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Carol uccisa e fatta a pezzi, ma era “disinibita”: i giudici evitano l’ergastolo al colpevole. Bufera di polemiche

L’uomo è stato condannato, come si ricorderà, a 30 anni. Nel gennaio 2022 aveva ucciso Carol Maltesi a martellate e con una coltellata alla gola. “Si è reso conto che la giovane e disinibita Carol Maltesi si era in qualche misura servita di lui”. Le reazioni

di Redazione

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E’ stato condannato a 30 anni per aver ucciso a martellate e con una coltellata alla gola l'11 gennaio 2022 Carol Maltesi, 26 anni, a Rescaldina, nel Milanese, facendone poi a pezzi il corpo che fu trovato mesi dopo nel Bresciano, dentro alcuni sacchi dell'immondizia.

L’uomo ha evitato l’ergastolo e ciò sta scatenando una tempesta di polemiche. Soprattutto per le motivazioni. L'omicida "si è reso conto che la giovane e disinibita Carol Maltesi si era in qualche misura servita di lui per meglio perseguire i propri interessi personali e professionali e che lo aveva usato e ciò ha scatenato l'azione omicida". Questo avrebbero scritto i magistrati – come riportano le agenzie - per spiegare l'assenza di motivi futili o abietti a carico di Davide Fontana, bancario di 44 anni, che è stato condannato a 30 anni e non all'ergastolo (come chiedeva il pm).

Lanzoni di Pangea Onlus: “Stereotipi di genere”

E' sopratutto il termine 'disinibita' utilizzato nella sentenza, a ferire, soprattutto le donne. Simona Lanzoni, vicepresidente della Fondazione Pangea Onlus e coordinatrice della Rete Reama, parla di "stereotipi di genere che colpevolizzano una donna uccisa e giustificano il femminicidio tanto da diminuire la pena e rigettare la richiesta di ergastolo. Una sentenza che non rende giustizia a Carol e a tutte le donne vittime di violenza anzi, perpetra una ulteriore violazione da parte della magistratura che rappresenta lo Stato Italiano e la sua giustizia".

Le considerazioni sono tante. L'Italia - si fa notare - è già stata condannata dalla Corte europea dei Diritti umani di Strasburgo per giudizi stereotipati su una vittima di violenza il 27 maggio 2021. "Siamo profondamente indignate da questa sentenza - conclude Lanzoni - frutto di una cultura sessista che permea così profondamente la magistratura italiana. Ancora oggi chiediamo giustizia, che sia certa e scevra da ogni stereotipo di genere contro le donne".

Stefania Ascari (M5S): “L’Italia ha un grosso problema”

A protestare è anche Stefania Ascari, deputata del Movimento 5 Stelle e membro della Commissione Giustizia. "Carol Maltesi, ragazza di 26 anni - osserva la parlamentare - è stata massacrata, torturata, ammazzata in maniera atroce, nascosta in un congelatore e poi gettata dentro alcuni sacchi in un dirupo: i giudici negano l'ergastolo al suo assassino perché 'Lei era disinibita, lui si sentì usato, era innamorato perdutamente' e dunque agì senza premeditazione".

E a proposito di un altro caso avvenuto in una scuola romana, afferma: "Un collaboratore scolastico è stato assolto dall'accusa di violenza sessuale perché la molestia è durata 'solo una manciata di secondi'. Il presidente del Senato La Russa, seconda carica dello Stato, getta ombre su una donna che denuncia una violenza dopo 40 giorni. Non possiamo combattere la violenza sulle donne se nelle aule di giustizia e in quelle istituzionali questa viene ancora sottovalutata e non identificata, le vittime sono colpevolizzate e i carnefici o presunti tali deresponsabilizzati".

Per quanto riguarda l'omicidio Maltesi, per i giudici "Non vi fu premeditazione e nemmeno le aggravanti dei motivi futili o abietti e della crudeltà". Il movente di Fontana non fu la gelosia (la ragazza aveva anche altri rapporti che l'uomo accettava e insieme realizzavano video hard postati su OnlyFans) ma è da ricercarsi nel fatto che l'uomo "si rese conto che ormai, dopo averlo in qualche misura usato, Maltesi si stava allontanando da lui, scaricandolo" e andando a vivere altrove.

"L'Italia ha un grosso problema con la vittimizzazione secondaria e per questo è stata già condannata dalla Corte europea dei diritti umani nel 2021 - prosegue -. La violenza si ripete sempre uguale ma a noi ogni volta sembra di dover ricominciare da zero", afferma Ascari. "Immobili al punto di partenza. E intanto ogni tre giorni una donna viene ammazzata", conclude.

Valeria Valente (Pd): “Tristissima vicenda giudiziaria”

"Ciò che emerge dalla sentenza sul femminicidio di Carol Maltesi conferma ciò che abbiamo rilevato anche con la Commissione di inchiesta del Senato sul femminicidio e cioè che spesso le donne nelle aule giudiziarie diventano purtroppo vittime due volte. Giustificare in qualche modo l'uomo autore del reato, comprenderne le motivazioni e colpevolizzare la donna vittima, persino se ha subìto un femminicidio raccapricciante: è questa la cultura sbagliata, ingiusta, inaccettabile in cui nasce e si perpetua la violenza maschile, è questa la cultura che va cambiata", dice la senatrice del Pd Valeria Valente, già presidente della Commissione di inchiesta del Senato sul femminicidio, che aggiunge: "Al femminicida di Carol non è stato riconosciuto l'ergastolo perché i giudici non hanno riconosciuto l'aggravante dei motivi futili o abietti e della crudeltà, neppure di fronte al vilipendio del cadavere. E' chiaro che per valutare correttamente occorre sempre approfondire, ma se queste informazioni venissero confermate, ci troveremmo di fronte a una tristissima vicenda giudiziaria, di quelle che non vorremmo più vedere".

14/07/2023