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Il maestro di religione pedofilo. L'abuso sessuale nei bambini: quali sono i segnali e come affrontarli

Enuresi notturna, disturbi del sonno, pianti ripetuti e reazioni emotive sproporzionate, atteggiamenti seduttivi: sono questi i segnali che i bambini violati mandano agli adulti. Cosa si può e si deve fare

Il maestro di religione pedofilo Labuso sessuale nei bambini quali sono i segnali e come affrontarli

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In un asilo di Milano le microcamere appena installate dalla polizia allertata da preoccupanti segnalazioni del corpo docente riprendono un maestro 35enne abusare sessualmente di quattro bambini di 4 e 5 anni. L’uomo, un insegnante di religione già allontanato da un’altra scuola per motivi al momento sconosciuti, potrebbe aver violentato altre vittime data la facilità con cui il suo peculiare ruolo educativo e religioso lo rendeva pressoché insospettabile.

Come sempre succede dopo la scoperta di reati pedofili la reazione collettiva è di shock e ovunque dalle piazze reali a quelle virtuale si diffonde la stessa indignazione e la stessa incredulità

A dispetto di quanto abbiamo bisogno di credere, l’abuso sessuale infantile è una realtà tanto mostruosa quanto  frequente, non una rara disgrazia che colpisce l’infanzia in un contesto di degrado sociale e culturale dove è più facile che l’orco cattivo colpisca indisturbato. L’abuso sessuale sui minori è un fatto socialmente trasversale, si verifica senza distinzioni di ceto e spesso si consuma proprio dove apponiamo l’insegna rassicurante della “famiglia normale”.Infatti nella maggior parte dei casi gli autori di un crimine così ignobile fanno parte della cerchia di parenti e amici stretti dei genitori del bambino o si annidano nel contesti educativi e sportivi com’è accaduto nell’asilo milanese. I responsabili di questi abusi approfittano della fiducia di cui godono per circuire il/la minore e catturarlo nella trama sordida e invischiante dell’abuso infantile. 

Può trattarsi di un singolo episodio o di situazioni ripetute che a volte si ripetono per anni in una escalation di manipolazioni mirate a ottenere il massimo della collaborazione del bambino per  garantirsi l’impunità. Altre volte il trauma psicologico avviene anche se il rapporto sessuale non si consuma realmente ma il bambino è vittima di attenzioni morbose che, nel tempo, riconoscerà comunque come abusi.

Una ferita eterna

L’infanzia violata costituisce una ferita nell’identità e nella psiche, uno strappo nel senso di sé, nell’autostima e nell’affettività il cui dolore può propagarsi nell’intero arco di vita. Il bambino abusato vive la pubertà e l’adolescenza come se gli avessero apposto un marchio, un marchio di diversità che consciamente o inconsciamente condiziona ad ampio spettro le sue relazioni non solo nella sfera sessuale per il restante arco di vita.

Ricerche e dati clinici stabiliscono correlazioni tra abuso infantile e instabilità o dipendenza affettiva in età adulta, condotte distruttive auto o etero-dirette, depressione e disturbi alimentari, comportamenti devianti come abuso di alcol e droghe, prostituzione o promiscuità sessuale o, al contrario, una forte inibizione della sessualità destinata a condizionare i futuri rapporti amorosi.

Abusi tenuti segreti

L’effetto a catena derivante dal trauma sessuale infantile è amplificato dal fatto che la maggioranza dei bambini abusati non rivela agli adulti l’accaduto e coltiva dentro di sé il segreto insieme a un carico schiacciante di sentimenti di vergogna, di colpa, di abbandono e di inadeguatezza che possono complicare lo sviluppo di una personalità equilibrata. Ciò spiega perché di frequente nella psicoterapia con adulti emerga per la prima volta, sotto la protezione del segreto professionale, l’indicibile ricordo di uno zio, di un amico di famiglia o di un insegnante e dei “giochi” nei quali coinvolgeva il/la paziente allora bambino/a adesso funestata dall’ansia, dalla bulimia o anoressia, dall’incapacità di raggiungere l’orgasmo o da quella, ancora più straniante, di vivere con serenità, fiducia, autonomia e reciprocità una relazione intima.

Bimbi che piangono troppo

I bambini sono sprovvisti delle capacità verbali necessarie a parlare dell’abuso subìto e in molti casi maturano una sorta di devozione per l’abusatore e lo proteggono col silenzio nell’illusione di mantenere una relazione elettiva e segreta o con l’intento di evitarne la rabbia qualora lo “tradissero”. Nella  psicologia del bambino scattano meccanismi di difesa atti a proteggersi dalla realtà della sopraffazione: identificazione con l’adulto abusante, negazione, isolamento emotivo. Così i soli indicatori deboli e ambigui della vicenda subìta  si confondono in una miriade di micro-segnali quasi indecifrabili che segnano un cambiamento repentino nel comportamento della vittima ma sono sottovalutati o travisati dai genitori e tarvolta interpretati come capricci da inibire o punire severamente.

I segnali comportamentali

Enuresi notturna, disturbi del sonno, pianti ripetuti e reazioni emotive sproporzionate di fronte alla minima frustrazione, atteggiamenti seduttivi e sessualizzati verso compagni di gioco o adulti significativi. Questi i segnali comportamentali più frequenti di un disagio correlato all’abuso sessuale infantile, sintomi in gran parte aspecifici e purtroppo attribuibili a costellazioni di altre cause come la difficoltà di adattarsi alle regole e alle situazione nuove. Circostanze normali nella vita dei bambini che i genitori cercano di affrontare con ogni risorsa disponibile mai sfiorati dal sospetto che quei figli che piangono troppo patiscano le conseguenze di un abuso sessuale inconfessabile.

Superare l’abuso

Una statistica italiana di qualche anno fa ha rivelato l’incidenza angosciante del 55% di abusi subìti nell’infanzia riportati in forma anonima dagli adulti intervistati. Una moltitudine di crimini impuniti perché seppelliti dalla coscienza infantile sotto i pesanti tappeti della morale corrente e delle fitte trame familiari. Per fortuna non c’è un nesso causale tra abuso infantile e disturbi psicologici in età adulta. Molte persone senza un aiuto professionale riescono a curare la propria ferita e a raggiungere comunque un equilibrio contrastando transitori fenomeni ansiosi o depressivi, spesso legati al rifiuto del proprio corpo e alla persistente distorsione dell’immagine corporea, che nella gran parte dei casi, anche i più “risolti”, rimane la firma indelebile dell’abuso vissuto. 

Tuttavia i segni del trauma infantile possono provocare un effetto a catena sullo sviluppo della personalità, in particolare nell’area affettiva e relazionale, e rendere necessario il ricorso alla psicoterapia che è il trattamento elettivo dei disturbi post-traumatici e può favorire l’elaborazione dell’abuso e promuovere un processo approfondito di recupero emozionale. Nel lavoro terapeutico con le vittime d’abuso sessuale infantile ormai adulte si attraversa un dedalo intricato di rabbia, colpevolezza, dolore e impotenza e il paziente scopre con stupore e sconforto quanto gli schemi precoci dell’interazione col proprio abusatore influiscano sul proprio presente di adulto e si siano riprodotti angosciosamente nell’intero arco di vita. Tuttavia pervenire a questa consapevolezza è il primo passo per attuare cambiamenti fondamentali e riprendersi la propria vita per sempre.

04/04/2023