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Uomini vittime di donne violente

di Caterina Steri

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All’interno delle mura domestiche si possono celare dinamiche comportamentali e psicologiche di qualsiasi genere.

Spesso la cronaca nera ci racconta di donne che subiscono violenza da parte di compagni, mariti, padri, a volte addirittura di figli.

Raramente veniamo a conoscenza di episodi in cui sono le donne a vessare gli uomini. Non per questo dobbiamo escluderne l’esistenza.

Si parla molto poco di uomini vittime di violenza domestica perché questi sono restii a chiedere un aiuto. Ad aggravare il silenzio sono i tipi di violenza esercitate su loro per lo più di carattere psicologico, meno evidenti di quelle fisiche: come la moglie che chiama in continuazione il marito al telefono per controllare cosa stia facendo o quella che minaccia di divorziare se ha contatti con la propria famiglia di origine.

E’ comunque risaputo che il tipo di violenza che subiscono gli uomini non è solo psicologica ma pure fisica. Proprio lo scorso 6 aprile mi sono imbattuta in una moglie allontanata da casa perchè picchiava il marito.

Seppure spesso nascosto, quello della violenza domestica non è solo un problema di genere, ma un problema umano: infatti i violenti sono portati ad agire sulla base dello stesso pensiero. Minimizzano e negano la violenza esercitata e colpevolizzano la vittima per giustificare il proprio comportamento. Per questi motivi appaiono molto razionali e convincenti rispetto alla loro innocenza.

La conoscenza del fenomeno è ridotta perché per molti è tabù, soprattutto in Europa al contrario del nuovo continente. Inoltre la paura di non essere creduti e di mancare della propria virilità porta gli uomini a non chiedere aiuto.

Un’altra tendenza è quella di credere che la violenza agita da una donna nei confronti di un uomo sia meno grave rispetto a quando è l’uomo ad essere violento. E’ molto sentito lo stereotipo culturale secondo cui la donna violenta sia una donna forte.

Una differenza tra donne e uomini è che durante gli attacchi psicologici le prime solitamente denigrano la virilità del maschio, mentre i secondi si limiterebbero a voler avere ragione.

Chiunque sia il carnefice all’interno della coppia, la sua violenza dovrebbe essere duramente condannata e non nascosta dall’esigenza di voler apparire di fronte ad altri come un sistema familiare felice e “normale”. La violenza non osteggiata porta a gravi conseguenze di dipendenze patologiche, scarsa autostima, isolamento. Per non parlare di quelle che si hanno su eventuali figli che crescerebbero con modelli violenti da prendere in esempio. Sarebbero quindi futuri adulti a loro volta potenziali vittime o carnefici.

06/05/2013