Paola Iezzi: "Mi sento un gay nel corpo di una donna". Il trauma della separazione da Chiara e i pensieri di morte

"Ho sempre avuto un debole per le donne intelligenti e con un piglio un po’ come lei”, dice a Francesca Fagnani. Ma poi rilancia: “Diciamo che l’altra cosa mi piace molto di più”

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di Cinzia Marongiu

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La provocazione è parte del suo dna e Paola Iezzi, l’altra metà del duo Paola e Chiara, rivendica di averla usata scientemente più volte nella sua carriera con la sorella, fino a diventarne in qualche modo vittima. Ma poi non sa resistere alla tentazione e ci ricasca e così a “Belve” se ne esce con una frase che è già un titolo: “Mi sento un gay nel corpo di una donna”. E poi, come già successo a diversi ospiti del programma, guarda Francesca Fagnani che intanto affonda con “un “si sente gay solo dentro o anche nei fatti?” e dice: “Ho sempre avuto un debole per le donne intelligenti e con un piglio un po’ come lei…”. Ma poi ammette allusiva: “Diciamo che l’altra cosa mi piace molto di più”.

Il successo travolgente e la svolta sexy

Milanese, 51 anni portati alla grande, liceo classico con un professore indimenticabile di nome Roberto Vecchioni, l’amore per la musica e per gli strumenti (ne suona tre) fin da giovanissima, poi l’esperienza come corista degli 883 insieme a Chiara sotto lo sguardo di Claudio Cecchetto e subito dopo il successo con due hit che restano a distanza ni decenni: “Amici come prima” con il quale vincono Sanremo Giovani e “Vamos a bailar”, tormentone di ogni estate che si rispetti. Ma la crisi è dietro l’angolo e gestirla non è facile, perché è proprio quella canzone a decretare un brusco cambiamento di immagine delle sorelline: non più acqua e sapone ma donne audaci e sexy che giocano sull’ambiguità: “Io amo l'erotismo, mi piace che un essere umano esprima erotismo. Per noi era molto naturale stare tette contro tette, quella foto era molto bella". Il pubblico però da una parte apprezza e dall’altra rimane disorientato e il video di “Kamasutra” ancora più esplicito nei riferimenti sadomaso accresce questa dicotomia: "Noi volevamo provocare, scardinare tutta una serie di cose su di noi, 'le sorelline', una litania che ci portavamo dietro e che ci screditava anche un po' a livello musicale. Volevamo far capire che eravamo toste, che eravamo due che sapevano il fatto loro. Era bello secondo me, ma Chiara non è dello stesso avviso”.

Il trauma della separazione da Chiara e i pensieri di morte

Nel 2013 la separazione, il duo si scioglie e la crisi a quel punto è conclamata: “È stato un periodo difficile, sia per me che per mia sorella, 10 anni in cui però ho imparato tante cose. A un certo punto, quando ci siamo separate, mi sono sentita persa. E ho dovuto accettare che non ce la facevo più, che stava succedendo qualcosa perché questi pensieri negativi erano strani per me. Io ero sempre stata vitale e invece pensavo spesso alla morte, pensavo che per me poteva finire lì. Ala fine sono andata da una persona a farmi aiutare, e quando l'ho fatto mi sono chiesta: 'come mai non l'ho fatto prima?'".

La provocazione è il mio mestiere

L’ultima zampata è ancora a sfondo sessuale. Fagnani le chiede se nella vita privata sia una dominatrice. E Paola Iezzi, legata dal 2007 al regista Paolo Santambrogio, risponde così: “Credo di aver creato delle aspettative… Mi piace un po’ il linguaggio colorito. Insieme ad altre cose, tutto nel limite...”. E ammicca: “Siamo lontanissimi dal video di ‘Kamasutra’”.

07/05/2025
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