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Luciana Littizzetto ne ha per tutti: parolacce in libertà e frecciatine alla Rai

Una nuova stagione iniziata col botto, sia per gli ascolti andati oltre ogni aspettativa sia per la sensazione che fuori dalla Rai si possa essere davvero tutto, anche liberi

foto ansa e instagram @chetempochefa

di Redazione

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I suoi piedini sono piccoli quindi le sue scarpe non dovrebbero poter contenere troppi sassolini. O almeno così spera Fabio Fazio mentre commenta la prima letterina di Luciana Littizzetto letta questa volta non più alle telecamere di mamma Rai ma a quelle del Nove, la rete di Discovery Italia, divisione del gruppo Warner Bros, che da ieri ospita il programma.

Che tempo che fa dunque riapre i battenti dopo 3 mesi di esilio e lo fa col botto, regalando a quella rete di confine "canale ai limiti dell'ignoto, oltre il quale ci sta un universo di reti selvatiche" uno share mai sperato.

2,1 milioni di telespettatori e il 10,5% solo sul Nove, quintuplicando la media della rete, e 2,6 milioni e il 13% in simulcast. Il programma più visto di sempre su Warner Bros Discovery Italia.

La frecciatina iniziale è proprio per la rete che ha detto addio alla coppia vincente Fazio/Littizzetto: "Mettiamo le mani avanti Fabio, così se ci cacciano anche da qua lo sappiamo da subito e non svuoto neanche la valigia".

LA LETTRINA

"Eccoci qua come Ambra a dire: “Non è la RAI”. - Inizia Littizzetto, continuando con il suo arco a lanciare frecciatine in direzione di piazza Mazzini - Eccoci qua, tra una Benedetta Parodi che glassa torte e una dottoressa che schiaccia i brufoli, sperando che gli studi siano molto distanti fra loro.

Cara piccola Nain. Io te lo dico. Preparati. Sappi che voglio togliermi tutti i sassolini che ho nelle scarpe, che dopo decenni sono diventati grossi come nuraghi. E sappi anche che dirò le parolacce, ne ho un silos pieno con tutte quelle che non ho potuto dire in tanti anni di Rai. Scegli tu: o ne dico una per puntata o mi dai uno speciale in prima serata di tre ore e mezza dove le dico tutte in fila".

Chiaramente, tolti lacci e lacciuoli della tv di Stato, i protagonisti promettono più libertà e meno diplomazia. Littizzetto ne ha per tutti: "Sappi che parlerò di er Meloni e dell’opposizione che la combatte ogni giorno, ma oltre che di Salvini parlerò anche della Schlein e del suo fantastico modo di esprimersi che certamente avvicinerà al partito democratico i ceti più semplici e proletari". Il riferimento è chiaramente all'intervista con Lilli Gruber in cui la segretaria del Partito Democratico ha utilizzato la parola "esternalizzare" ritenuta dall'intervistatrice troppo difficile per potersi far capire dal popolo italiano.

"Parlerò di Crosetto e di Pichetto, di Sangiuliano e dei libri che non ha letto. Parlerò di Piantedosi che ama i migranti ma a piccole dosi, e anche di Giorgetti che toglie le tasse ai grandi e le lascia ai piccoletti. Parlerò di cose che fanno ridere, perché è il mio mestiere". Luciana Littizzetto non si sottrae al suo compito: usare la comicità soprattutto per far riflettere.

"Parlerò anche di cose che fanno male, perché è il mio mestiere anche quello. Parlerò di femminicidi, perché possiamo cambiare rete ma non smettere di denunciare questo orrore.Parlerò anche delle vittime sul lavoro, che sono 657 nei primi otto mesi dell’anno. Più di uno al giorno. Perché chissenefrega della sicurezza se bisogna fare soldi e farli in fretta".

"E parlerò di guerra. - continua - Di tutte le guerre. Ne parlerò come so e come posso, perché non sono un’esperta. Posso solo dire che la guerra distrugge sempre, mentre la prerogativa degli umani è quella di costruire" 

Arriva poi la conclusione, scanzonata come sempre: "Ma ti giuro, caro Nove, che sarò sempre la parentesi minchiona della settimana. L’attimo di respiro dopo sette giorni in apnea. La finestra socchiusa in una camera piena di mangiatori di fagioli.

E tu, Nove, accoglimi, fatti capanna. Fatti guscio, cofanetto, scrigno e portagioie. Sii la mia ostrica, e io sarò la tua pxrla".

Dopo questa letterina il pubblico si aspetta grandi cose, forse questa nuova stagione di Che Tempo che Fa rischia di essere ancora più interessante. Forse essere stati cacciati dalla Rai si rivelerà come la più grande opportunità. La sensazione è che fuori dalla Rai si possa essere davvero tutto, anche liberi.

16/10/2023