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Lorella Cuccarini: "Vi svelo cosa c'è dietro la storia della "più amata dagli italiani"

Intanto diciamo la verità: a questa cosa di essere la più amata in Italia non ci ho mai creduto particolarmente. E poi non amo i superlativi. Una cosa però è certa: senza il pubblico non siamo niente. Ecco come è cambiato il rapporto con i fan che per me sono amici

Che cosa significa essere chiamate “la più amata dagli Italiani”? Allora intanto diciamo la verità: io non ci ho mai creduto particolarmente. Questo slogan è stato accostato all'inizio a una notissima campagna pubblicitaria, poi da quella campagna pubblicitaria l'ho portato con me per moltissimo tempo. È chiaro che mi ha sempre fatto un grande piacere perché comunque io sentivo e sento tuttora il grande affetto del pubblico. Però non ho mai amato questi superlativi assoluti, per cui non mi sono mai sentita “la più amata”, mi sono sentita amata. E questo è un aspetto sicuramente molto importante in generale per ogni essere umano ma in maniera particolare poi per persone che fanno questo mestiere. Lo fai per il pubblico, per cui sapere che c'è una una bella fetta di pubblico che ti stima, che ti segue, che si emoziona con le cose che tu fai per noi è un po’ come una piccola medaglia e dà un senso a questo mestiere.

La responsabilità di essere un personaggio pubblico

È chiaro che sentirsi amati, essere personaggi pubblici, personaggi che in qualche modo possono fare opinione è una grande responsabilità. Io l'ho sempre sentito come una grande responsabilità, ma fin da quando avevo vent’anni. Se questo ha condizionato il mio modo di vivere? No, nel senso che ho sempre trovato una grande affinità fra quello che era il mio modo di vivere, il mio modo di approcciare agli altri e quello che era giusto comunicare nel momento in cui si è di fronte a un pubblico. Il senso di responsabilità è sicuramente molto forte, ma non ho mai dovuto cambiare nulla di me che fosse in distonia diciamo con questo compito. Con i miei fan ho un rapporto bellissimo. Intanto io non li chiamo nemmeno fan, sono quasi amici perché sono persone che condividono un percorso con te e ti seguono attraverso tante tappe, alle volte anche nei momenti più difficili. E questa è la cosa che mi colpisce di più. Ho un rapporto molto diretto, oggi naturalmente con i social è tutto molto più semplice.

Quando mi arrivavano sacche di lettere

Una volta, mi ricordo, avevo delle sacche piene di lettere, c'era un rapporto epistolare. Io magari alle volte mandavo solo delle foto autografate perché non potevo scrivere più di tanto, però il rapporto con loro l'ho sempre coltivato, fin dai primissimi anni. Oggi con i social è chiaro che è tutto più semplice, puoi scriverti un messaggio privato, puoi commentare qualcosa che ti scrivono i ragazzi. C'è un rapporto molto più diretto ed è un rapporto che è il sale di tutto, perché se noi facciamo questo mestiere è grazie al pubblico, alle persone che ti apprezzano, che apprezzano quello che tu fai.

Senza il pubblico non siamo niente

Senza il nostro pubblico non saremmo niente. Per cui ogni giorno quando leggo un messaggio, in maniera particolare quelli dei ragazzi più giovani che magari prendono ispirazione da cose che dico, mi fa veramente molto piacere. Oggi riesci a parlare ad un pubblico che è il più eterogeneo possibile. Ci sono tanti fan che oggi hanno pochissimi anni meno di me. Io ho cominciato prestissimo, ho cominciato a vent’anni, quindi erano bambini di dieci o quindici anni all'epoca e già mi seguivano. Oggi sono praticamente miei coetanei ma continuano ad apprezzarmi. E poi c'è tutto un pubblico di ragazzi più giovani che è un pubblico nuovo e mi emoziona parecchio.

18/04/2023

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