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Oro olimpico e coppe: Sofia Goggia, la regina della neve che non ha paura

Ha vinto tutto, ma non intende fermarsi. Ha vinto anche senza gareggiare, ponendo però le basi per il trionfo con una sequela di successi. La bacheca di Sofia Goggia è sempre più pesante, adesso dovrà trovare spazio per un'altra Coppa di discesa, che è arrivata poco dopo l'alba svizzera per la mancata disputa dell'ultima gara. Ma l’atleta ci tiene a precisare: “La coppa non l'ho vinta dal divano ma impegnandomi fino all'ultimo e non mi piace l'idea di chi pensa che io abbia accelerato il recupero. E' stato un azzardo ponderato”. Queste le sue parole nella conferenza online dopo aver vinto la Coppa del mondo di discesa libera riferendosi ai dubbi sul suo recupero lampo dopo l'infortunio prima dei Mondiali a Cortina.

"Data ennesima dimostrazione di chi sono io"

Insomma, il carattere da campionessa c’è tutto, da vera tigre delle nevi: "Penso di aver dato la dimostrazione di quella che è la mia tempra e voglia nonostante le condizioni avverse". Per Sofia "vivere una vita senza un obiettivo non ha senso, io ho bisogno di dar senso alle cose. Data l’ennesima dimostrazione di quella che sono e di combattere per le cose per cui vale combattere". "Anche se non sono al top posso fare grandi cose e l'oro olimpico lo dimostra".

Il suo palmares

Campionessa olimpica nella discesa libera a Pyeongchang nel 2018, vincitrice della Coppa del mondo di discesa libera nello stesso anno, di due medaglie mondiali e adesso ancora vincitrice della Coppa di disciplina. Peccato che l'infortunio al ginocchio del 31 gennaio scorso le abbia impedito di presentarsi al cancelletto di partenza dei Mondiali a Cortina, altrimenti chissà quali altri successi avrebbe potuto conquistare.

Il gesto scaramantico

Lo sputo prima di lanciarsi dal cancelletto, ancora una volta, le ha portato fortuna. Sofia, che ama la poesia, è un'atleta tenace che non le manda certo a dire. Si è sempre definita uno spirito libero, talento della neve: nata a Bergamo Alta nel 1992, l'azzurra arriva ai suoi primi Giochi dopo un bronzo mondiale a St.Moritz in gigante e un 2018 con due vittorie nella libera in Coppa del mondo, a Bad Kleinkirchheim e Cortina. Ha cominciato a sciare a soli tre anni sulle nevi di Foppolo, come suo fratello Tommso, più grande di lei: mamma Giuliana e papà Ezio, ingegnere di professione e pittore per diletto, la portavano sulla neve.

Paura di niente

A otto anni la prima gara, da allora non si è più fermata. A parte quando l'hanno costretta gli infortuni e le quattro operazioni affrontate: rottura legamenti crociati e una cisti al ginocchio. Poi, anche la frattura del malleolo. Il tutto non ha impedito alla bergamasca, gambe potenti e forza innata, di ritrovare la grinta per andare avanti e vincere. Del resto, i familiari di lei dicono sempre che non ha mai avuto paura di niente e che gareggiava con i maschi.
Nel 2016 a Killington arriva il primo podio con il terzo posto in gigante; i successi sono però datati Corea, sulla stessa neve di PyeongChang dove diventa olimpionica. E' la prima donna italiana a diventarlo nella discesa libera, una versione femminile di Zeno Colò, il campionissimo che nel 1952, a Oslo, conquistò l'unico oro azzurro nella disciplina regina.

L’ironia e la battuta pronta

Nella vita di tutti i giorni ama la natura e la fotografia. Moltissimo la lettura, in particolare la poesia: il suo poeta preferito è John Keats, di cui ha fatto sua una frase: "La vita è un'avventura da vivere, non un problema da risolvere". E' stata testimonial di una linea di moda, non è però una patita dello shopping: compra quello che serve, scarpe basse, mai i tacchi anche quando esce con gli amici per un giro di movida. Ironica, sempre con la battuta pronta delle sue zone esalta anche la cucina: "Se non sai fare la polenta non sei nessuno" ha ripetuto più volte.

Foto Ansa e Instagram

09/11/2022