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Montenegro, il futuro è green

Montenegro il futuro è green
di Stefania Elena Carnemolla

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Al di là dell’Adriatico, incastonato con la sua antica bellezza fra Serbia, Croazia, Albania, Kosovo e Bosnia-Erzegovina, c’è il Montenegro. Terra montagnosa, dove il verde dei boschi e il verde smeraldo dei laghi e dei fiumi sposano l’azzurro del cielo, terra di mare che guarda l’Italia, di isole e isolotti e spiagge lungo coste ricche di macchia mediterranea, il Montenegro ha saputo conservare, con i suoi prodotti della terra e del mare, la genuinità di un tempo.

Terra laboriosa, ospitale, il giovane stato balcanico, resosi indipendente dalla Serbia nel 2006, ora guarda al futuro, riflettendo su se stesso. Strategicamente. Il suo faro è l’Europa e la comunità internazionale. Consapevole delle sue ricchezze naturali, il Montenegro s’è messo in cammino. Archiviate le guerre balcaniche, ha deciso di guardare avanti.

Una rinascita benedetta anche dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in visita ufficiale in Montenegro il 26 maggio scorso e che nei suoi colloqui a Cetinje – l’antica capitale del Regno di Montenegro – con il Presidente della Repubblica del Montenegro, Filip Vujanović, ha ricordato, alludendo al negoziato del Montenegro con Bruxelles, i due capitoli, su diciotto, chiusisi positivamente. “È un traguardo importante” così Mattarella “che l’Unione Europea si completi con i paesi dell’area balcanica”. Italia e Montenegro, così ancora il Presidente della Repubblica “sono legati non soltanto da una vicinanza e dal mare che li unisce ma da tanti vincoli storici molto forti”. Un omaggio alla regina Elena, la principessa montenegrina Jelena Petrović-Njegoš, regina d’Italia.

Una visita ufficiale, quella di Mattarella – primo presidente della Repubblica italiana a visitare il Montenegro da quando il paese ha ottenuto l’indipendenza dalla Serbia – con incontri anche a Podgorica, l’odierna capitale, con il primo ministro Milo Đukanović, che con il suo governo sta traghettando il Montenegro verso il futuro. Con lui la piccola repubblica balcanica ha chiesto di venire messa ancora una volta sotto la lente d’ingrandimento della United Nations Economic Commission for Europe – la Commissione Economica per l’Europa delle Nazioni Unite, l’UNECE –, che il 5 giugno scorso, all’Hotel Podgorica, sulle rive del fiume Morača, ha presentato – di concerto con il Ministero dello Sviluppo Sostenibile e del Turismo del Montenegro e davanti a una platea di rappresentanti di istituzioni chiave del governo montenegrino, mass media, ONG, organizzazioni internazionali – il terzo rapporto, l’Environmental Performance Review, dopo il primo, del 2002, e il secondo, del 2007, sulle performance ambientali del Montenegro.

All’Hotel Podgorica, storico albergo della capitale, al tavolo dei relatori c’erano  Ivana Vojinović, direttore generale della Direzione per l’Ambiente e i Cambiamenti Climatici del Ministero dello Sviluppo Sostenibile e del Turismo del Montenegro,  Olivera Kujundžić, advisor in forze alla medesima Direzione, nonché membro del gruppo di esperti UNECE per i rapporti sulle performance ambientali, quindi Antoine Nunes e Iulia Trombitcaia, officers per gli Affari Ambientali – divisione Ambiente – dell’UNECE e Snežana Dragojevic, Regional Programme Manager del Centro per lo Sviluppo Sostenibile dell’ UNDP Montenegro.

Una presentazione interessante, che ha consentito di verificare, grazie al rapporto preparato in collaborazione con i rappresentanti delle istituzioni nazionali, i progressi compiuti dal Montenegro in ambito ambientale. L’Environmental Performance Review è, infatti, una valutazione – richiesta, sulla base di un esercizio volontario, dal paese in esame – sui progressi compiuti per conciliare gli obiettivi ambientali ed economici, nonché nel soddisfare gli impegni internazionali in materia ambientale. Come programma, l’EPR assiste i paesi a migliorare la gestione e le prestazioni ambientali, promuovendo lo scambio di informazioni tra paesi su politiche e singole esperienze, aiutando l’integrazione delle politiche ambientali nei settori economici, promuovendo una maggiore responsabilità nei confronti del pubblico e rafforzando la cooperazione con la comunità internazionale. 

