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Droghe, morte e sesso. A Sanremo la pietra dello scandalo sono i La Sad. Ma la gogna è fuori bersaglio

L'aria da brutti sporchi e cattivi che accompagna da sempre la subcultura punk con il biasimo di chi li guarda. Ma sul serio nel 2023 creste colorate e collari con le catene ci fanno ancora storcere il naso? Chi sono Theø, Plant e Fiks

di Giacomo Pisano

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La macchina Sanremo è di nuovo in moto e come ogni anno, all’annuncio dei partecipanti, seguono le inevitabili polemiche. È una prassi ormai consolidata, un po’ come quando si va a pranzo sempre nello stesso ristorante perché si desidera quel piatto preciso ma si guarda comunque il menu in cerca di novità. A seconda delle novità però ci secchiamo. Lo abbiamo fatto per il bacio di Rosa Chemical a Fedez, per l’estro vero o presunto dei Maneskin, per Achille Lauro e il suo look androgino ispirato alla marchesa Luisa Casati, con gli innocui Dari che grazie al tormentone Wale (tanto wale) fecero sprecare parole e inchiostro sia su carta che su web, e, scavando nel tempo abbiamo additato una Loredana Bertè che solcò il palco dell’Ariston con un pancione così vistoso che si temette potesse partorire in diretta tv, pancione che poi si rivelò finto.

Non è Sanremo se non c'è polemica

In questa edizione la pietra dello scandalo sono i La Sad: Theø, cantante e chitarrista che viene da Brescia e ha suonato in una band metalcore e in un duo rap, Plant, pugliese interessato al rap; Fiks è originario del veneto, cantante dal gusto emo punk. I tre si conoscono a Milano e nel 2020 pubblicano il loro primo singolo. Nel 2022 esce l'album di debutto ‘Sto nella Sad’. Realizzano poi proprio la cover del brano dei sovracitati Dari. Non sono i ragazzini della porta accanto, come si poteva dire dei Maneskin che rientrano perfettamente nel clichè del gruppo rock in simil pelle e mascara già bello che digerito.

La subcultura punk accompagnata dal biasimo di chi la guarda

I La Sad attingono dall’immaginario punk ben più ruvido, quell’aria da brutti, sporchi e cattivi che ha sempre accompagnato la subcultura punk con il medesimo biasimo di chi li guarda. Banalmente alzano un po’ l’asticella per potersi far notare. Ma sul serio nel 2023/2024 ancora creste colorate e collari con le catene ci fanno storcere il naso? Questi accessori ormai si acquistano in qualsiasi grande magazzino e il loro uso è abbondantemente sdoganato. Non è solo l’outfit di rottura con l’ordine solito di Sanremo a far gridare all’orrore. Nei testi dei loro brani infatti ci sono espressioni volgari, riferimenti a droghe, antidepressivi, suicidio e sesso. Dove sarebbe la novità? E dove lo scandalo? Vogliamo che la canzone italiana sia esclusivamente “sole cuore amore” o possiamo pensare di lasciare spazio alla libera espressione?

Dov'è la novità e dove lo scandalo?

Al di là delle provocazioni linguistiche, comuni per altro a migliaia di artisti dei più svariati generi, a ben guardare forse queste tematiche, seppure in forma di canzone e dunque semplificata, gettano una luce su argomenti che son tutti ben radicati nella nostra società politically correct ma di cui non si parla perché non è grazioso farlo, e con cui forse, e dico forse, è bene che invece i più giovani si confrontino. Chiediamoci magari perché questa generazione di artisti senta il bisogno di usare certe espressioni sessiste. Sono tematiche sensibili ai nostri giorni dunque sono sicuri di colpire nel segno. È marketing, in fondo. Poi si può discutere di buon marketing e cattivo marketing, ma questa è un’altra storia. Sulla questione droghe, ad esempio, l’atteggiamento è sempre di condanna, mai ci si sofferma a capire perché l’Italia sia tra i più alti consumatori di stupefacenti. Forse non ci piace pensare che questa perfetta società non sia poi così perfetta? E se lo Stivale è il quarto paese UE per consumo di cocaina perché mai non si dovrebbe parlare di droga in una canzone? Magari dovremmo preoccuparci del dato in sé e non di un brano musicale.

Tre ragazzi che fanno cose "stupide" esattamente come milioni di altri

La pagina Instagram dei La Sad, altro terreno di attacchi mediatici, mostra tre ragazzini che fanno cose “stupide” esattamente come altri milioni di utenti: linguacce, abbinamenti di borchie a vestiti eleganti, pose in boxer. Particolarmente scandalosa è stata ritenuta una foto in cui simulano un rapporto sessuale con una bambola gonfiabile. Ci sono foto simili in mille altrettanti profili e decontestualizzare traendo conclusioni da un singolo scatto è quanto meno superficiale se non doloso. In fin dei conti i La Sad non sono poi così diversi da tante altre proposte, sia nei contenuti che nell’immagine inusuale solo per Sanremo, siamo noi che vogliamo di volta in volta puntare il dito su chi sconvolge la nostra solita routine sanremese, diventando noi stessi parte integrante di questo gioco alla gogna altrettanto noioso quanto il Festival.

06/12/2023