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Antidepressivi e psicofarmaci tra i ragazzi, è allarme. Gli effetti collaterali e "l'effetto rebound"

C'è chi li usa per alleviare la tensione e chi, ignorando gli effetti collaterali e convinto possano migliorare le prestazioni a scuola, li consuma quasi fossero banali confetti. E a suggerirne l’assunzione non sono medici qualificati, che conoscono la storia del soggetto, ma utenti che tramite i Social dispensano consigli potenzialmente letali

Antidepressivi e psicofarmaci tra i ragazzi è allarme Gli effetti collaterali e leffetto rebound
di Roberto Zonca

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Sempre più giovani, molti dei quali appena adolescenti, abusano di antidepressivi e psicofarmaci senza che ne abbiano realmente la necessità. Il tutto, ovviamente, e questa è la cosa più grave, senza aver prima consultato la propria famiglia né, tanto meno, il proprio medico. L'allarme, che in queste settimane risuona drammaticamente forte in Italia, è stato rilanciato dai medici dopo i recenti casi di cronaca. C’è chi li assume per alleviare l’ansia e anche chi, impaurito da un possibile risultato negativo a scuola, lo fa perché convinto di poter migliorare le proprie prestazioni. Non mancano poi i consumatori che cercano lo sballo di una sera, inconsapevoli del fatto che potrebbero avere ripercussioni gravi per il resto della propria vita. Trovarli è semplice, maledettamente semplice, e giustificarne l’uso improprio, ancora di più. Considerando che in Italia sono 17 milioni le persone costrette loro malgrado a servirsene per motivi seri, è chiaro come molti adolescenti riescano a procurarsene senza passare per la strada complessa del proprio medico. Basta rovistare nel cassetto dei farmaci che molte famiglie hanno nell’armadietto del bagno (è la tecnica preferita del 42 per cento dei giovani) o, se proprio gira male, fare una rapida ricerca sui principali motori di ricerca (è l’opzione scelta dal 28 per cento). Antidepressivi e psicofarmaci sono lì, a portata di click, e con loro gli incalcolabili rischi per la salute. C’è anche chi li compra per strada, da spacciatori senza scrupoli che hanno allargato l’offerta affiancando ad hashish e marijuana anche Rivotril e Xanax.

Consumi di psicofarmaci in aumento

Il fenomeno ora è sotto gli occhi di tutti, ma questo non sembra aver sortito alcun effetto nei ragazzi che anzi sembrano attratti dalle voci dei coetanei: il fenomeno è infatti in crescita costante. Secondo lo studio ESPAD dell’Istituto di Fisiologia Clinica del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR), negli ultimi 5 anni si è registrata un’impennata dei consumi compresa tra il 15 e il 20 per cento, complice anche la pandemia. E con l’aumento dei consumi, inevitabilmente, cresce la dipendenza associata anche agli effetti collaterali di altre sostanze psicoattive (tabacco, energy drink, benzodiazepine e sostanze stupefacenti), e lo sviluppo di comportamenti pericolosi.

Ne fanno uso 300mila studenti delle scuole medie

Gli esperti ritengono che nel 2022 il 10,8 per cento dei ragazzi di età compresa tra i 15 e i 19 anni ha assunto psicofarmaci senza averne realmente necessità. Il dato, inquietante, è raddoppiato rispetto al 2019, e si pensa crescerà ancora, spinto dai social: gli “influencer” che si confrontano con i propri giovanissimi utenti spiegando loro quali pasticche sono “migliori” di altre e ciò dà loro un senso di sicurezza che rende il tutto ancor più pericoloso. Ma parlare di percentuali, probabilmente, rende l’allarme meno preoccupante. Molte famiglie, leggendo “il 10,8 per cento degli adolescenti…”, pensano che il problema riguardi esclusivamente i figli altrui… ma il dato è importante: stiamo parlando di 300 mila studenti delle scuole medie superiori.

“Gli psicofarmaci senza prescrizione medica rappresentano da sempre la categoria di sostanze psicoattive più utilizzata dai giovanissimi dopo alcol e cannabis - spiega Sabrina Molinaro, ricercatrice Cnr-Ifc. Il 16 per cento dei giovani dice di essere in grado di procurarsi facilmente gli psicofarmaci senza ricetta. Anche perché la maggior parte dei giovani li trova in casa. E l’uso di benzodiazepine e simili è più frequente nelle ragazze. Soprattutto per ‘dimagrire’, ‘migliorare l’attenzione’ e ‘l’umore’”.

