Pesci torturati e seviziati: il lato oscuro della itticoltura

Itticoltura, una pratica da cui proviene la maggior parte del pesce consumato dagli italiani. Una pratica non sempre cristallina. Tra il 2017 e il 2018 Essere Animali, organizzazione bolognese per la protezione degli animali e che in passato già si era occupata di macelli e allevamenti intensivi, ha condotto con telecamere nascoste un’inchiesta su alcuni allevamenti di orate, branzini e trote del Centro e Nord Italia, scoprendo vasche sovraffollate e piene di alghe e, pertanto, carenti di ossigeno; pesci issati con reti con schiacciamento e ferimento di quelli sul fondo; pesci lanciati come oggetti; pesci “vivi e boccheggianti” anche diecine di minuti dopo averli tirati fuori dall’acqua; pesci lasciati morire per asfissia e fuori dall’acqua; contenitori d’acqua pieni di sangue, segno che i pesci, lasciativi morire, avevano ferite da schiacciamento; quindi, pesci ancora vivi e non storditi legati con lo spago o sottoposti ad altre “pratiche dolorose”; pesci caricati su camion, lanciativi con “un passaggio fuori dall’acqua” a “grande velocità”.
Dell’inchiesta esiste un video e con il video un report, mentre il 21 ottobre scorso Essere Animali ha organizzato a Bologna una manifestazione per sensibilizzare l’opinione pubblica sui lati oscuri dell’itticoltura. Accompagna da tempo la campagna una petizione, destinataria la grande distribuzione, cui si chiede d’intervenire sul problema “vincolando” gli allevamenti fornitori all’adozione di una policy pensata per porre “fine all’agonia dei pesci”.
Testo di Stefania Elena Carnemolla
Anche i pesci meritano rispetto, manifestazione contro il lato oscuro dell’itticoltura. Bologna 21 ottobre 2018 © Essere Animali

Itticoltura, una pratica da cui proviene la maggior parte del pesce consumato dagli italiani. Una pratica non sempre cristallina. Tra il 2017 e il 2018 Essere Animali, organizzazione bolognese per la protezione degli animali e che in passato già si era occupata di macelli e allevamenti intensivi, ha condotto con telecamere nascoste un’inchiesta su alcuni allevamenti di orate, branzini e trote del Centro e Nord Italia. Testo di Stefania Elena Carnemolla
Le femmine riproduttrici vengono sedate con farmaci e poi spremute manualmente per estrarre le uova da fecondare © Allevamenti di pesci. Un’indagine di Essere Animali sull’itticoltura italiana

Dopo la nascita i pesci vengono sottoposti all’allevamento da ingrasso. Possono essere allevati nei laghetti, un metodo ormai obsoleto ma che continua a essere utilizzato per le carpe; quindi, in vasche di cemento costruite sulla terraferma o in gabbie marine, dove vengono allevate, ad esempio, spigole, orate e salmoni, profonde dai 5 ai 50 metri e dove “l’elevato affollamento” rende necessario l’uso di prodotti chimichi antivegetativi per il trattamento delle acque. In questa fase i pesci subiscono diversi danni: “La densità nelle vasche di ingrasso dei pesci può essere estremamente alta” spiega il report di Essere Animali. “Questo porta non solo ad acque più sporche e alla diffusione più rapida di malattie (nell’allevamento ma anche nelle aree circostanti), ma a uno stress che riduce il sistema immunitario e rende quindi i pesci più suscettibili a queste ultime. Inoltre il sovraffollamento provoca aggressioni tra i pesci e ferite. Malattie e parassiti sono diffusi più la densità aumenta. E anche i trattamenti preventivi o curativi, spesso di tipo chimico, possono avere un impatto sulla salute e il benessere dei pesci. Alcuni parassiti come i pidocchi di mare, particolarmente diffusi negli allevamenti di salmone, possono rapidamente contagiare anche le popolazioni selvatiche. Anche in questa fase di allevamento i pesci vengono manipolati per essere pesati e vaccinati, con conseguente stress”. Testo di Stefania Elena Carnemolla
Gabbie di orate in mare © Allevamenti di pesci. Un’indagine di Essere Animali sull’itticoltura italiana

