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Purgatori e Borsellino, una coincidenza per due cercatori di verità. L'ultimo desiderio del giornalista

Il magistrato e il giornalista se ne sono andati nello stesso giorno a 31 anni di distanza. E Purgatori aveva voluto che proprio oggi andasse in onda l'ultima puntata della sua "Atlantide" dedicata a Borsellino

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Se ne è andato lo stesso giorno della strage di via D’Amelio. È morto anche lui il 19 luglio proprio come Paolo Borsellino, lo stesso al quale ha dedicato una delle puntate più belle e urticanti (sì, perché la verità sa esserlo eccome) di “Atlantide”. La puntata che ha chiuso la scorsa edizione del suo programma su La7 e che per sua espressa volontà andrà in onda proprio questa sera.

L'ultimo desiderio di Andrea Purgatori

L’ultimo desiderio di Andrea Purgatori che chiude il cerchio con la coincidenza beffarda di essersi arreso alla malattia fulminante che lo ha stroncato a 70 anni nello stesso giorno in cui Paolo Borsellino e la sua scorta venivano fatti saltare in aria da una Fiat 126 imbottita di tritolo dalla mafia e dai suoi mandanti occulti. Proprio su quei mandanti, sulla zona d’ombra di in una lunga e vergognosa storia giudiziaria fatta di depistaggi, falsi pentiti e mezze verità, si era appuntata l’attenzione e lo sforzo investigativo di Purgatori, giornalista di razza e fuoriclasse del reportage d’inchiesta. “Questa sera, nel suo mercoledì, andrà in onda l’ultima puntata di Atlantide sulle stragi di mafia fatta assieme e trasmessa a maggio per chiudere la stagione. Una puntata a cui Andrea aveva lavorato con tutte le sue forze e la sua tenacia in condizioni già non facili”, scrive con il cuore a pezzi l’amico Andrea Salerno, direttore de La7. “Era una replica che avevamo pianificato assieme per ricordare l’attentato di Via D’Amelio. Voleva così e così sarà”.

Due instancabili cercatori di verità

Un ultimo lascito che è obbligo rivedere per poter apprezzare il lavoro due instancabili cercatori di verità, che non si sono mai arresi davanti al muro di gomma dei poteri occulti, della criminalità, di chi ha interesse che la storia d’Italia sia costellata di misteri destabilizzanti, di chi sulla paura ha fondato il suo potere. Borsellino lo ha fatto dalle procure più difficili d’Italia, quelle della Sicilia condannata a essere contropotere e ricatto mafioso, Purgatori dal mondo del giornalismo, nel quale prima nel Corriere della Sera e poi a La7 ha saputo ritagliarsi uno spazio di libertà e di contro-informazione.

Antieroi che alla ribalta preferivano gli atti del proprio lavoro

Perché a ben guardare a unire Borsellino e Purgatori non è soltanto la coincidenza di una data macabra ma lo stesso modo di intendere la vita e la propria professione. In queste ore i loro due nomi rimbalzano sui social con ricordi affettuosi, con dediche piene di affetto e riconoscenza, con stralci di discorsi e interviste che negli anni avevano rilasciato. Due segugi delle piste meno battute, due viaggiatori in “direzione ostinata e contraria” avrebbe detto De André, due antieroi che alle luci della ribalta hanno sempre preferito il racconto secco e crudo fornito dai loro atti, fossero avvisi di garanzia o inchieste che instancabilmente riportavano a galla ciò che era stato sepolto da anni di interessato silenzio. Paolo Borsellino lasciò tre figli, così come Andrea Purgatori. Ma oggi in Italia siamo tutti orfani.

19/07/2023