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"Le amebe non scrivono romanzi": che cosa racconta in "Tre ciotole" Michela Murgia

Adesso che le luci della ribalta sono calate, andiamo a leggere cosa scrive alla fine della sua breve ma intensissima vita

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L’abbiamo vista in mille interviste, osannata ma anche odiata, con l’odio riservato solo ai leader politici, non agli scrittori. Adesso che le luci della ribalta sono calate, andiamo a leggere cosa scrive alla fine della sua breve ma intensissima vita.

Nel suo ultimo libro “Tre Ciotole”, (Mondadori, 2023) Michela Murgia racconta vite diverse che in qualche modo si intrecciano, tutte con la loro crisi particolare, e la risposta diversa che danno. Risposte mai disperate, piuttosto: astute, vigliacche, lucide.

Che gli esseri umani siano individui complessi glielo ricorda il medico le diagnostica la sua malattia: “Mi ha detto che scrive romanzi, un bellissimo lavoro, ma è molto complicato. Nessuna specie in natura lo sa fare, solo gli esseri umani. Conosce altre lingue oltre l’italiano? (…)

Preferirebbe non saper fare nessuna di queste cose a patto di non ammalarsi mai? Gli organismi unicellulari non sviluppano neoplasie, ma non imparano lingue. Le amebe non scrivono romanzi.”

Uno stile brillante che esprime un pensiero forte e provocatorio, parole che incidono la pagina con riflessioni continue. La casalinga perfetta dalla doppia vita: “Agli uomini di quanto sei brava a cavartela non importa niente, ti preferiscono quando hai bisogno di loro”.

La moglie devota al capezzale del marito in coma: “Se mi avvicinavo sentivo solo il suo respiro sottile, come nelle conchiglie senza più ospite, dove credi di sentire il mare e invece il mare non c’è. Non so se Dio mi chiederà conto di aver creduto più alla sua misericordia che alla scienza.”

E nell’ultimo racconto la protagonista è una donna che raduna gli amici della sorella appena morta, perché ognuno di loro prenda un ricordo dal suo guardaroba: “Quando anche l’ultimo invitato se ne era andato col suo bottino di stoffa, si sedette sotto un albero e pianse in silenzio tra le ombre dei rami sempre più distese, mentre il vento calante lasciava i vestiti rigidi sulle grucce, pelli di rettile, mute del serpente che era stata sua sorella, velenosa e calda, piena di spire.”

18/08/2023