Itticoltura, una pratica da cui proviene la maggior parte del pesce consumato dagli italiani. Una pratica non sempre cristallina. Tra il 2017 e il 2018 Essere Animali, organizzazione bolognese per la protezione degli animali e che in passato già si era occupata di macelli e allevamenti intensivi, ha condotto con telecamere nascoste un’inchiesta su alcuni allevamenti di orate, branzini e trote del Centro e Nord Italia. Testo di Stefania Elena Carnemolla
Le femmine riproduttrici vengono sedate con farmaci e poi spremute manualmente per estrarre le uova da fecondare © Allevamenti di pesci. Un’indagine di Essere Animali sull’itticoltura italiana

Itticoltura, una pratica da cui proviene la maggior parte del pesce consumato dagli italiani. Una pratica non sempre cristallina. Tra il 2017 e il 2018 Essere Animali, organizzazione bolognese per la protezione degli animali e che in passato già si era occupata di macelli e allevamenti intensivi, ha condotto con telecamere nascoste un’inchiesta su alcuni allevamenti di orate, branzini e trote del Centro e Nord Italia. Testo di Stefania Elena Carnemolla
Vasche sovraffollate e piene di alghe, con conseguente carenza di ossigeno © Allevamenti di pesci. Un’indagine di Essere Animali sull’itticoltura italiana

Itticoltura, una pratica da cui proviene la maggior parte del pesce consumato dagli italiani. Una pratica non sempre cristallina. Tra il 2017 e il 2018 Essere Animali, organizzazione bolognese per la protezione degli animali e che in passato già si era occupata di macelli e allevamenti intensivi, ha condotto con telecamere nascoste un’inchiesta su alcuni allevamenti di orate, branzini e trote del Centro e Nord Italia. Testo di Stefania Elena Carnemolla
Pesci issati con reti, con conseguente schiacciamento e ferite per quelli sul fondo © Allevamenti di pesci. Un’indagine di Essere Animali sull’itticoltura italiana

Itticoltura, una pratica da cui proviene la maggior parte del pesce consumato dagli italiani. Una pratica non sempre cristallina. Tra il 2017 e il 2018 Essere Animali, organizzazione bolognese per la protezione degli animali e che in passato già si era occupata di macelli e allevamenti intensivi, ha condotto con telecamere nascoste un’inchiesta su alcuni allevamenti di orate, branzini e trote del Centro e Nord Italia. Testo di Stefania Elena Carnemolla
Pesci lanciati e trattati come fossero oggetti © Allevamenti di pesci. Un’indagine di Essere Animali sull’itticoltura italiana

Itticoltura, una pratica da cui proviene la maggior parte del pesce consumato dagli italiani. Una pratica non sempre cristallina. Tra il 2017 e il 2018 Essere Animali, organizzazione bolognese per la protezione degli animali e che in passato già si era occupata di macelli e allevamenti intensivi, ha condotto con telecamere nascoste un’inchiesta su alcuni allevamenti di orate, branzini e trote del Centro e Nord Italia. Testo di Stefania Elena Carnemolla
Pesci vivi lanciati e manipolati senza nessuna cura © Allevamenti di pesci. Un’indagine di Essere Animali sull’itticoltura italiana

Itticoltura, una pratica da cui proviene la maggior parte del pesce consumato dagli italiani. Una pratica non sempre cristallina. Tra il 2017 e il 2018 Essere Animali, organizzazione bolognese per la protezione degli animali e che in passato già si era occupata di macelli e allevamenti intensivi, ha condotto con telecamere nascoste un’inchiesta su alcuni allevamenti di orate, branzini e trote del Centro e Nord Italia. Testo di Stefania Elena Carnemolla
Pesci lasciati morire per asfissia stipati in contenitori pieni di ghiaccio © Allevamenti di pesci. Un’indagine di Essere Animali sull’itticoltura italiana

