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Pino Insegno e la guerra con la Rai. Ma il vero problema è il manager anti-Presta

Diego Righini è riuscito perfino a far infuriare Roberto Sergio, ad della Rai. E ora la stagione di Insegno è in pericolo nonostante l'amicizia con la premier Meloni

Foto Ansa

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Il vero problema di Pino Insegno è… il suo manager. Diego Righini, l’impresario più fumantino, iracondo e sprezzante del pericolo del circolo della tv al cui confronto Lucio Presta pare un agnellino. Perché ci vuole una bella dose di spavalderia o di faccia tosta (o di certezza dell’impunità) per far infuriare il massimo vertice della Rai, Roberto Sergio, che, sulla carta, è diretta espressione della premier Meloni che è cara amica di Insegno medesimo e, dunque, del suo entourage. Amicizia che, diciamo così, ha contribuito a far avere all’attore un bel contratto sonante  in Rai per “Il mercante in fiera” e per un altro show importante che avrebbe dovuto essere “L’eredità”. Ma la scarsa risposta del pubblico al game di Raidue ha costretto la dirigenza della tv di Stato a virare su Marco Liorni per la conduzione del preserale del primo canale che ripartirà il 2 gennaio.

La sparata di Insegno contro Liorni, "Presta boy"

E che fa questo Diego Righini invece di tenere buono buono Insegno, cui nonostante l’insuccesso è stata promessa a partire dall’estate la guida di “Reazione a Catena” che tra l’altro aveva portato al successo anni fa e che gli si confà di più? Si mette, via intervista al sito TvBlog, a stuzzicare Liorni definendolo un “Presta’s Boy” e ad affrontare a muso duro il manager Lucio (che non dimentica mai, anche se a volte perdona) che ha una scuderia di artisti nella sua agenzia lunga così. E i vertici Rai, di qualunque fede politica possono essere, tra un Righini e un Presta non hanno dubbi su chi scegliere nonostante qualsiasi amicizia altolocata.

La situazione di Pino Insegno difficile e compromessa

Il manager ha pure spiegato senza remore che sarebbe stato Insegno a scegliere di presentare “Reazione a catena” e non un ripiego dopo la virata su Liorni. Il quale, tra l’altro ha ottenuto altissimi risultati d’ascolto con lo stesso programma che ha appena terminato la stagione e a cui - proprio per questo motivo -  i vertici Rai hanno chiesto di proseguire con la presenza nel preserale con “l’Eredità”.  E che, con il suo solito amplomb, ha glissato elegantemente su tutta la questione. 
Insomma, già la situazione per Pino Insegno è difficile e compromessa. “Ancora una volta la Rai si trova a dover replicare alle continue dichiarazioni polemiche e prese di posizioni che sono francamente non più accettabili” ha detto l’ad Sergio riferendosi anche ad altre esternazioni passate di Righini. Ora si vedrà se all’attore resteranno assegnati i programmi concordati nell’ultimo incontro con i vertici.  Ma, per  avere una minima possibilità di continuare, Insegno dovrebbe imbavagliare il suo manager.
Perché, qualsiasi cosa accada  e qualunque rabbia si possa provare, difficile passare sopra parole come queste riferite a Presta:

 "Non se ne può più di questa comunicazione comandata dalla sinistra della Rai e da Lucio Presta. Io nella vita sono abituato ad affrontare il nemico frontalmente, non a prendermela con i suoi scagnozzi. La guerra è con lui. Lui mi fa la guerra e io la faccio a lui”.

E continua:

“Nei momenti caldi l’ho incrociato in Rai e, come dire, ha abbassato lo sguardo e se n’è andato. C’ha 16 conduttori… ma che vuole? Perché deve rompere a Pino?  Forse perché non vuole vederlo competere coi suoi… Adesso Presta farà di tutto perché lui ha timore che Pino faccia l’1-2% in più rispetto a Liorni" .

Ma in che modo? "Farà uscire le polemiche… Reazione a Catena andrà in onda a giugno, lui a maggio comincerà a rompere: “È opportuno far condurre a Pino Insegno Reazione a Catena?". Tutti i giorni questa tiritera».

Tra una tiritera e l’altra chissà come va a finire…

20/12/2023