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Amore non fa rima con possessione

di Caterina Steri

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Nel concetto di amore è implicito un certo grado di appartenenza reciproca, ma quando questa è eccessiva può diventare possessione.

L’innamoramento può avvicinarsi al concetto di possessione. All’inizio infatti si sente il bisogno di passare più tempo possibile insieme e si vorrebbe condividere tutto con l’altro. Questa però è una fase della relazione di coppia. Ad essa segue quella dell’amore che comprende il riconoscimento dell’amato per ciò che è, non cercando di cambiarlo ma lasciandolo libero di essere se stesso. L’amore comprende anche il ritaglio e il rispetto reciproco di spazi individuali, di tolleranza della distanza e della separazione.

In molte coppie la parola libertà viene trascurata, anzi, l’amore viene inteso come totale fusione e appartenenza l’uno all’altra, come se l’altro fosse in nostro possesso. Questo concetto ci viene rimandato in continuazione anche dalle storie televisive, racconti e libri che lo descrivono come possesso, sacrificio e totale simbiosi da rincorrere a tutti i costi.

Sentire l’altro come una proprietà significa pretendere che colmi i propri vuoti affettivi, caricarlo di responsabilità non sue. Quando è eccessivo, il possesso invade totalmente la vita dell’altro non permettendogli di capire quali siano i confini con l’ambiente che lo circonda. Inevitabilmente porta all’annullamento delle parti e ad una probabile rottura della relazione.

Il possesso poi viene sovente confuso con una particolare manifestazione di affettività e riguardo nei confronti del legame: “Ti controllo perché ti amo e mi preoccupo per te”.

Significative sono quelle coppie in cui non esiste nessun confine: sono conosciute le password, vengono letti tutti i messaggi del cellulare, viene usato lo stesso profilo nei social network, non sono ammesse uscite con amici separatamente, in modo tale che tutto venga tenuto sotto controllo. In realtà si tratta di mancanza di fiducia. Ma senza di essa dove può arrivare una coppia? Quanto la mancanza di fiducia e l’amore vanno di pari passo? La possessività origina spesso da eccessive gelosia e invidia che si traducono in controllo e annullamento degli spazi individuali.

Tante volte sentiamo dire: “Non posso vivere senza te”.  Sono queste parole pesanti che rimandano all’altro la totale responsabilità di una vita che non è la sua. Rendiamoci conto però che questa affermazione non può esistere, altrimenti tutte le persone che subiscono un lutto non sopravivrebbero ad esso.

In una relazione di sano amore esistono momenti di fusione, ma a cui seguono altri di distacco e libertà individuale, in cui viene rispettata l’individualità di ognuno. Quando questo non accade è inevitabile la sensazione di oppressione e soffocamento. Senza libertà l’amore è destinato a finire.

20/04/2015