Itticoltura, una pratica da cui proviene la maggior parte del pesce consumato dagli italiani. Una pratica non sempre cristallina. Tra il 2017 e il 2018 Essere Animali, organizzazione bolognese per la protezione degli animali e che in passato già si era occupata di macelli e allevamenti intensivi, ha condotto con telecamere nascoste un’inchiesta su alcuni allevamenti di orate, branzini e trote del Centro e Nord Italia. Testo di Stefania Elena Carnemolla
Pesci ancora vivi e boccheggianti diecine di minuti dopo averli tolti dall’acqua © Allevamenti di pesci. Un’indagine di Essere Animali sull’itticoltura italiana

Itticoltura, una pratica da cui proviene la maggior parte del pesce consumato dagli italiani. Una pratica non sempre cristallina. Tra il 2017 e il 2018 Essere Animali, organizzazione bolognese per la protezione degli animali e che in passato già si era occupata di macelli e allevamenti intensivi, ha condotto con telecamere nascoste un’inchiesta su alcuni allevamenti di orate, branzini e trote del Centro e Nord Italia. Testo di Stefania Elena Carnemolla
Pesci lasciati morire per asfissia fuori dall’acqua © Allevamenti di pesci. Un’indagine di Essere Animali sull’itticoltura italiana

Itticoltura, una pratica da cui proviene la maggior parte del pesce consumato dagli italiani. Una pratica non sempre cristallina. Tra il 2017 e il 2018 Essere Animali, organizzazione bolognese per la protezione degli animali e che in passato già si era occupata di macelli e allevamenti intensivi, ha condotto con telecamere nascoste un’inchiesta su alcuni allevamenti di orate, branzini e trote del Centro e Nord Italia. Testo di Stefania Elena Carnemolla
Contenitori pieni di sangue, segno evidente di ferite causate da schiacciamento e urti fra pesci © Allevamenti di pesci. Un’indagine di Essere Animali sull’itticoltura italiana

Itticoltura, una pratica da cui proviene la maggior parte del pesce consumato dagli italiani. Una pratica non sempre cristallina. Tra il 2017 e il 2018 Essere Animali, organizzazione bolognese per la protezione degli animali e che in passato già si era occupata di macelli e allevamenti intensivi, ha condotto con telecamere nascoste un’inchiesta su alcuni allevamenti di orate, branzini e trote del Centro e Nord Italia. Testo di Stefania Elena Carnemolla
Non esiste una legge che regola l’abbattimento dei pesci, la modalità di uccisione è a discrezione dello stabilimento. Possono essere colpiti a bastonate, sbattuti con forza su sbarre di acciaio © Allevamenti di pesci. Un’indagine di Essere Animali sull’itticoltura italiana

Itticoltura, una pratica da cui proviene la maggior parte del pesce consumato dagli italiani. Una pratica non sempre cristallina. Tra il 2017 e il 2018 Essere Animali, organizzazione bolognese per la protezione degli animali e che in passato già si era occupata di macelli e allevamenti intensivi, ha condotto con telecamere nascoste un’inchiesta su alcuni allevamenti di orate, branzini e trote del Centro e Nord Italia. Testo di Stefania Elena Carnemolla
Pesci ancora coscienti legati per la coda con un filo passato attraverso le branchie © Allevamenti di pesci. Un’indagine di Essere Animali sull’itticoltura italiana

Itticoltura, una pratica da cui proviene la maggior parte del pesce consumato dagli italiani. Una pratica non sempre cristallina. Tra il 2017 e il 2018 Essere Animali, organizzazione bolognese per la protezione degli animali e che in passato già si era occupata di macelli e allevamenti intensivi, ha condotto con telecamere nascoste un’inchiesta su alcuni allevamenti di orate, branzini e trote del Centro e Nord Italia. Testo di Stefania Elena Carnemolla
Pesci ancora coscienti legati per la coda con un filo passato attraverso le branchie © Allevamenti di pesci. Un’indagine di Essere Animali sull’itticoltura italiana

