Paola Egonu e il razzismo: “Tieni le mani fuori dalla borsa al supermercato sennò ti accusano di rubare"

La difesa dai pregiudizi

Se la tua pelle è nera, può bastare essere una campionessa olimpica medagliata, essere stata nominata pallavolista dell’anno, essere nata in Italia e avere portato lustro al tuo paese? No, non basta perché il razzismo Paola Egonu lo respira comunque e da sempre. "Ho l'onore di essere un'atleta, privilegiata, ma so che il razzismo ancora c'è. Fin da piccola i miei mi hanno sempre detto che avrei dovuto lavorare il doppio”.  

I consigli di mamma e papà

La stella della nazionale femminile azzurra di volley si è raccontata a "Che tempo Che fa” e fra i vari aneddoti ne ha raccontato uno che rende assai bene l’idea di quanto abbia dovuto patire fino da bambina: “I miei genitori mi hanno detto di non mettere le mani nella borsa al supermercato perché magari poteva essere un indizio che stavi rubando…”. Una sorta di difesa preventiva dagli stereotipi che vogliono le persone di colore tutte potenziali criminali e allora anche tenere le mani in vista diventa una forma di difesa.

Razzismo e vittimismo

La consapevolezza è che “il razzismo mi ha accompagnato per tutta la vita. Nel passato ho smesso di parlarne, ma credo che sia molto importante sensibilizzare su questo tema. Le nuove generazioni non percepiscono la diversità come un nemico e spero che essere riuscite portare a casa la medaglia d'oro con la nazionale possa far capire che l'unione vince". Paola Egonu ne parla quasi con timidezza perché in passato denunciare il razzismo di cui è stata vittima l’è costato parecchie critiche. E oggi qualcosa è cambiato? No, perché il giorno dopo le sue parole c’è stato di nuovo chi ha parlato di vittimismo: “Torna Egonu: aridaje con la lagna sul razzismo”, titola per esempio nicolaporro.it.
Pare, infatti, che da alcuni sia considerato maleducato e di cattivo gusto fare notare che in Italia ci sia ancora razzismo.

I preziosi consigli di Velasco

Tornando invece sull'impresa sportiva di Parigi, che il gruppo chiamava “Il torneo della baguette”, ammette la pallavolista italiana, Egonu sottolinea come sia stato "il coronamento del sogno di tutta una vita. Con le mie compagne abbiamo scritto la storia, è il sogno che hai da quando sei bambina e che ti spinge ad andare avanti. Quasi non ci credo". Mentre parlando di Julio Velasco, tecnico della nazionale italiana, racconta come lui sia riuscito a "parlare a Paola, perché dietro Egonu c'è una ragazza di 26 anni con tante emozioni, che sentiva la responsabilità di aiutare la squadra a raggiungere quell'obiettivo. Mi ha tolto delle responsabilità, mi ha fatto giocare libera, serena e spensierata. Mentre con la squadra è riuscito a creare quella sintonia che si era persa, portandoci a lottare tutte insieme per un obiettivo", conclude l’atleta.

Foto Ansa e Instagram

04/02/2025
logo tiscali tv