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Al mare in burkini: la clamorosa protesta delle donne a Trieste per solidarietà con le musulmane

Una manifestazione dopo le critiche a alcune donne musulmane entrate in acqua vestite. Un flash mob per dire no alla discriminazione

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La libertà è potersi svestire ma anche vestire, come e quanto si vuole.

Partendo da questo sacrosanto principio, che deve garantire a tutti e tutte la possibilità di andare al mare e fare i bagno scegliendo liberamente il proprio "costume", un centinaio di donne (ma anche qualche uomo) ha fatto il bagno nelle acque dello storico lido balneare Pedocin, con i vestiti addosso.

Il motivo della manifestazione

Una sorta di flash mob dal valore simbolico a sostegno di quelle donne musulmane che nei giorni precedenti avevano fatto il bagno in burkini e per questo sono state sepolte di criticate.

Domenica dunque le triestine in tutta risposta si sono appellate alla difesa della libertà della donna. Le musulmane infatti erano state accusate di scarsa igiene nel fare il bagno con i "vestiti puzzolenti" con cui erano a casa e poi in autobus e poi il gettonatissimo grido razzista "Tornatevene a casa vostra!".

Le reazioni

La manifestazione è stata organizzata grazie al tam tam sui social. Ma oggi è intervenuto il senatore e coordinatore della Lega Friuli Venezia Giulia Marco Dreosto che ha accusato la sinistra e le donne Verdi di non aiutare l'integrazione. Ma la risposta è stata che la "solidarietà e sorellanza possono aiutare le donne musulmane nell'integrazione, non altri divieti".

Gianfranco Schiavone, presidente di Ics, che si occupa di migranti, ha ricordato la Convenzione europea dei diritti dell'uomo: "Sancisce una inderogabile libertà della persona a manifestare il proprio credo in pubblico, anche attraverso l'abbigliamento". 

Un luogo storico

E' successo al lido Lanterna che i triestini chiamano familiarmente Pedocin. Per un retaggio dei primi bagni di mare del secolo scorso, il lido ha mantenuto la divisione maschile e femminile della spiaggia. 

La risposta è stata affidata a un cartello: "Inquina di più un vestito o una nave da crociera?". E sì, perché ogni giorno quella stessa costa vede il continuo attracco delle enormi navi da crociera.

Altri cartelli recitavano:

"La biodiversità è bella" e "Al Pedocin vogliamo stare in pace".

La manifestazione è proseguita con il bagno in mare vestite, e formando un grande "cerchio di riconciliazione". 

L'intervento del Nurah Omar, vicepresidente Associazione culturale islamica di Trieste,

"Se una donna italiana non musulmana avesse deciso di andare al mare vestita o di coprirsi per ragioni di salute o perché non si sente a suo agio con il proprio corpo, non ci sarebbe stata nessuna discussione".

E invoca la libertà di ciascuno di vestirsi come preferisce, purché "una scelta personale libera".

21/08/2023