Sarebbe piaciuto anche a Jules Verne, il celebre scrittore francese autore del Viaggio al centro della Terra. Parliamo della galleria di base del San Gottardo, dove l’11 dicembre entrerà ufficialmente in funzione il tunnel più lungo del mondo. L’opera, avveniristica, il tunnel è di 57 chilometri, potenzierà i trasporti pubblici, trasferendo gran parte del traffico merci transalpino su rotaia, agevolando anche i tempi di percorrenza dei viaggiatori. Intanto dal 2 agosto al 27 novembre sarà possibile partecipare, a bordo del Gottardino, a “esclusivi” viaggi nel tunnel, con il treno che farà sosta alla stazione multifunzionale di Sedrun, a 800 metri di profondità, dove ai viaggiatori, una volta scesi dal convoglio, verrà illustrato il “gigantesco sistema di cunicoli”. Nel frattempo, il 1° giugno, dopo diciasette anni di lavori, la società committente, la Alp Transit Gotthard AG, affiderà il tunnel alle Ferrovie Federali Svizzere, suo futuro gestore.
L’opera è stata avallata dalla popolazione con un referendum, mentre sono stati adottati alcuni provvedimenti per mitigare l’impatto ambientale. Per poter ridurre l’inquinamento atmosferico i materiali sono stati trasportati in particolare su nastri, rotaia o lungo le vie d’acqua; depositi intermedi di humus hanno protetto gli abitanti da polveri e rumore; per ridurre la polvere sono state bagnate le aree non asfaltate dei cantieri, mentre strade e veicoli sono stati regolarmente lavati; l’acqua d’infiltrazione e di galleria è stata chiarificata, raffreddata e re-immessa nei fiumi; i corsi d’acqua toccati dallo scavo della galleria e dalle vie d’accesso sono stati deviati e, in parte, rinaturalizzato; gli alberi sradicati sono stati sostituiti; le aree costiere rimodellate secondo “criteri naturalistici”; i territori “più colpiti” sono stati ripristinati alla fine dei lavori; gran parte del materiale di scavo è stato riutilizzato per creare il calcestruzzo destinato al rivestimento interno della galleria e alla realizzazione di una zona di acqua poco profonda nel bacino del Lago di Uri, nonché per modellare un lago a Sedrun e riempire le aree di estrazione del materiale sotto Faido e nella Buzza di Biasca; è stato rivitalizzato un bosco di castagni, mentre muri in pietra, creati ex novo, e opere di difesa naturali hanno offerto rifugio a rettili di piccoli dimensioni e altri animali.
Il materiale di scavo, come le rocce del San Gottardo che per milioni di anni hanno riposato nelle viscere della montagna, è diventato roccia per i bagnanti.
Con il materiale di scavo di Sedrun è stato modellato un lago balneabile, un gioiello naturalistico con vista sulle montagne. Parte del materiale di scavo della galleria di base del San Gottardo ha aiutato flora e fauna sulle rive del Lago di Uri, dove è stata impiegata per rinaturalizzare la foce della Reuss sulla sponda sud del lago. “Il risultato” così i responabili del progetto “è una zona di acqua poco profonda di elevato valore ecologico, con diverse isolette: un nuovo paradiso per gli amanti del relax e dell’acqua. Le isole protette Neptun e le isole balneari Lorelei proteggono la riva dal moto ondoso, che al Lago di Uri può diventare notevole soprattutto in caso di favonio. Circa 200 piante e 70 specie ornitologiche si sono insediate in quest’area e nelle limitrofe zone protette. La natura ha così ottenuto un nuovo posto al sole. Oggi, sulle isole Lorelei, i bagnanti prendono il sole su rocce che hanno riposato per milioni di anni all’interno del massiccio del San Gottardo”.
Per maggiori informazioni:
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Alp Transit Gotthard AG Website
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