È stato Aldo Cazzullo a fare l’ultima intervista a Ornella Vanoni e l’ha proposta nel suo Una giornata particolare: la puntata è stata preceduta da un’esclusiva di 50 minuti che è così diventata la testimonianza definitiva della cantante morta giovedì scorso. L’intervista è stata realizzata meno di un mese fa per gli impegni dell’artista che, fino all’ultimo si è divisa fra discografia e promozione. Una lunga chiacchierata in cui Vanoni ha ripercorso con Cazzullo la sua vita, i suoi amori, la sua famiglia, la rivalità con Mina.
L’amore più grande
Gli amori importanti nella sua vita sono stati quattro, «il più grande, in fondo non l’ho mai lasciato», ed è stato quello con Gino Paoli: «Ricordo il primo incontro, era tutto vestito di nero. Bello? No. Mi avevano detto che scriveva canzoni di merda ed era frocio, mentre di me dicevano che portavo sfiga ed ero pure lesbica». Insomma, pareva fossero fatti l’uno per l’altro. Fu allora che lei gli chiese di scriverle un brano e lui compose «Senza fine», uno dei più grandi successi di Ornella Vanoni.
I tradimenti
La loro è stata una storia di passione ma «anche quella che fa soffrire». La loro relazione fu uno scandalo perché lui era sposato, eppure la tradiva: «Sentivo odore di altre donne, sentivo già odorino di Stefania (Sandrelli)». Uno strano connubio con lui che pretende lei vada a trovarlo a Roma proprio per conoscerla: «Voglio che tu viva la vita che sto vivendo — mi disse. Mica facile, ma l’ho fatto». Poi il tentato suicidio di Paolo: «Andai a trovarlo in ospedale di notte, per non farmi notare dai fotografi».
Il primo vero amore
Ma il primo grande amore di Vanoni era stato Giorgio Strehler, «veniva sempre nel nostro corso di teatro al Piccolo». Un giorno le disse che la amava follemente: «Farò la più bella regia della mia vita perché adesso ci sei tu: quella dichiarazione è stata una deflagrazione, non capivo cosa fosse l’amore, è arrivato come un dardo, ha squassato la mia corazza. In quel momento sono nata io, è nata Ornella». Anche lui era sposato e «fu uno scandalo tremendo». La relazione finì quando lei andò a Spoleto, nel regno di Visconti, e «io gli metto le corna, con chi non lo dico. Sono tornata e non volevo più stare con Giorgio. E le ragioni non te le racconto».
Le nozze di Ornella Vanoni
Nel 1960 sposò Lucio Ardenzi, anche se non lo amava: «Non poteva credere che rinunciassi a Strehler per lui, mi sono sposata vestita di giallo, con un cappello così, come la moglie di Trump». Dall’unione è nato il figlio Cristiano, padre dei due amatissimi nipoti di Ornella che alla fine con Cazzullo ha realizzato una vera carrellata di immagini e ricordi, fino agli incontri con Mina, di cui rimane la memoria delle partite a carte. «Era accanita, io per una questione forse genetica non riuscivo nemmeno a tenere le carte in mano. Buttavo la carta sbagliata e lei mi mandava a quel paese». Poi la lite: dovevano fare insieme Milleluci, ma Mina scelse Raffaella Carrà. Ornella Vanoni la chiamò al telefono: «Allora è vero che sei vigliacca».
La religione e la morte
Vanoni ha pure confermato di avere amato anche una donna («il corpo femminile è attraente ma faticoso»), e ha raccontato di quando era rimasta con 30mila lire sul conto («ho dovuto vendere la casa più bella di Milano, ma sono felice lo stesso. Sono una persona serena»). La religione? «Credo in Cristo, che è un uomo come noi, non in Dio». E la morte? «Vorrei essere io a decidere: quando non avrò più niente da dare a nessuno, la vita non mi arriverà più». Eppure, a tutti è parso che lei avesse ancora molto da dare, e ricevere.