Come location per la presentazione del terzo rapporto sul Montenegro e i suoi progressi in ambito ambientale non poteva essere scelto luogo più adatto. L’Hotel Podgorica, costruito nel 1967, nasce, infatti, da un progetto di Svetlana Kana Radović, prima donna architetto del Montenegro, il cui progetto fu insignito di un premio nazionale d’Architettura per l’idea di una struttura in armonia con l’ambiente naturale. Una tendenza ancora di moda fra le nuove generazioni di architetti montenegrini, allievi della rivoluzionaria “scuola” d’architettura di Podgorica.

Dal rapporto sono emersi dati interessanti, a testimonianza che l’adesione a politiche ambientali verso un futuro green non sono solo “conseguenza” delle tappe del cammino verso l’Unione Europea. Certo, il driver principale dietro il rafforzamento di leggi e politiche ambientali è stato il programma nazionale per l’integrazione europea. Come, infatti, evidenziato dal rapporto, ciò ha esercitato un “ruolo cruciale nella definizione di priorità di misure legislative e politiche, nonché per l’assegnazione di risorse finanziarie e altre risorse ancora per la loro attuazione”. Un riconoscimento al percorso intrapreso dal Montenegro che dal 2007, così il rapporto, “ha cambiato in modo significativo il suo quadro giuridico e politico per l’ambiente e lo sviluppo sostenibile” con l’adozione di “un nuovo pacchetto di leggi” e l’elaborazione di un “quadro strategico per l’ambiente e lo sviluppo sostenibile”. 

L’impressione è che il cammino del Montenegro verso un futuro green non sia pertanto solo dettato da fattori contingenti, ma che corrisponda alla reale e sincera volontà di proteggere una ricchezza naturale che fa del Montenegro una terra unica.          

Se il rapporto ha proposto ulteriori sforzi verso una risposta globale e sistemica alle sfide dello sviluppo sostenibile – ciò che per il governo del Montenegro rappresenta una sfida entusiasmante – non si possono che plaudire i progressi compiuti, fra cui la diminuzione dei gas serra; l’espansione della zona boschiva, che nel 2013 già copriva il 69,8 del territorio del Montenegro; l’aumento di strumenti economici per la promozione della protezione dell’ambiente e quindi di “spese ambientali” per “un’economia più verde”; la riforma della metodologia di calcolo delle tasse per le sostanze inquinanti; i progressi nell’ambito del monitoraggio ambientale; l’aumento della percentuale di territorio protetto a salvaguardia della biodiversità; l’adozione di misure per l’aumento dell’efficienza energetica nel settore delle nuove costruzioni; gli sforzi per sensibilizzare l’opinione pubblica sui temi legati ai cambiamenti climatici; la realizzazione di impianti di depurazione nella zona costiera, nonché nelle regioni centrali e settentrionali; la creazione di un nuovo, nonché “solido quadro giuridico” per un “sistema nazionale di gestione dei rifiuti”; il miglioramento nella gestione dei rifiuti sanitari con la firma, da parte del Ministero della Salute, di un contratto di concessione per la costruzione di sette impianti per il trattamento dei rifiuti medici; il varo di iniziative volte al recupero di materie prime secondarie dai rifiuti; la decisione di dismissione di siti di smaltimento obsoleti, ciò che “consentirà di ridurre” spiega ancora il rapporto di “ridurre l’inquinamento ambientale da smaltimento incontrollato”.

Quindi, l’adozione di una strategia nazionale per il contrasto degli effetti dei cambiamenti climatici: il Montenegro, ricorda, infatti, il rapporto, già colpito dai cambiamenti climatici tanto da registrare ormai una temperatura media più elevata, potrebbe affrontare una “minore disponibilità di acqua, ondate di caldo più frequenti e intense, nonché più intensi eventi meteorologici estremi causa di siccità e inondazioni”, ciò che ha suggerito al Montenegro la messa a punto di una strategia nazionale per una loro mitigazione e preparare il paese all’adattamento.

E gli ecosistemi marini, con quel mare da proteggere ancora di più, come un tesoro da custodire per il presente e le future generazioni.

 

L'immagine di copertina, così come tutte le altre immagini a corredo del presente contributo, sono del Ministero dello Sviluppo Sostenibile e del Turismo del Montenegro, che ringraziamo. 

 

Abbiamo parlato di:

Sergio Mattarella Website

Filip Vujanović Website Twitter

Milo Đukanović Website Twitter

Governo del Montenegro Website Twitter

United Nations Economic Commission for Europe Website Twitter Facebook Google+ Instagram Flickr YouTube

Ministero dello Sviluppo Sostenibile e del Turismo del Montenegro Website Twitter

III Environmental Performance Review of Montenegro Documenti

Ivana Vojinović Website

Olivera Kujundžić Website

UNDP Montenegro Website

Arhitektonski Fakultet – Univerzitet Crne Gore Website

 

 

16/07/2015