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Judith Sotriffer, la giocattolaia della Val Gardena che crea sogni con il legno di pino cembro

Judith Sotriffer la giocattolaia della Val Gardena che crea sogni con il legno di pino cembro
di Stefania Elena Carnemolla

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C’è una donna, a Ortisei, in Val Gardena, là dove svettano le Dolomiti, che nel suo laboratorio che profuma di legno, vernici e colle crea giocattoli che sanno d’antico. Come la tradizionale bambolina della valle, che nell’Ottocento, dai porti olandesi, venne esportata in tutto il mondo, diventando famosa come la bambola olandese

La bambolina in legno di pino cembro, conifera caratteristica del luogo, era scomparsa, e Judith Sotriffer l’ha fatta rinascere, dopo aver studiato la propria collezione di giochi e quella della madre per “capire come lavoravano i nostri antenati”. Suo padre Guido era uno scultore, e osservandolo, capì che anche lei voleva diventare scultrice, tanto da iscriversi alla scuola d’arte di Ortisei. Dopo quattro anni di apprendistato, aiuterà il padre, ma la passione per i giocattoli era sempre viva, da qui l’idea di creare un proprio laboratorio dove dedicarsi “completamente” alle bambole originali gardenesi da tornire, scolpire, dipingere, restituendo al cembro il fascino degli antichi giocattoli in legno

Con le sue bamboline Judith ha reso felici molte bambine, e questo le piace. Il suo studio-laboratorio, che ha realizzato sotto la propria abitazione, è un regno dei giochi, dove le bamboline sono le principesse. Ed è felice, Judith, perché lavorando il legno, si sente ancor di più figlia della valle, dove il legno viene lavorato da secoli, in particolare, in inverno, quando la stagione fredda allontanava i proventi della coltivazione, pertanto tramutando i boschi in fonte di guadagno. Ancora oggi, in Val Gardena, il legno, secondo una tradizione tramandatasi di padre in figlio, dà lavoro a scultori, falegnami, intagliatori, pittori, policromatori.

I primi giocattoli in legno nacquero nel Seicento, quando il principale commercio ambulante delle famiglie era di merletti e mercerie. Col tempo, nelle stube, nacquero cavalli, orsi, statuine dei presepi, cavalli a dondolo, l cachelorum per aiutare i bambini a far di conto, figure carnevalesche come quella di Arlecchino, simbolo della Commedia dell’Arte italiana, fino a quando non arrivarono Pinocchio, il burattino di legno di Collodi e il Turco, ricordo dei racconti germanici. Tutti in legno di cembro, con cui i gardenesi – che impararono a colorare – crearono anche utensili e pezzi di artigianato artistico. Un commercio e un’industria domestica, quella dei giocattoli in legno della Val Gardena, viva fino agli anni Trenta del secolo scorso e che oggi, grazie ad artisti-artigiani come Judith Sottrifer sono rinati, a ricordare la ricchezza di una tradizione, simbolo del territorio, conosciuta al di là delle montagne grazie al commercio via mare.

Una collezione di antichi giocattoli in legno – bambole snodabili, cavalli a dandolo, burattini e altro ancora – creati fra il Settecento e il 1940, è quella del Museum Gherdëina, il museo della Val Gardena, nel centro di Ortisei. Proprietario della collezione, Giovanni Senoner Vastlé, intagliatore, quindi albergatore e padre, con la moglie Elisabetta Insam, anche lei albergatrice, di Carlo Senoner, ex sciatore alpino italiano e campione del mondo 1966 di slalom speciale. In futuro la raccolta di antichi giocattoli in legno sarà ospitata dalla Casa di Cultura di Ortisei, sede esterna del museo, insieme ai giocattoli della produzione industriale del Dopoguerra del marchio Sevi. “La nuova mostra permanente metterà in evidenza l’importanza economica, sociale e culturale della produzione storica del giocattolo, che per oltre duecento anni è stato realizzato a mano nelle case contadine della Val Gardena per poi raggiungere i mercati internazionali”, così, il Museo.

È in questa valle ricca di storia che le mani di Judith Sotriffer creano giocattoli che profumano, oggi come allora, di legno di pino cembro.   

 

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Giocattoli Sevi Storia    

09/03/2016