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"Perché io, da napoletana, non mi indigno": la tiktoker Rita De Crescenzo in tv e la polemica

di Rosaria Russo

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Martedì 28 ottobre, Francesca Fagnani ha ospitato a "Belve" Rita De Crescenzo, tiktoker napoletana ormai nota al grande pubblico. Donna eccentrica e appariscente che attrae follower e critiche con la stessa potenza. Come tutti gli ospiti che si sono seduti su quello sgabello, anche lei ha risposto senza riserve alle domande sulla sua vita privata e pubblica.

La sua vita a colori, fatta di spettacoli, compleanni, feste in piazza, porta allegria,  come ammette lei stessa: “Faccio divertire la gente, scatto foto, realizzo video. Ho tante canzoni allegre e faccio ballare tutti”. Ma la sua vita apparentemente leggera, nasconde un passato difficile: “Trent’ anni di droga e psicofarmaci. Ho avuto un figlio a 13 anni”. Ora però  la sua esistenza è completamente diversa. “Sono contenta perché così la gente ha visto che nella vita si può cambiare”.

Perché molti napoletani non la volevano in Tv

Dopo la sua apparizione — ma anche prima — i social si sono immediatamente schierati: contro la Rai, contro la Fagnani, contro l’ospite stessa. Molti non hanno gradito la sua presenza, in particolare tanti napoletani che dichiarano di non sentirsi rappresentati da lei e di condannare i suoi comportamenti.

Io, da napoletana, non sono indignata

Da napoletana, però, io non sono affatto indignata. Non conosco personalmente Rita De Crescenzo, e proprio per questo non mi sento di giudicarla. Se una donna viene invitata in televisione per raccontare la sua storia, non ci trovo nulla di male. Tutti abbiamo un passato e un presente, e ogni vita — nel bene o nel male — può avere qualcosa da insegnare.

A Napoli il bene e il male assoluti non esistono

La vita turbolenta di questa donna apre le porte a un mondo di colori e sfumature, un mondo che Napoli conosce molto bene. La mia città dovrebbe essere il simbolo di una grande verità: il bene e il male assoluti non esistono. Esistono piuttosto mille sfumature, onde che si infrangono e riflettono colori diversi. Onestà e rispetto, a Napoli come altrove, hanno sempre lottato per emergere. A volte vincono, a volte lasciano spazio ad altro. Ma chi punta il dito dovrebbe avere il coraggio di mostrare la propria faccia: scrivere commenti al veleno da dietro uno schermo non rende nessuno migliore, anzi.

L'importanza di guardare più a fondo

Da napoletana, proprio per la lungimiranza che ci contraddistingue, preferisco guardare oltre. Ascolto, incasso, e cerco ciò che di buono c’è. Perché spesso, dietro una battuta, una macchietta o una risata, si nasconde un dolore profondo che cerca solo di essere ascoltato.

Anche la storia di Rita De Crescenzo ha mille sfaccettature. Il suo lato ironico e sopra le righe è solo una parte del suo essere, quella che forse ha preso il sopravvento sul resto. Ma ogni persona ha diritto di raccontarsi, e ogni racconto — se ascoltato con rispetto — può farci capire un po’ di più anche di noi stessi.