarebbe da scomodare le migliori menti per dare conto di quell’assurdo coacervo di basse volgarità espresse con la massima naturalezza, in una gara a chi la dice più sporca.

Solidarietà tra follower

La pensa così la stessa Lucarelli che, nel suo articolo sul Fatto Quotidiano, parla proprio di quel “agghiacciante fenomeno sociologico che è la pagina Instagram di Diletta Leotta”. Ma condivide il punto di vista pure l’amministratore della pagina “Gli odiatori”: “Tra qualche anno questa bacheca verrà studiata”, ha scritto tra i commenti alla pagina della giornalista di Sky Sport. Un fenomeno che attrae follower a prescindere dalla simpatia per la protagonista dello spazio web visto che molti dichiarano apertamente di frequentarlo solo per divertirsi a leggere i commenti più osceni: “Oggi chi ha vinto l’oscar per il miglior commento?”, “Torno tra poco per leggere i commenti, dateci dentro”, scrivono in tanti.

La denuncia di Selvaggia Lucarelli Basta con gli insulti social a Diletta Leotta

Il maschilismo all’ennesima potenza

Se siete curiosi dovete andare a leggerveli direttamente alla fonte perché, anche facendo una classifica del meno volgare, si tratta di insulti che non possono trovare cittadinanza in queste pagine. In una sola fotografia analizzata dalla Lucarelli “i commenti erano circa 1500 ”. Ecco l’effetto che hanno fatto a lei: “Quello che leggevo provocava una sorta di strano effetto ipnotico, come se di commento in commento, mi assalisse sì, un graduale malessere, ma fosse un malessere necessario. Istruttivo. Illuminante”.

Il peggior spregio per una donna

“La pagina instagram di Diletta Leotta è la cloaca massima del peggior cameratismo maschile. E non è solo espressione, ma anche incubatrice del peggior spregio che si possa riservare a una donna. Adulti, padri di famiglia, operai, laureati, nonni e bambini di 10 anni si incontrano lì per giocare tutti insieme, col collante potente del cameratismo, a chi dice la cosa più volgare, più becera, più sessualmente esplicita. E… il gioco è diventato un vero e proprio contest, una specie di palestra del maschilismo nostrano, in cui i maschi più beceri allenano i muscoli dell’ignoranza. Della totale assenza di rispetto nei confronti delle donne”.

La tolleranza mal riposta

Un altro degli elementi assurdi del fenomeno è che “nessuno se ne lamenti. Lei compresa”. Fra i pochi commenti di donne, che per lo più fanno sinceri complimenti alla giornalista di Sky per la sua avvenenza (ce ne sono anche di maschili ma li si nota appena nel marasma di insulti) c’era questo: “Commenti maschili vergognosi...vergognoso però pure chi non si difende e non denuncia. Sveglia!!!”. Qualcuno si ribella, quindi, visto che non lo fa la diretta interessata.

Diletta non parla

Ma perché lei non reagisce? Così si risponde la giornalista del Fatto: “Non so se è perché questo zoo lo ritiene una delle controndicazioni del successo (e farebbe male), non so se è perché ritiene che il fenomeno non sia arginabile (e avrebbe solo parzialmente ragione), non so se in fondo pensi che “follower non olet” o se semplicemente abbia deciso di fregarsene, certo è che la sua indifferenza e quella di tutte le donne sulla questione, che abbiano una penna in mano o che non ce l’abbiano, mi sorprende”.

E le femministe?

Insomma, è grave pure che nessun altro, o meglio: nessun altra, reagisca a questo “vivaio, che forma una cultura, una mentalità, anche solo un atteggiamento”. Selvaggia Lucarelli chiama così a raccolta le altre donne, perché “gli insulti alla Leotta” non possono restare “qualcosa di comunemente accettato, di assimilato”. Milleunadonna accetta l’appello e rilancia, perché si tratta di “qualcosa di pericoloso, perché lo vediamo, è lì, ma ci pare una diretta e inevitabile conseguenza dell’essere donne (specie se belle e appariscenti)”. Insomma “finché femminismo non sarà anche occuparsi e preoccuparsi del ruolo e della tutela della dignità della donna in un reality o su una bacheca instagram, non vinceremo mai”.

Al pubblico ludibrio

Selvaggia non ci sta e infatti pubblica, sul Fatto Quotidiano e sul suo profilo Facebook, le immagini tratte dalla bacheca della Leotta con una truce compilation di alcuni, forse non i peggiori, commenti degli eroi dell’offesa sessista con i nomi (che siano nickname o reali anagrafiche) in bella vista. Un po’ di pubblicità non prevista per i commentatori dall’ormone sfrenato. Chissà che non vengano riconosciuti da qualche amico, collega, fidanzata, madre o sorella. Chissà che vergona, forse.

07/06/2018