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Un percorso di psicoterapia strategica integrata descritto dalla paziente

di Caterina Steri

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Oggi Vi invito a leggere ciò che ha scritto una mia ex paziente alla fine del percorso di psicoterapia. Testimonianza molto importante perché mostra il lavoro svolto secondo il punto di vista di chi ne ha usufruito.
E’ interessante notare come venga descritto in modo estremamente personale e quanta importanza venga data al processo di cambiamento, che tanto spaventa ma tanto aiuta a stare bene.
Detto ciò, buona lettura a tutti.

“Perché ciò che ci salverà, non sarà mai quel che abbiamo tenuto al riparo dai tempi, ma ciò che abbiamo lasciato mutare perché ridiventasse se stesso in un tempo nuovo”. A. Baricco – I Barbari.

In cinque mesi ha piovuto più di quanto si possa immaginare: spaventosi e interminabili temporali, che si intrecciavano a giornate di vento e di timido sole. Ma nonostante tutti gli imprevisti del caso, finalmente si è arrivati ad incontrare la bella stagione.
C’è voluto tempo e fatica prima di vedere il sole, ma più di tutto prima di sentirne anche solo un raggio. E per quanto quel calore fosse ristoratore, c’è voluto anche un gran coraggio a presentarsi sotto quel cielo e ammettere che il tempo stava cambiando.
Perché per quanto il cambiamento possa risultare terapeutico e migliore, c’è anche da dire che spaventa da morire. E non spaventa tanto l’idea che sia il mondo intorno a noi a cambiare, quanto il nostro aspetto e la nostra stessa vita riflessa nello specchio.
Mutare atteggiamento, modo di esprimersi, decidere di essere molto di più dell’idea fittizia di noi stessi a cui abbiamo abituato le persone che ci stanno attorno; essere concreti per crescere finalmente senza trucco o false vesti, spogliandosi e imparando con il tempo ad essere semplicemente noi stessi con i propri pregi e difetti, fregandosene per una volta tanto del parere contrario di chi ci sta affianco.
In cinque mesi di percorso, nonostante il malumore, la rabbia insana, la voglia di scappare e cadute memorabili, ho trovato il coraggio di girare la chiave e, dopo tanto tempo, aprire quella gabbia fatta di sfiducia e paura, per uscire finalmente fuori, nonostante la tempesta fosse appena iniziata.

Ho imparato ad avere consapevolezza della mia voce e di quella delle mie emozioni, iniziando a conoscerle per darle un senso e non esserne più terrorizzata, e cominciando così, finalmente a vivere e non solo più a respirare.
Come qualsiasi altra esperienza, mi porto dietro qualche rimpianto, ma senza farlo influire negativamente su ciò che ancora devo raggiungere.
Son convinta di aver terminato un capitolo importante della mia vita, ma sono ancora più convinta del capitolo successivo che andrò a scrivere, consapevole e orgogliosa di quel personaggio principale, che nonostante le titubanze iniziali, si è decisa finalmente a voler crescere.

“Poiché la disperazione era un eccesso che non le apparteneva più, si chinò su quanto era rimasto della sua vita, e riiniziò a prendersene cura con l’incrollabile tenacia di un giardiniere a lavoro il mattino dopo il temporale”. A. Baricco, Seta.

13/06/2012