Psicofarmaci per aumentare l'autostima

“Questi psicofarmaci - evidenzia il dottor Matteo Balestrieri, ordinario di psichiatria presso l’Università di Udine e co-presidente della Società Italiana di Neuro-Psico-Farmacologia (SINPF) - rappresentano per molti un’ancora di rassicurazione per aumentare le performance scolastiche e i livelli di attenzione, per migliorare l’aspetto fisico quando combinati a farmaci dietetici, per potenziare i livelli di autostima, per sentirsi in forma, migliorando sonno e umore e spingono quindi i giovani ad assumerli sfuggendo al controllo in famiglia, reperiti in luoghi sicuri, come la casa in caso di familiari che già ne facciano uso, o in altri molto più insidiosi, come il web e la strada, sedi di un nuovo e più moderno spaccio, con reali rischi di overdose”.

Psicofarmaci, perché vengono usati

La tipologia di psicofarmaci SPM maggiormente utilizzata nel corso dell’ultimo anno è quella dei farmaci per dormire (5 per cento). Seguono quelli per l’umore e le diete (1,7 per cento per entrambe le tipologie) e quelli per l’attenzione (1,2 per cento) Le studentesse utilizzano in percentuale maggiore tutte le tipologie di psicofarmaci analizzate, con un rapporto di genere minimo pari a 1,8 in relazione ai farmaci per l’attenzione e un rapporto massimo più che triplo (3,4) quando si analizzano quelli per le diete. In generale il Rapporto riferisce inoltre che il 18 per cento degli studenti ha utilizzato almeno una sostanza psicoattiva illegale nel corso del 2021; il 2,8% ne ha fatto un uso frequente e che quasi il 10 per cento degli studenti è un “poliutilizzatore”, facendosi di almeno due sostanze negli ultimi 12 mesi. La sostanza illegale più diffusa è la cannabis, seguita dalle così dette New Psychoactive Substances, sostanze sintetiche che mimano gli effetti di altre sostanze più note.

I rischi derivanti dall’uso di psicofarmaci

Antidepressivi e psicofarmaci non vanno demonizzati, perché preziosi per la cura di patologie anche gravi che, diversamente, non potrebbero essere curate. L’assunzione indiscriminata, fuori dal contesto medico, porta invece a conseguenze irreparabili, e va per questo condannata e combattuta. Gli effetti collaterali al fegato, come anche ai reni, sono spesso importanti. Alcuni di questi medicinali possono ridurre le capacità di reagire, annebbiando i riflessi. Imprevedibili le conseguenze qualora ci si mettesse alla guida di un mezzo, dopo averne fatto uso. I social dovrebbero esser soggetti a maggior controllo. Molti ragazzi li considerano “fonte di informazione e comunicazione” affidabile, ma non è sempre così. Parlare dei propri problemi è certamente positivo, ma farlo con persone non qualificate, che dispensano consigli a cuor leggero, invece, non lo è.

“Ogni mese – racconta Andrea Assanelli, direttore medico del presidio del San Raffaele di Milao - vediamo due o tre casi di abuso di alcol e psicofarmaci, o addirittura tentativi di suicidio tra i giovanissimi”. Questi episodi “portano alla luce il disagio psicologico dei ragazzi, di entrambi i sessi. In queste occasioni le famiglie si accorgono del problema. Le situazioni più gravi vengono prese in carico dai servizi psichiatrici”. Una pasticca dopo l’altra i giovani rischiano di diventare dipendenti o, nei casi peggiori, di perdere la vita.

Antidepressivi e psicofarmaci, se presi incautamente e senza prescrizione medica, possono avere tantissimi effetti collaterali, non ultimo il cosiddetto effetto rebound (letteralmente “effetto rimbalzo). Questo fenomeno non è sempre noto ai ragazzi, ma i medici sanno bene di cosa si tratta. Il fenomeno si verifica a seguito di una brusca sospensione di un farmaco psicotropo e può portare a conseguenze negative significative. E’ per questo che l’inizio e la sospensione della terapia devono essere seguite con particolare attenzione da uno specialista, che valuta i giusti dosaggi e i graduali aumenti o le diminuzioni quantitative del caso.

Effetto rebound, come si manifesta

L’effetto rebound, o meglio, gli “effetti rebound”, possono essere diversi, e cambiano da soggetto a soggetto. L’unico modo per evitare il problema è quello di non interrompere bruscamente l’assunzione del farmaco, ma questo può esporre ad altre complicanze: il trattamento del rebound, così come l’assunzione iniziale e la sospensione di sostanze psicotrope, “deve sempre passare attraverso un medico specialista”.

Il vademecum della SINPF:

1.    No al “fai da te”, no alla cosiddetta “assunzione per opportunità”: rivolgersi sempre al medico;
2.    Non sottovalutarne la potenza terapeutica e le importanti ricadute collaterali;
3.    Tenere i medicinali fuori dalla portata di chiunque possa approfittarsene o farne un cattivo uso;
4.    Avviare campagne di sensibilizzazione e counselling mirati a pazienti, ai giovani in particolare e alla cittadinanza in generale;
5.    In caso di disturbi come ansia, depressione, disturbi dell’umore, seguire sempre le indicazioni dello specialista.

22/03/2023