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Relazioni precoci e legge sul consenso: cosa dice davvero e perché è importante conoscerla

Età del consenso in Italia: cosa prevede davvero la legge e perché è fondamentale conoscerla per tutelare i minori e prevenire abusi

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Manifestazione in memoria di Martina Carbonaro  -ansa
di Redazione Milleunadonna

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Il tragico caso di Martina Carbonaro, la 14enne di Afragola (Napoli) uccisa dal suo ex fidanzato, ha riavviato un acceso dibattito pubblico sulla tutela dei minori e sull’età del consenso in Italia.

Durante gli Stati Generali sull’ambiente a Napoli, il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, ha suscitato polemiche parlando della giovane e del suo fidanzamento iniziato a 12 anni. Il governatore ha detto: «Ho letto che era fidanzata da due anni con un ragazzo, cioè da quando aveva 12 anni. Non so… È difficile». A rispondergli è stata l’influencer e attrice Valeria Angione, che ha replicato duramente: «Il problema non è l’età di lei, ma chi l’ha ammazzata. Non mi sento di dare la colpa alla ragazza per essersi fidanzata così giovane, mi fa male sentir dire queste cose. È il ragazzo che l’ha ammazzata».

Questa controversia porta in primo piano un tema spesso poco chiaro per molti: l’età del consenso in Italia e cosa prevede la legge a tutela dei minori.

Sai davvero cosa dice la legge sul consenso in Italia?

L’età del consenso è l’età minima in cui una persona può esprimere legalmente un consenso valido a una relazione di tipo intimo. In Italia, questa età è fissata a 14 anni.

Significa che una persona di almeno 14 anni può decidere liberamente di intraprendere rapporti sessuali con un altro individuo consenziente, senza che questo costituisca un reato per l’altra parte.

Se si tratta di minori, la legge prevede che due minorenni possano avere rapporti sessuali consensuali a partire dai 13 anni, con una differenza di età massima di 4 anni. 

Ma quando è reato:

  • Atti sessuali con un minore di 14 anni:
    L'atto sessuale con un minore di 14 anni è sempre considerato reato, indipendentemente dal fatto che ci sia un consenso.
  • Assenza di consenso:
    Se un atto sessuale è compiuto senza il consenso libero e consapevole di una persona, anche se di età maggiore, è considerato reato, come lo stupro o la violenza sessuale.
  • Vizio del consenso:
    Anche se una persona ha compiuto 14 anni, se il suo consenso è stato ottenuto attraverso inganni, minacce o violenza, l'atto è comunque considerato reato. 

Queste regole sono pensate per tutelare il corretto sviluppo psico-fisico dei minori e per prevenire abusi da parte di persone in posizione di potere o con differenze di età significative.

Età del consenso: ignorarla non è una scusa

Un punto fondamentale della legge è che il consenso deve essere valido e consapevole, ma quando si parla di minori di 14 anni la legge non riconosce piena capacità di intendere e volere riguardo ai rapporti sessuali.

Questo significa che, anche se un minore sembra consapevole o esprime un consenso, la legge non lo considera valido fino al compimento dei 14 anni, per tutelare il suo pieno sviluppo psicologico e fisico.

Chiunque intraprenda una relazione con un minore ha il dovere di verificare l’età. Non basta una bugia, una svista o un profilo social ingannevole per giustificare comportamenti illeciti.

La responsabilità penale è chiara: chi ha dubbi deve accertarsi con ogni mezzo dell’età reale della persona coinvolta.

Conoscere cosa dice la legge sul consenso significa sapere quali sono i propri diritti e quelli degli altri, soprattutto in un’epoca in cui la socialità online e offline spesso si mescolano e l’età può non essere sempre immediatamente chiara.