Itticoltura, una pratica da cui proviene la maggior parte del pesce consumato dagli italiani. Una pratica non sempre cristallina. Tra il 2017 e il 2018 Essere Animali, organizzazione bolognese per la protezione degli animali e che in passato già si era occupata di macelli e allevamenti intensivi, ha condotto con telecamere nascoste un’inchiesta su alcuni allevamenti di orate, branzini e trote del Centro e Nord Italia. Testo di Stefania Elena Carnemolla
Pesci ancora coscienti legati per la coda con un filo passato attraverso le branchie © Allevamenti di pesci. Un’indagine di Essere Animali sull’itticoltura italiana

Itticoltura, una pratica da cui proviene la maggior parte del pesce consumato dagli italiani. Una pratica non sempre cristallina. Tra il 2017 e il 2018 Essere Animali, organizzazione bolognese per la protezione degli animali e che in passato già si era occupata di macelli e allevamenti intensivi, ha condotto con telecamere nascoste un’inchiesta su alcuni allevamenti di orate, branzini e trote del Centro e Nord Italia. Testo di Stefania Elena Carnemolla
Pesci gettati con una pompa a grande velocità dentro un camion per il loro trasporto © Allevamenti di pesci. Un’indagine di Essere Animali sull’itticoltura italiana

Itticoltura, una pratica da cui proviene la maggior parte del pesce consumato dagli italiani. Una pratica non sempre cristallina. Tra il 2017 e il 2018 Essere Animali, organizzazione bolognese per la protezione degli animali e che in passato già si era occupata di macelli e allevamenti intensivi, ha condotto con telecamere nascoste un’inchiesta su alcuni allevamenti di orate, branzini e trote del Centro e Nord Italia, scoprendo vasche sovraffollate e piene di alghe e, pertanto, carenti di ossigeno; pesci issati con reti con schiacciamento e ferimento di quelli sul fondo; pesci lanciati come oggetti; pesci “vivi e boccheggianti” anche diecine di minuti dopo averli tirati fuori dall’acqua; pesci lasciati morire per asfissia e fuori dall’acqua; contenitori d’acqua pieni di sangue, segno che i pesci, lasciativi morire, avevano ferite da schiacciamento; quindi, pesci ancora vivi e non storditi legati con lo spago o sottoposti ad altre “pratiche dolorose”; pesci caricati su camion, lanciativi con “un passaggio fuori dall’acqua” a “grande velocità”. Dell’inchiesta esiste un video e con il video un report, mentre il 21 ottobre scorso Essere Animali ha organizzato a Bologna una manifestazione per sensibilizzare l’opinione pubblica sui lati oscuri dell’itticoltura. Accompagna da tempo la campagna una petizione, destinataria la grande distribuzione, cui si chiede d’intervenire sul problema “vincolando” gli allevamenti fornitori all’adozione di una policy pensata per porre “fine all’agonia dei pesci”. Testo di Stefania Elena Carnemolla
Anche i pesci meritano rispetto, manifestazione contro il lato oscuro dell’itticoltura. Bologna 21 ottobre 2018 © Essere Animali

Itticoltura, una pratica da cui proviene la maggior parte del pesce consumato dagli italiani. Una pratica non sempre cristallina. Tra il 2017 e il 2018 Essere Animali, organizzazione bolognese per la protezione degli animali e che in passato già si era occupata di macelli e allevamenti intensivi, ha condotto con telecamere nascoste un’inchiesta su alcuni allevamenti di orate, branzini e trote del Centro e Nord Italia, scoprendo vasche sovraffollate e piene di alghe e, pertanto, carenti di ossigeno; pesci issati con reti con schiacciamento e ferimento di quelli sul fondo; pesci lanciati come oggetti; pesci “vivi e boccheggianti” anche diecine di minuti dopo averli tirati fuori dall’acqua; pesci lasciati morire per asfissia e fuori dall’acqua; contenitori d’acqua pieni di sangue, segno che i pesci, lasciativi morire, avevano ferite da schiacciamento; quindi, pesci ancora vivi e non storditi legati con lo spago o sottoposti ad altre “pratiche dolorose”; pesci caricati su camion, lanciativi con “un passaggio fuori dall’acqua” a “grande velocità”. Dell’inchiesta esiste un video e con il video un report, mentre il 21 ottobre scorso Essere Animali ha organizzato a Bologna una manifestazione per sensibilizzare l’opinione pubblica sui lati oscuri dell’itticoltura. Accompagna da tempo la campagna una petizione, destinataria la grande distribuzione, cui si chiede d’intervenire sul problema “vincolando” gli allevamenti fornitori all’adozione di una policy pensata per porre “fine all’agonia dei pesci”. Testo di Stefania Elena Carnemolla
Anche i pesci meritano rispetto, manifestazione contro il lato oscuro dell’itticoltura. Bologna 21 ottobre 2018 © Essere Animali

