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Pino Insegno, dopo il flop, ottiene un altro programma. E la Rai, tra canone e liti, va giù in picchiata

Dopo il flop de "Il mercante in fiera", Insegno non condurrà l'Eredità ma si porta comunque a casa la conduzione di "Reazione a catena"

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Pino Insegno condurrà "Reazione a Catena" invece de "L'Eredità": è la pezza di viale Mazzini all'enorme buco di ascolti del Mercante in fiera che ha suggerito prudentemente ai dirigenti Rai di non rischiare un altro flop con il preserale più forte di Raiuno, sulla rampa di lancio a gennaio. Insomma, è proprio un brutto momento per la tv pubblica.  I flop dei programmi scelti dalla nuova Rai di destra che ha portato Mediaset in testa negli ascolti. La mannaia calata sul canone che potrebbe tradursi in futuro in meno risorse per la tv di Stato. Le audizioni in Commissione di vigilanza con l’intento di rimettere in riga trasmissioni scomode come “Report”. I continui addii a viale Mazzini come l’ultimo in ordine di tempo, quello di Corrado Augias migrato a La7.

E, se non fosse che ne abbiamo visti passare tanti di periodi terribili e pure di previsioni di crollo dell’azienda culturale più importante del Paese, potremmo anche noi accodarci ai funesti presagi.

Però - come ha detto l’amministratore delegato Roberto Sergio per rispondere al fuoco di critiche - è giusto attendere la fine della stagione televisiva in corso (a dicembre) prima di emettere la condanna e vedere come sarà impostata la prossima (da gennaio) che sarà la prima totalmente studiata dalla nuova dirigenza voluta da Giorgia Meloni.

Certo è che i dati di ascolto, allo stato attuale, non sono confortanti. Intanto la concorrente Mediaset batte la Rai sia nell’intera giornata sia in prime time. I vertici pubblici provano a ribattere che in quel che viene chiamato il perimetro sovrapponibile (cioè Raiuno, due e tre contro Canale 5, Italia Uno e Rete 4) ad avere la meglio è ancora la tv di Stato, però la realtà è che - grazie alle reti tematiche che vanno sempre più forte (da Iris a La5 al 20 a Cine34 a Focus) - il gruppo del Biscione avanza di parecchio.

A far arretrare i canali Rai sono stati in parte i risultati negativi dei nuovi programmi messi in piedi proprio per dare una “narrazione diversa”, una “visione più pluralista del paese” rispetto alla precedente gestione orientata (sempre a parere dell’attuale maggioranza politica) a sinistra. Certamente realizzati in fretta - come si fa notare a viale Mazzini - dalla nuova dirigenza cambiata in corsa, ma appunto nessuno costringeva il governo Meloni a ribaltare tutto a pochi mesi dalla scadenza naturale del mandato della governance. Comunque, come ormai saprete, a fare un buco nell’acqua sono stati diversi programmi.

Il "Mercante in fiera" mangerà il panettone

Il “Mercante in fiera” ridotto al lumicino mangerà il panettone, ma il suo conduttore Pino Insegno non riceverà in dono a gennaio “L’eredità” proprio a causa dei magri ascolti raccolti con il giochino di Raidue: non si poteva metter in pericolo uno degli show cassaforte. In compenso, è notizia di queste ore, anche se manca ancora l'ufficialità, Insegno non rimarrà a mani vuote: per lui è pronto dal prossimo giugno "Reazione a tena" e di conseguenza potrebbe essere Liorni, a prendersi in carico "L'Eredità". ma non è ancora detta l'ultima parola: potrebbe anche essere richiamato Insinna.

“Liberi tutti”, esperimento fallimentare di game ispirato alla “escape room”, è stato chiuso dopo tre puntate con una coda di tristezza per l’incolpevole conduttrice Bianca Guaccero. “Fake show” di Max Giusti ha resistito tutte le puntate, ma è stato pochissimo apprezzato dal pubblico.

In bilico ora è “Avanti popolo”, il talk di Nunzia De Girolamo che martedì è sceso addirittura sotto il due per cento di share e che si è attirato gli strali di ben trecento giornaliste e intellettuali per come ha condotto l’intervista alla ragazza violentata a Palermo.

Dopo il taglio di Bianca Guaccero, chi è a rischio

Un ragionamento si sta facendo anche su “Che sarà” di Serena Bortone che fa fatica a tenere il passo di Fazio sul 9 e Gramellini su La7 nelle sere del weekend. Ma la causa della frenata Rai non è imputabile solo a questi show.

Che dire del lunedì sera del terzo canale rimasto scoperto dopo la fine delle puntate di “Presa diretta”? In attesa che arrivi il nuovo programma di Salvo Sottile (“Gotham” dal 27 novembre) si mandano in onda film in una rete che dovrebbe essere tutta dedicata all’approfondimento e alla divulgazione. Comunque a sostenere la cara e vecchia Rai restano le fiction che incontrano ancora grande attenzione da parte del pubblico e i game e gli show storici, come “Tale e quale” "Ballando con le stelle”, “Reazione a catena”, “Affari tuoi” e ovviamente il ciclone mattutino di Fiorello che sta riportando su gli ascolti del derelitto secondo canale.

Ma, a parte gli ascolti - che comunque pesano alla fine della stagione sulla raccolta pubblicitaria - l’azienda è ora impegnata sul fronte della diminuzione del canone passato da 90 a 70 euro per accontentare le richieste di Salvini. Il governo ha stanziato gli introiti mancanti (420 milioni all’anno per tre anni) attraverso altre canali di sovvenzione, però comunque la scelta è una minaccia alla stabilità finanziaria dell’azienda.

 E comunque, alla fine, non cambierà l’esborso complessivo dei contribuenti per mantenere la televisione pubblica, ma il taglio potrà essere una bandiera sventolata dalla Lega in campagna elettorale. A tutto ciò si aggiunge l’ultima “narrazione” che impazza sui giornali negli ultimi giorni sul conflitto che si sarebbe creato tra l’ad Roberto Sergio e il dg Giampaolo Rossi, i cui mandati scadono quest’estate e si racconta che infuria la lotta tra i due su chi farà l’amministratore delegato nella prossima gestione. Cose che succedono quando la nave barcolla. L’importante è che ora entrambi i timonieri mettano la barra a dritta.

Foto Ansa

10/11/2023