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Martina Zola, tutta il papà, è campionessa: "Per anni le donne hanno rinunciato a questo sport"

La figlia di Gianfranco Zola: "La dedica? Ai miei genitori, alla mia famiglia, agli amici, a chi mi ha aiutato in questo percorso"

Foto Ansa e Instagram

di Redazione

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"Se sono contenta? Tantissimo. Anche perché c’erano campionesse esperte e accreditate. Per approdare così in alto ci si mette in gioco, si fanno rinunce e sacrifici, si soffre e si stringono i denti"

Martina ha la stessa tenacia di papà Gianfranco Zola. C'è addirittura chi dice che il merito è del suo temperamento sardo se è salita sul podio dei campionati Ibjjf Worlds No-Gi tenutisi a Las Vegas nell’ultimo weekend.

E' infatti arrivata terza ai Mondiali di Jiu-Jitsu di Las Vegas. Medaglia di bronzo nella categoria 125 libre (57 chili circa). 

“La prima volta fu un disastro”, ha raccontato di questo sport per molto tempo solo maschile "Molte donne ci rinunciano per il contatto ravvicinato con l’uomo. Non è un fatto di resistenza fisica o mentale, ma di scomodità".

Nata in Sardegna e cresciuta a Londra ha raccontato al Corriere della Sera: "Londra é la città che mi ha cambiato la vita, avevo 4 anni la prima volta. Poi siamo tornati in Sardegna quando ne avevo 11 e rientrati definitivamente in Inghilterra all’età di 16 anni. Sono legata alla cultura inglese, ormai é la mia casa, ma ogni sei mesi sento forte il bisogno e il desiderio di tornare nella mia terra, in Sardegna. Un po’ come papà”.

Lo Jiu-Jitsu

"Questa disciplina la possiamo pensare come a un viaggio che dura tutta la vita, favorisce la salute e la forza mentale in ogni fase della nostra quotidianità. I Mondiali sono stati la celebrazione dello stile di vita della disciplina. Non si tratta solo di allenarsi e gareggiare, ma di vivere e respirare l’arte dentro e fuori dalle gare. Io la vivo così".

E ha aggiunto: "Il Brasilian Jiu-Jitsu fa sì che corpo e cervello diventino una macchina sofisticata che associa concentrazione, astuzia e tecnica. Ma anche sport e stile di vita, equilibrio mentale e fisico, competizione e grinta. Inoltre, ci si sente legati da spirito, coscienza e inclusione creata dalla disciplina. La dedica? Ai miei genitori, alla mia famiglia, agli amici, ai colleghi e alle tante persone che mi hanno aiutato in questo percorso a dare tutto quel che ho".

Papà Gianfranco l'ha sempre incoraggiata

"Papà mi ha incoraggiata intuiva che quella ragazzina faceva sul serio ed era disposta a fare sacrifici. In questo sport ci vuole tanta forza e tanta tecnica. All’inizio perdi sempre. Mi arrabbio con chi assume steroidi, soprattutto tra i maschi, perché io mi alleno tutto il giorno per raggiungere degli obiettivi, come tanta altra gente".

28/12/2023