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La storia Carolina che a soli 31 anni sceglie il suicidio assistito: "Ho ricevuto tanto amore ma non basta"

In Italia il suicidio assistito non è disciplinato da un testo legislativo. Quello che sappiamo su questa materia delicata deriva da una sentenza della Corte Costituzionale

La storia Carolina che a soli 31 anni sceglie il suicidio assistito Ho ricevuto tanto amore ma non basta
di Redazione

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Questa è la storia di una giovane amazzone che sabato 23 marzo ha scelto il suicidio assistito. Il suo nome era Carolina March ed era un'amazzone inglese che dall'aprile del 2022 viveva paralizzata a causa di una lesione spinale dopo una terribile caduta da cavallo. Lei stessa ha annunciato con una lunga lettera pubblicata sui social la sua scelta. 

L'annuncio

La premessa al post: "Con profonda tristezza annunciamo la dipartita di Caroline avvenuta sabato, 23 marzo 2024. Desiderava lasciare questo ultimo post sperando che possiate capire appieno chi fosse lei veramente e la decisione che ha preso. Per cortesia, leggete il messaggio con mente aperta e siate rispettosi per il bene della sua famiglia e dei suoi amici".

Le ultime parole

Le parole della giovane: "Non so nemmeno da dove iniziare a scrivere questo. Idealmente, non vorrei dire nulla perché le persone che amo sanno, ma naturalmente tutti sentiranno il bisogno di esprimere la propria opinione. Io non ho mai capito l’ossessione della società per la longevità, e il bisogno di vivere il più a lungo possibile. Un famoso filosofo, Alan Watts, diceva: “Preferirei avere una vita breve piena di quello che amo fare, che una lunga vita passata in un modo miserabile”".

Ha poi concluso: "Il suicidio assistito è qualcosa in cui ho sempre creduto e ho sempre detto che se mi fosse successo qualcosa e se fossi stata costretta in una posizione in cui non avrei potuto avere la qualità di vita che volevo, avrei scelto quella strada. Non voglio mentire: non avrei mai immaginato di usufruirne, ma eccoci. Ho ricevuto tanto amore in questi anni, e vorrei che l’amore potesse ripararmi o rendere tutto sopportabile, ma non può".

Il suicidio assistito in Italia 

In Italia il suicidio assistito non è disciplinato da un testo legislativo. Quello che sappiamo su questa materia delicata deriva da una sentenza della Corte Costituzionale. Nel nostro Paese è vincolato al fatto che il paziente sia tenuto in vita da un trattamento di sostegno vitale. "Le legislazioni estere prevedono quali requisiti comuni: il compimento della maggiore età, la capacità di autodeterminarsi, l’essere affetto da malattie o condizioni irreversibili, fonti di sofferenze intollerabili", spiega Marco Cappato dell’associazione Coscioni, "Ma mai, in nessuna legge attualmente vigente nel resto del mondo, è previsto anche il requisito della dipendenza da un trattamento di sostegno vitale". Cosa significa questo? Per esempio che nel caso di Carolina non si sarebbe potuto applicare in quanto la ragazza non era in vita grazie a una macchina. 

Il caso di Dj Fabo e "il sostegno vitale"

La decisione della Corte costituzionale riguardo al caso di Dj Fabo non potendo sconfinare nel potere legislativo proprio del Parlamento, ha in qualche modo limitato al caso specifico la possibilità del suicidio assistito. Ossia, dal momento che Fabiano Antoniani era tenuto in vita da trattamenti di sostegno vitale, questo – con la sentenza 242/2019 della Corte costituzionale sul caso Cappato/Antoniani - è diventato un requisito necessario per poter accedere legalmente alla pratica in Italia. Questo requisito però risulta discriminatorio perché nel caso dei pazienti oncologici, anche terminali, questi non potrebbero accedervi non essendo attaccati a nessuna macchina che li tiene in vita. "Non sono dipendenti da un trattamento di sostegno vitale in senso stretto", ha dichiarato Filomena Gallo, segretaria nazionale dell’Associazione Luca Coscioni. "Ed è su tale requisito che nuovamente la Consulta è chiamata ad intervenire a seguito di questione di legittimità costituzionale sollevata dal Gip di Firenze a seguito dell’aiuto fornito a Massimiliano da Chiara Lalli, Felicetta Maltese e Marco Cappato". 

28/03/2024