Il momento "in" e quello "out" della quarta serata: Mahmood e i Tenores lasciano senza fiato, Angelina commuove tutti

La cover di “Come è profondo il mare”, che ha visto il connubio della voce di Mahmood con la potente sonorità dei tenori sardi, resterà negli annali della musica italiana

di Cinzia Marongiu

C’è cover e cover. E quella messa a segno da Mahmood con le straordinarie voci dei Tenores di Bitti lascia senza fiato. Classe, eleganza e tanto rispetto per “Come è profondo il mare” e per l’indimenticabile Lucio Dalla. Pensare che qualche ora prima lo si vedeva scatenato con la sua “Tuta Gold” alle prese con i 5 cellulari, dà l’idea della versatilità di questo grande artista che a Sanremo ha già vinto due volte su due.

L'amore per il mare, la madre e la Sardegna

Riuscire a fare proprio un capolavoro regalandogli nuova vita e aggiungendo significati non è da tutti. Mentre Alessandro Mahmood cantava era impossibile non percepire l’amore per la sua Sardegna, per la madre, per il mare che unisce e separa. A volte Sanremo regala piccoli miracoli. Questa è una di quelle volte.

Angelina Mango e la cover del padre

C’è cover e cover. E fare la cover del proprio padre è ancora più rischioso. Ma Angelina Mango supera la prova. Ha voluto portare all’Ariston una delle canzoni più famose di Pino “La Rondine” assieme al quartetto d’archi dell’Orchestra di Roma. L’emozione è talmente forte che alla fine del brano rimane ammutolita. Commossi tutti, pubblico, Amadeus, Cuccarini. Avercene di figlie d’arte così.

Delusione sul trattore

Il momento invece più deludente della serata è la lettura del tanto sospirato comunicato degli agricoltori, relegati dalla scaletta del Festival oltre la mezzanotte. Tanto rumore per nulla o quasi. Perché trascinare fino a così tarda ora un testo che non conteneva nulla di scandaloso o minimamente preoccupante? Solo una richiesta di portare all’attenzione pubblica la difficile situazione dei contadini alle prese con mille problemi. E’ proprio il caso di dirlo: a volte si è più realisti del re.