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Tutta la verità di Federica Pellegrini, anche quella su Luca Marin, Filippo Magnini e i pregiudizi sulla libertà sessuale delle donne

Nella sua biografia “Oro”, l’atleta plurimedagliata affronta un tema che ancora oggi rivela un forte pregiudizio nei confronti delle donne che non sono libere di esprime la propria sessualità alla pari di un uomo

Foto Instagram e Ansa

di Redazione

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Se credevate di sapere tutto su Federica Pellegrini ricredetevi. Nella sua biografia, Oro, in uscita per La nave di Teseo ci sono le gare e la vita che non abbiamo mai letto prima in alcun giornale sportivo o di gossip. La nuotatrice ha presentato il libro ieri a Milano svelando "il legame tra evento sportivo e vita personale", senza nascondere nulla, compreso il momento di tensione quando lasciò Luca Marin per Filippo Magnini, nel pieno del ritiro azzurro ai Mondiali di Shanghai del 2011

La dolorosa verità

Prima di rivelare alcuni dettagli, "ci ho pensato due o tre volte ma - racconta alla Mondadori Duomo - avevo due strade: o un libro che avevano già letto tutti o una biografia, che non avrebbe avuto senso se non avessi messo persone che hanno fatto parte della mia vita. Alcune cose sono state dolorose da tirare fuori ma sono contenta di averlo fatto". E a chi le chiede se si aspetta delle reazioni, risponde sorridendo che "se ci saranno, saranno pubbliche, conoscendo i personaggi".

Il triangolo a bordo vasca e il pregiudizio

Ma la rievocazione di quell’episodio doloroso serve a fare luce su un pregiudizio che ancora oggi è molto diffuso: la sessualità di una donna non è libera come quella maschile. E infatti Federica si chiede: se fosse accaduto a un uomo? «Sono convinta che a parti inverse sarebbe stato diverso. Ma vedere un uomo che soffre e una donna libera, che si gode il suo nuovo amore, è più difficile da accettare». E poi c’è quella frase: “Posso scopare con chi voglio”. Locuzione non elegantissima che detta da un uomo o da una donna ha subito un effetto diverso. Quella frase Federica fu costretta a dirla nella sala di un albergo, convocata da federazione e da mezza squadra perché era passata da un fidanzato all’altro. Aveva lasciato Luca Marin appena arrivata a Shanghai e si era innamorata di Filippo Magnini. Da qui l’immagine di “circe”, di “mangia uomini” che l’è rimasta addosso perché donna. Perché un atleta che avesse lasciato una compagna di squadra per un’altra, per Federica avrebbe di sicuro avuto un trattamento diverso.

La bulimia e quelle foto “infelici”

Nel libro, scritto da Elena Stancanelli, Pellegrini non esita a ripercorrere alcuni dei momenti personali più difficili, come il problema con la bulimia, o il disagio procurato da alcuni titoli di giornali, quando a 17 anni "tutti mi attaccano perché ho pianto per un argento mondiale invece di essere felice", o da alcune scelte infelici, come un servizio fotografico per Sport Week, lo stesso anno, in cui viene ritratta come una femme fatale. "Ho solo 17 anni, sono minorenne, a prescindere dalla mia condizione fisica, quella sessualizzazione del mio corpo - si legge nel libro - è una violenza, mi umilia ed è assolutamente fuori luogo".

Le atlete “vallette”

Poi l'allora giovane promessa del nuoto lascia Milano, diventa grande, arriva la Nazionale: "Quando sono entrata in nazionale dicevano che le gare delle donne servivano a dare la pausa a quelle degli uomini. Da donna orgogliosa siamo riuscita a ribaltare le cose, a creare un movimento femminile molto forte con una voce, che è quello che mi premeva, perché nel bene e nel male, anche sbagliando termini o modi, ho sempre detto quello che pensavo e per me - sottolinea oggi - è stato fondamentale". 

Le sue spalle, croce e delizia

In copertina ha scelto di mettere una sua foto di spalle, ma non per nascondersi; "le spalle sono sempre state la mia fobia, l'oggetto della mia crescita professionale, queste spalle larghe, anche per aver sopportato diverse cose, personali e non nella mia carriera. Quando ho visto questa foto mi sono detta 'questa sono io'.. e poi la gente spesso riconosce più le mie spalle che me".

L'amore per l'acqua

Dopo aver passato 20 anni in vasca, il libro finisce con un dilemma: "Cosa mi darà la stessa adrenalina che mi ha dato questa vita? Niente, e ne sono consapevole e serena, ci sono altri progetti e questo libro è il più grande di quelli intrapresi dopo aver nuotato, ma so che la sofferenza che provavo nel pre gara non ci sarà più e quindi non ci potrà più essere quella gioia che provavo dopo". Rimane l'amore per l'acqua, quello sì: "è il mio elemento, lo è stato per 20 anni e non sono mai arrivata a odiarla, anche quando ho smesso l'ho fatto perché il mio fisico non ne poteva più". Ora c'è una Federica "in continua evoluzione", ma con alcuni punti fermi: "credo che la percezione della donna di successo nello sport stia cambiando ma che ci sia tantissimo da fare, io lo sto facendo e continuerò a farlo - conclude - con nuovi progetti a livello sociale".

19/05/2023