Itticoltura, una pratica da cui proviene la maggior parte del pesce consumato dagli italiani. Una pratica non sempre cristallina. Tra il 2017 e il 2018 Essere Animali, organizzazione bolognese per la protezione degli animali e che in passato già si era occupata di macelli e allevamenti intensivi, ha condotto con telecamere nascoste un’inchiesta su alcuni allevamenti di orate, branzini e trote del Centro e Nord Italia, scoprendo vasche sovraffollate e piene di alghe e, pertanto, carenti di ossigeno; pesci issati con reti con schiacciamento e ferimento di quelli sul fondo; pesci lanciati come oggetti; pesci “vivi e boccheggianti” anche diecine di minuti dopo averli tirati fuori dall’acqua; pesci lasciati morire per asfissia e fuori dall’acqua; contenitori d’acqua pieni di sangue, segno che i pesci, lasciativi morire, avevano ferite da schiacciamento; quindi, pesci ancora vivi e non storditi legati con lo spago o sottoposti ad altre “pratiche dolorose”; pesci caricati su camion, lanciativi con “un passaggio fuori dall’acqua” a “grande velocità”. Dell’inchiesta esiste un video e con il video un report, mentre il 21 ottobre scorso Essere Animali ha organizzato a Bologna una manifestazione per sensibilizzare l’opinione pubblica sui lati oscuri dell’itticoltura. Accompagna da tempo la campagna una petizione, destinataria la grande distribuzione, cui si chiede d’intervenire sul problema “vincolando” gli allevamenti fornitori all’adozione di una policy pensata per porre “fine all’agonia dei pesci”. Testo di Stefania Elena Carnemolla
Anche i pesci meritano rispetto, manifestazione contro il lato oscuro dell’itticoltura. Bologna 21 ottobre 2018 © Essere Animali

Itticoltura, una pratica da cui proviene la maggior parte del pesce consumato dagli italiani. Una pratica non sempre cristallina. Tra il 2017 e il 2018 Essere Animali, organizzazione bolognese per la protezione degli animali e che in passato già si era occupata di macelli e allevamenti intensivi, ha condotto con telecamere nascoste un’inchiesta su alcuni allevamenti di orate, branzini e trote del Centro e Nord Italia, scoprendo vasche sovraffollate e piene di alghe e, pertanto, carenti di ossigeno; pesci issati con reti con schiacciamento e ferimento di quelli sul fondo; pesci lanciati come oggetti; pesci “vivi e boccheggianti” anche diecine di minuti dopo averli tirati fuori dall’acqua; pesci lasciati morire per asfissia e fuori dall’acqua; contenitori d’acqua pieni di sangue, segno che i pesci, lasciativi morire, avevano ferite da schiacciamento; quindi, pesci ancora vivi e non storditi legati con lo spago o sottoposti ad altre “pratiche dolorose”; pesci caricati su camion, lanciativi con “un passaggio fuori dall’acqua” a “grande velocità”. Dell’inchiesta esiste un video e con il video un report, mentre il 21 ottobre scorso Essere Animali ha organizzato a Bologna una manifestazione per sensibilizzare l’opinione pubblica sui lati oscuri dell’itticoltura. Accompagna da tempo la campagna una petizione, destinataria la grande distribuzione, cui si chiede d’intervenire sul problema “vincolando” gli allevamenti fornitori all’adozione di una policy pensata per porre “fine all’agonia dei pesci”. Testo di Stefania Elena Carnemolla
Anche i pesci meritano rispetto, manifestazione contro il lato oscuro dell’itticoltura. Bologna 21 ottobre 2018 © Essere Animali