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Sindrome dell’occhio secco: rimedi e cause

Sindrome dellocchio secco rimedi e cause

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L’occhio secco è un disturbo oculare sempre più diffuso nella popolazione. Si possono ridurre i disagi seguendo alcune buone abitudini, a partire dalla dieta in grado di idratare l’organismo, senza dimenticare la corretta umidità dell’aria negli ambienti dove viviamo e la limitazione dell’uso di device elettronici.

Che cos’è la secchezza oculare

Il disturbo da occhio secco si ha quando la sottile pellicola che circonda l’occhio, detta film lacrimale, non è sufficiente per quantità e qualità a mantenerne protetta la superficie anteriore. Senza questo liquido l’occhio non potrebbe muoversi, girarsi a destra e a sinistra, verso l’alto e verso il basso, quindi sarebbe impossibile avere una visione piena.
La sindrome dell’occhio secco può essere legata a una ridotta produzione lacrimale oppure a un’eccessiva evaporazione lacrimale.
L’eccessiva evaporazione lacrimale è provocata dall’ostruzione o dal malfunzionamento delle ghiandole di Meibomio che si trovano nelle palpebre. Queste ghiandole sono responsabili della produzione dello strato lipidico delle lacrime e quando non funzionano correttamente, non producono sufficiente mebus, cioè la componente oleosa del nostro film lacrimale. Così le lacrime evaporano troppo in fretta (sino a 16 volte in più). La ridotta produzione lacrimale, invece, si verifica quando le ghiandole lacrimali non creano una quantità sufficiente di soluzione acquosa in grado di mantenere l’umidità oculare”, si legge sul sito web istituzionale del Cios, il Centro italiano occhio secco, promotore della campagna nazionale di prevenzione e diagnosi dell’occhio secco.

Sintomi e diagnosi

In caso di secchezza oculare i sintomi che si possono avvertire sono vari: prurito o bruciore; sensazione di sabbia o di qualcosa di abrasivo nell’occhio; episodi di lacrimazione eccessiva seguiti da periodi di secchezza estrema; dolore e rossore dell’occhio; episodi di visione confusa; palpebre pesanti; senso di fastidio con le lenti a contatto; ridotta tolleranza alla lettura, al lavoro al computer o a qualunque altra attività che richieda un’attenzione visiva prolungata; stanchezza oculare.
Che fare? Bisogna andare da un medico oculista, il quale con visita e test specifici valuterà la presenza o meno di secchezza oculare. In caso di diagnosi positiva, la terapia consiste nella prescrizione di lacrime artificiali, individuazioni di abitudini quotidiane dannose e consigli per uno stile di vita sano.

Cause e rimedi

“Cambiando le proprie abitudini si possono fare notevoli passi avanti. A cominciare dalla dieta: bere molta acqua e mangiare più frutta e verdura aumenta l’idratazione generale dell’organismo, aumentando di conseguenza la produzione lacrimale”, spiegano dal Cios.
L’alimentazione conta: questa è una certezza. Bisogna prediligere alimenti ricchi di vitamina B3, B6, B12, Omega 3 e Omega 6, sostanze contenute nel pesce azzurro, nel tonno, nel salmone, nello sgombro, nei frutti di mare, nelle noci e nocciole, nella selvaggina, nei semi di lino, nei legumi e nella frutta e verdura. In aggiunta a ciò, va bevuta molta acqua fuori dai pasti principali.
Una continua esposizione agli schermi di pc e smartphone, come spesso capita quotidianamente, causa un’accentuata evaporazione del film lacrimale dovuta a una minor frequenza del fisiologico ammiccamento delle nostre palpebre (un battito al minuto, mentre di norma sono 20) e porta quindi a una secchezza oculare che può diventare cronica. Aiuta distogliere periodicamente lo sguardo dal pc e guardare in lontananza, la regola del 20-20-20 non andrebbe trascurata, e cioè ogni 20 minuti porre lo sguardo per 20 secondi su qualcosa almeno a 20 piedi da noi, circa 7 metri, inoltre, questi dispositivi andrebbero tenuti a una distanza di almeno 30 centimetri dal viso. Secondo alcune ricerche la luce degli schermi elettronici indurrebbe il cervello a rimanere sveglio e l’insonnia, tra l’altro, è una nemica del benessere visivo, perché gli occhi durante la notte hanno bisogno di un sonno ristoratore, se manca si può innescare la sindrome dell’occhio secco e aggravarla
A seguire, controllare l’umidità dell’aria negli ambienti dove viviamo, dormiamo e lavoriamo è fondamentale; se l’aria è troppo secca sia per l’uso del condizionatore sia per il riscaldamento ha un effetto negativo sulla superficie dell’occhio. Ma non finisce qui. L’inquinamento atmosferico, cioè l’alterazione delle condizioni naturali dell’aria, irrita gli occhi e disturba la lacrimazione. Basti pensare che le particelle inquinanti, depositandosi sulla superficie oculare, innescano processi infiammatori che danneggiano le ghiandole lacrimali e la superficie oculare. Ci si può aiutare proteggendosi con gli occhiali, un consiglio valido anche in caso di eccessiva esposizione alla luce solare, al vento e alla polvere. Da evitare l’uso prolungato di lenti a contatto che alterano il film lacrimale, meglio sostituirle con degli occhiali da vista. I farmaci antidepressivi, antistaminici, decongestionanti nasali, ansiolitici, contraccettivi orali e diuretici andrebbero presi solo se strettamente necessari perché peggiorano la condizione lacrimale.
Infine, il fumo di sigarette, l’uso di creme topiche o trucchi poco delicati per la zona perioculare contribuiscono ad aumentare la secchezza oculare. Oltre a queste accortezze, è efficace fare degli impacchi tepidi nell’area perioculare con acqua e malva, erba che ha un potere calmante, rinfrescante e lenitivo.

02/10/2019