Scarpe di cartone, si diceva epoche fa, ricordando le scarpe che gelarono i piedi dei soldati italiani fra la neve della ritirata di Russia. Altri tempi, quando le scarpe erano scarpe finte. Da allora di suole ne sono passate sotto i ponti, i tempi sono cambiati e ora che carta e cartone non fanno più paura, Maurizio Colucci e Mirko Paladini hanno creato la prima scarpa di carta riciclata.
Una scarpa made in Toscana, dov’è nata Cartina, startup per un approccio green alle calzature con al bando cuoio, pelle e pellicce animali: “Essere moderni significa tenere conto del futuro, non solo il futuro fashion, ma soprattutto quello del pianeta. Per questo cerchiamo di contribuire a far evolvere un’idea etica di moda, in sintonia con progresso e sostenibilità” così, Cartina. “Siamo certi che la salvaguardia ambientale possa convivere con ricerca estetica, dando vita a prodotti sì di alto design ma fortemente consapevoli”.
Una scelta premiata con la certificazione Animal Free nell’ambito di Animal Free Fashion, progetto per una moda sostenibile della LAV, che ha istituito il primo “rating etico” per la valutazione delle aziende che abbiano detto no a pellicce, piume, seta, pelle, lana, venendo, così, incontro ai consumatori amanti della moda animal friendly. Un segmento di mercato sempre più interessante. “Cresce, infatti, l’acquisto di capi di moda che non utilizzano materiali di origine animale, sostituiti da fibre vegetali o tecnofibre”, così, la LAV. “ Oggi è sempre più facile trovare moda etica e sostenibile. È possibile, per un consumatore attento, indossare capi di abbigliamento realizzati con materiali innovativi e che rispettano gli animali, l’ambiente e salvaguardano la salute umana”.
Il processo prevede quattro step: il primo, per la sostituzione delle pellicce animali, corrispondente al livello V del rating; il secondo, per la sostituzione delle piume, corrispondente al livello VV; il terzo, per la sostituzione di pelle e seta, corrispondente al livello VVV; il quarto, per la sostituzione della lana, corrispondente al livello VVV+.
Cartina, che oggi detiene marchi e brevetti internazionali a protezione del suo prodotto e della tecnica per la sua realizzazione, è nata, ad esempio, come sviluppo di un “progetto unico”: l’uso della carta riciclata nel “mondo del fashion” per la creazione di una scarpa con “tutte le caratteristiche estetiche e funzionali” di una calzatura in pelle “senza replicarne i danni ambientali di produzione”. Una scarpa frutto di un’idea singolare: fare di un “semplice foglio di carta bianca riciclata” una calzatura uomo o donna, dal design “elegante e urban”, resistente, confortevole, impermeabile, comoda, leggera. L’ideale per la vita di tutti i giorni.
Prodotto altamente artigianale, nel tempo, alla carta, di cui è stata sfruttata “al massimo l’ecletticità”, sono stati affiancati “altri materiali dall’anima green, creando connubi fortemente espressivi: intrecci carta velluto, effetti trapuntati, patchwork”.
E di materiale riciclato è la confezione.
Quindi, una promessa per il futuro con l’utilizzo di energia verde rinnovabile negli store, uffici e laboratori.
Dalle scarpe ecosostenibili alle calze ispirate al mondo della natura, come i gambaletti uomo e donna della collezione OrtoGALLO di Gallo, dal 1927 calzificio per uomo, donna, bambino, e marchio italiano conosciuto e apprezzato in tutto il mondo. Un’idea nata occasione di Expo 2015, con la creazione di calze haute couture, con base di finissimo cotone, con stampe di frutta e verdura – piselli, peperoncini, carote, porri, fagioli, cavolfiori, fragole, lamponi – disegnate ispirandosi alle illustrazione botaniche giapponesi e a quelle ad acquerello dei libri di cucina inglesi. Un’idea originale, omaggio alla natura, ma con lo sguardo alla solidarietà, con parte del ricavato devoluto all’OVCI, l’organismo di volontariato per la cooperazione internazionale, per aiutare i bambini di tutto il mondo.
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