Ada D'Adamo, la figlia malata e il tumore: la scrittrice morta resta in gara per il premio Strega
Mamma di una bambina con una grave malattia congenita scopre di avere un tumore: da lì nasce il suo primo romanzo che la lancia verso il premio letterario più prestigioso d'Italia. Ma lei muore due giorni dopo
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Ada D'Adamo in una foto su Facebook
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“Finirò col disciogliermi in te? Sono Ada. Sarò D'aria...”. Comincia così il primo e purtroppo ultimo romanzo di Ada D’Adamo, morta qualche giorno fa a soli 55 anni per un tumore. La morte è arrivata poco dopo essere stata candidata al premio Strega con la sua opera d’esordio “Come d’Aria” ed è impossibile in tutto ciò non leggerci un destino beffardo. Tanto più che quelle parole dell’incipit e l’intero romanzo è dedicato alla figlia Daria, affetta da una grave malattia congenita. Ada D’Adamo lo ha scritto nel giro di molti anni, raccontando la nascita e i primi anni di vita della sua bimba, ma anche la sua scoperta di avere un tumore, la necessità di doversi curare e la terribile consapevolezza che non sarebbe più riuscita ad avere un contatto fisico con la figlia. Uscito a gennaio 2023 per Elliot, “Come d’Aria” ha ricevuto immediatamente straordinari e unanimi consensi, a cominciare da Elena Stancanelli, che lo ha proposto al Premio Strega, e ne ha testimoniato la grandezza e l’originalità con queste parole: "incontrare questa storia è un dono". Oggi si sono tenuti a Roma, nel quartiere dell’Esquilino, i funerali di Ada D’Adamo ma la eco di questa storia così difficile da digerire continua sui giornali e sui social. Intanto come da regolamento, il romanzo resta in gara al Premio Strega 2023 i cui organizzatori hanno così commentato: "La morte di Ada D'Adamo ci rattrista profondamente. Non c'è stato il tempo di conoscerla, eppure l'abbiamo amata grazie al suo libro. Ecco, è una consolazione sapere che le parole della scrittrice potranno continuare a raggiungere i suoi lettori. Ai suoi cari va l'abbraccio commosso di tutto il Comitato direttivo del premio Strega".
La malattia della figlia e poi la scoperta del suo cancro
Il libro, dunque. Ada D’Adamo narra del suo rapporto con la figlia, il cui destino è segnato sin dalla nascita da una mancata diagnosi da parte di un medico. Poi, poco prima di compiere cinquant'anni, la scoperta che le stravolgerà ulteriormente la vita: si è ammalata a sua volta. Questa scoperta diventa occasione per lei di rivolgersi direttamente a questa ragazza magica e raccontarle la loro storia. Tutto passa attraverso i corpi di Ada e Daria: fatiche quotidiane, rabbia, segreti, ma anche gioie inaspettate e momenti di infinita tenerezza. Le parole attraversano il tempo, in un costante intreccio tra passato e presente. Ma “Come d'aria” assume tratti di universalità, perché ciò che interessa Ada D’Adamo, che era una danzatrice e coreografa, è il corpo. Quando si ammala non riesce ad accettare di non potere più tenere dietro a Daria. Riflette sulla beffa di avere una figlia che non controlla i suoi movimenti quando lei, con la danza, era consapevole del più piccolo moto della più piccola parte della sua mano. ''Per anni ha ricercato la grazia del gesto'', abituata a tenere sotto controllo anche ''la posizione di un mignolo'' e si ritrova alle prese con ''un corpo completamente fuori controllo, una schiena e una testa incapaci di stare dritte'' e alla fine anche con i danni al proprio corpo, per un grave tumore al seno.
Un viaggio nel dolore che si fa beffe e nell'accettazione
Il tono però non è vittimistico o straziante: il racconto si snoda asciutto e razionale. ''Ti voglio bene, voglimi bene pure tu'', anche perché ''per avere un figlio disabile ci vuole, innanzitutto, il fisico'', è impegnativo e faticoso. Le pagine sono impregnate di coraggio e volontà anche se non vengono taciuti i cedimenti e le paure. Ma a vincere è la lucidità nell’accettare la vita, nel soffrirne e gioirne imparando ogni giorno qualcosa con amore, quello che si da’ e quello che si riceve. In questo caso c'è la fortuna di essere sempre in tre, riuniti con le inziali proprio nel suo nome, Ada, che contiene al centro Daria e poi Alfredo, il compagno e papà, perchè la malattia può distruggere ma anche ''moltiplicare l'amore'' e vincere quei momenti in cui la normalità degli altri, la loro vita che scorre come prima, che non è cambiata, scava dentro la tua intima solitudine, e tu ti chiedi come hai fatto a non crollare. È una riflessione costante sui limiti imposti dalla nostra condizione mortale: la nascita di Daria, l'amore e la sofferenza per lei, le trasformazioni radicali che ha causato, l'arrivo del cancro sono passi di un percorso di dolore e rabbia, vissuto e descritto con progressiva accettazione e costante presenza. Per tutto questo, “Come d'aria” è un inno alla cura.
La vita di Ada D’Adamo
Nata a Ortona, in Abruzzo, nel 1967, aveva 55 anni. Laureata in Discipline dello Spettacolo e diplomata all'Accademia Nazionale di danza, Ada D'Adamo aveva scritto vari saggi sul teatro e sulla danza contemporanea. Grande esperta di libri per l'infanzia, collaborava come editor con Gallucci. “Come d’Aria” è il suo romanzo d’esordio.