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In Iran orrore senza fine: 16enne uccisa perché indossava un cappello da baseball al posto dell’hijab

Un’altra giovane vittima del regime per non aver indossato il velo prescritto. I morti in seguito alle proteste in atto da più di due mesi sono 416, di cui oltre 50 minori

di Redazione

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Quella della 16enne Mahak Hashemi è solo l’ultima di una lunga serie di giovani e giovanissime uccisi dal regime iraniano in lotta da oltre due mesi contro il suo popolo in rivolta. Un’altra Mahsa Amini, un’altra martire immolata in nome dell’imperativo del velo. Mahak Hashemi infatti è stata uccisa perché indossava un cappellino da baseball al posto del prescritto hijab. Come scrive La Stampa, è uscita di casa per unirsi ai giovani che protestano contro la Repubblica teocratica di Teheran ed è bastato quel cappellino sulla testa perché la sua famiglia non la vedesse tornare mai più nella sua casa di Shiraz, dove viveva assieme al padre e alle due sorelline dopo la morte della madre per un tumore.

Oltre 300 persone morte finora in seguito a proteste

Ora lo ammettono pure le autorità: sono oltre 300 le persone che sono morte in Iran dall'inizio delle proteste nel Paese scatenate dalla morte in custodia di una giovane donna curda accusata di aver violato il rigido codice di abbigliamento femminile: lo ha reso noto ieri sera un generale delle Guardie Rivoluzionarie. 'Non ho le statistiche più recenti, ma credo che a causa di questo incidente abbiamo avuto più di 300 martiri e persone uccise...', ha detto in un video pubblicato online dall'agenzia di stampa Mehr il comandante della Forza Aerospaziale delle Guardie Rivoluzionarie, Amirali Hajizadeh, riferendosi alle forze dell'ordine e ai manifestanti. Ma per le organizzazioni umanitarie indipendenti i morti sono già416, di cui oltre 50 minori.

Unicef: 50 bambini morti

La conferma arriva pure dall' Unicef che condanna 'tutte le violenze contro i bambini e chiede di porre fine a tutte le forme di violenza e abuso che, secondo le notizie arrivate, hanno causato la morte di oltre 50 bambini e il ferimento di molti altri durante i disordini pubblici in Iran'. E resta 'inoltre profondamente preoccupato per le continue incursioni e perquisizioni condotte in alcune scuole. Le scuole devono sempre essere luoghi sicuri per i bambini'. L'organizzazione fa sapere di aver 'comunicato direttamente la propria preoccupazione alle autorità iraniane'.

Ucciso un membro della Guardia rivoluzionaria a Isfahan

E  intanto qualche vittima si registra pure nelle alte sfere del regime. Un membro della milizia delle Guardie rivoluzionarie iraniane è stato ucciso a colpi di arma da fuoco. Un'indagine è stata aperta per identificare gli autori dell'attacco avvenuto nella città centrale di Isfahan, ha affermato il vice governatore locale Mohammad-Reza Jannessari, citato dall'agenzia di stampa Irna. Il Corpo delle Guardie rivoluzionarie islamiche ha affermato in un comunicato che l'uomo è stato ucciso in 'un'azione terroristica compiuta da mercenari arroganti', termine usato per gli Stati Uniti e i suoi alleati. Secondo la stessa fonte l'uomo era un membro della milizia Basij dell'Irgc. A metà novembre a Isfahan, due assalitori a bordo di una motocicletta spararono con armi automatiche contro le guardie di sicurezza, uccidendo un colonnello della polizia e due paramilitari.

Rilasciati in 700 dopo la prima vittoria ai mondiali del Qatar

A dimostrazione del fatto che la propaganda può più della pietà, l'Iran ha liberato più di 700 prigionieri dopo la vittoria della nazionale di calcio nella Coppa del Mondo contro il Galles. Lo ha comunicato Mizan, il sito di notizie della magistratura. '709 detenuti sono stati liberati da diverse carceri del Paese' dopo la vittoria di venerdì. Tra questi ci sono 'alcuni arrestati durante i recenti eventi', è stato spiegato, facendo indirettamente riferimento alle manifestazioni di protesta per Mahsa Amini. Altri media iraniani hanno riportato che il noto attore Hengameh Ghaziani è stato rilasciato su cauzione. Così come il dissidente Hossein Ronaghi e il calciatore Voria Ghafouri. L'agenzia di stampa statale IRNA ha riferito che anche l'ex conduttore della televisione di Stato Mahmoud Shahriari, 63 anni, è stato rilasciato dopo due mesi di carcere. La magistratura di Teheran ha dichiarato che più di 2.000 persone sono state accusate dall'inizio delle proteste. Secondo l'Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Diritti Umani Volker Turk circa 14.000 persone sono state arrestate.

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