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La legge contro la violenza sulle donne 'Codice Rosso', Laura Boldrini a sorpresa: 'Ecco perché rischia il flop'

'In “Codice Rosso” non si investe nemmeno un centesimo'. L'ex presidente della Camera sarà a Verona: 'Ma di certo non al Congresso delle Famiglie che riunisce lobby oscurantiste e retrograde'. E attacca Salvini e Giorgia Meloni: 'Un minimo di coerenza non guasterebbe'

La legge contro la violenza sulle donne Codice Rosso Laura Boldrini a sorpresa Ecco perché rischia il flop

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Parla sottovoce Laura Boldrini perché è in aula alla Camera in una pausa della discussione sul disegno di legge “Codice Rosso”. Ma la voce dell’ex presidente della Camera, ora deputata tra le fila di “Liberi e uguali”, è piena di grinta. “Perché quella che si sta facendo è pura e semplice propaganda. Peccato che avvenga sulla pelle delle donne”.

Che cosa non va nel disegno di legge “Codice Rosso”?
“Questa legge si propone di offrire una corsia preferenziale per i processi sui maltrattamenti e sullo stalking, oltre che di aumentare le pene per i reati di violenza nei confronti delle donne. Insomma, si vorrebbero abbreviare i tempi. Peccato che non si investa nemmeno un centesimo per consentire agli uffici giudiziari di avere una tabella di marcia più veloce. Ora come ora non sono in grado: mancano gli strumenti, le strutture, il personale. Il “Codice Rosso” rischia di essere un flop: non avrà l’impatto che pretende di avere ma in compenso avrà illuso tante vittime”.

Come voterà?
Ogni proposta che mira a tutelare la sicurezza delle donne mi troverà sempre d’accordo ma in questo caso hodeciso di astenermi. Purtroppo non sono state investite risorse sulla sicurezza delle donne. Non sarebbe serio da parte mia perché i provvedimenti a costo zero sono destinati a fallire. Condivido l’esigenza ma non il modo di attuarla. Tra l’altro non è realistico, come invece prevede il disegno di legge, che la Procura abbia tre giorni di tempo per sentire la vittima che denuncia: bastava ragionare in termini di urgenza, senza dare il termine perentorio di tre giorni.

Il 29 marzo a Verona inizia il contestatissimo Congresso mondiale delle Famiglie. Quale tra le idee propugnate dalle associazioni che vi partecipano secondo lei è più pericolosa?
“Le associazioni che partecipano a questo congresso hanno il pieno diritto di farlo. Ciò che è grave è che un ministero abbia dato il patrocinio e che vi partecipino esponenti del Governo. Questo Congresso si propone di togliere dei diritti ad altri gruppi sociali, come gli omosessuali, e di riportare le donne alla sola dimensione domestica. Tra costoro c’è chi vuole mettere fuori legge il divorzio e criminalizzare l’aborto, che sono leggi dello Stato. È semplicemente assurdo che dei ministri vadano laddove si vogliono sottrarre i diritti di alcuni gruppi sociali. Tra i partecipanti ci sono associazioni che bollano le donne che ricorrono all’aborto come “assassine”, che ritengono che i mali delle nostre società siano dovuti al fatto che le donne lavorano: ma come si può ragionare in questo modo?”.

Dove sarà lei il 29 marzo?
“A Verona. Parteciperò ai lavori di “Libere”, un incontro che vuole promuovere un’altra idea di società e della donna e vuole promuovere l’occupazione femminile e difendere i diritti ottenuti con decenni di battaglie. Il Congresso di Verona vuole riprodurre per il futuro il vecchio modello della donna solo come moglie, casalinga e madre. E sa qual è la cosa più grave?”.

Quale?
“Voler far passare il concetto secondo cui la famiglia tradizionale oggi sia minacciata. Ma stiamo scherzando? Nessuno dice che le persone non si debbano sposare, né che le donne non debbano per forza fare figli o abortire. Nessuno si senta in pericolo se i diritti vengono estesi anche ad altre categorie di persone”.

Siamo nel campo del maschilismo o semplicemente in quello di una rinascita della destra?
“Siamo al ritorno al passato”.

Il Movimento 5Stelle può essere coinvolto nella vostra battaglia di presidio dei diritti civili? Vede degli spazi?
“Il Movimento 5Stelle è totalmente succube della destra. Basta pensare che ha firmato il disegno di legge Pillon che propone una visione patriarcale del matrimonio e un arretramento della cultura giuridica. È vero che Di Maio ha preso le distanze dal Congresso di Verona, ma poi quelli che contano sono i fatti”.

I ragazzi e le ragazze vi seguono?
“Il movimento per i diritti è molto sentito dai più giovani. Basta pensare alle 200.00 ragazze che erano in piazza lo scorso 24 novembre nella manifestazione contro la violenza sulle donne o quelle coinvolti nei comitati per il no a Pillon o ancora quelli che hanno partecipato alle manifestazioni ambientalistiche. C’è una grande mobilitazione”.

E la sinistra? Ha fatto ciò che doveva per presidiare e per preservare i diritti civili?
“Nella scorsa legislatura abbiamo approvato le Unioni civili, una svolta storica. Oltre che il primo decreto contro il femminicidio e la Convenzione di Istanbul. Oggi per la prima volta dal 1946, da quando è nata la nostra Repubblica, c’è un’offensiva senza precedenti. Non è solo italiana, ma globale. Dietro il Congresso di Verona ci sono lobby statunitensi, filorusse, esponenti ultraconservatori di diversi Paesi. E davvero non si capisce cosa c’entrino certi nostri politici che vivono in modo “contemporaneo” con queste associazioni”.

A chi si riferisce?
“A Matteo Salvini, ad esempio. Ma anche a Giorgia Meloni. C’è chi è divorziato, chi convive, chi ha più figli da relazioni diverse. Vorrei capire cosa c’entri tutto questo con la cosiddetta “famiglia tradizionale” che si basa sul sacramento del matrimonio e sul principio del “finché morte non ci separi”. Un minimo di coerenza non guasterebbe”.

 

 

 

 

27/03/2019