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Vacanze separate, si può?

di Caterina Steri

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Sono numerose le coppie che decidono di passare le vacanze separatamente. Per alcune sono un’occasione per coltivare un’esperienza alternativa o per passare del tempo con amici di vecchia data. Per altre costituiscono una via di fuga dalla routine a due.

Di recente, mi è stato chiesto se possa essere lecito o meno? Non sono io a dover giudicare, certo è che ci si può chiedere da cosa nasca l’esigenza di farlo.

Andare in vacanza da soli non equivale per forza alla rottura del rapporto.

Non ci sono controindicazioni particolari nel momento in cui lo si decide di comune accordo, quando la vacanza da separati non esclude quella insieme e quando non scaturisce dall’esigenza di fare quello che in presenza dell’altro non si potrebbe.

Varie sono le motivazioni che portano ad una vacanza separata:

a volte il periodo di ferie potrebbe non coincidere, in questo caso rinunciare alle vacanze sarebbe una pazzia si desidera fare delle esperienze che all’altro potrebbero non interessare perché la tempra individualista richiede di coltivare i propri spazi e qualche giorno di lontananza risulta una sana abitudine perché si ha voglia di passare del tempo di qualità assieme ad amici che raramente si vedono durante la frenesia dell’anno perché si vuol provare a stare soli, quando ad esempio si ha la sensazione di perdere qualcosa di se stessi e la si vuole cercare attraverso un’esperienza alternativa.

La scelta di una vacanza separata può anche mettere in risalto la vera qualità del legame.

Nessuna coppia infatti scoppia solo per una vacanza da separati. Anzi, se il rapporto è di sana qualità, ad un certo punto si sentirà la voglia di tornare a casa per raccontare all’altro l’esperienza vacanziera e progettarne una insieme.

In queste condizioni il ritorno a casa è sempre foriero di nuove esperienze,  di desideri più forti nei confronti dell’altro, di un più spiccato bisogno di condivisione. Tutti fattori che aumentano la fiducia reciproca e la qualità del rapporto.

Le controindicazioni si presentano nel momento in cui si vuole partire separati per potersi comportare da single. Oppure quando ci si vuole concedere esperienze, battute, scherzi che in presenza dell’altro non vengono assolutamente accettati. O quando si vuole sfuggire ai problemi sperando anche che si possano risolvere da soli. Ancora, quando si pretende di partire da soli ma non si accetta che anche l’altro lo faccia.

La coppia scoppia quando alla base ci sono delle ragioni ben più radicate e gravi di una vacanza: tradimenti, la fine dei sentimenti, gelosie, mancanza di fiducia, problemi irrisolti.

Molti non concepiscono la volontà del compagno di una vacanza da separati. Questo accade quando l’insicurezza, il bisogno di controllo e la gelosia la fanno da padroni o se si percepisce l’altro espulsivo ed evitante nei propri confronti.

Altri vacanzieri “solitari” non accettano che anche il partner si prenda i suoi spazi e quindi spesso, pur di non concederglielo, preferiscono rinunciare anche ai propri o inventare delle fantasiose scuse per poterlo fare ma non permetterlo all’altro. Va molto di moda quella del viaggio di lavoro, ad esempio.

Se nasce l’esigenza di una vacanza da soli, chiedetevi innanzi tutto da cosa scaturisce e in base alle motivazioni comportatevi di conseguenza. Non vedetela sempre come il primo passo verso la rottura, ma anche  come un’esperienza arricchente sia nei confronti del singolo che della coppia stessa, se questa ha delle solide fondamenta.

20/08/2014