Salta al contenuto principale

Cibo del dopo feste: cresce in Italia la cultura del consumo degli avanzi

Immagine

Leggi più veloce

Feste e consumi alimentari, un connubio che nelle società opulente si traduce quasi sempre in sprechi. Tipico delle società, in particolare occidentali, del dopoguerra, dove il benessere economico ha fatto dimenticare l’importanza di recuperare ciò che si è usato, sfruttare ciò che ancora può essere sfruttato, a non gettare via, come il cibo, ad esempio, cibo ancora buono che, fra supermercati, ristoranti, mura domestiche, finisce nelle discariche.

Fino a poco tempo fa gli italiani, secondo un’indagine di Coldiretti e dell’Istituto Ixé, gettavano “nel bidone” 76 chili a testa l’anno di prodotti alimentari, anche se tra le mura domestiche qualcosa ora è cambiata: sono, infatti, ormai sei italiani su dieci ad aver tagliato gli sprechi, introducendo nelle “abitudini alimentari” delle famiglie il consumo degli avanzi del giorno prima, facendo la spesa in “modo più oculato” e prestando maggiore attenzione alle date di scadenza. Una tendenza, in positivo, registratasi anche sotto le recenti feste natalizie, dove sulle tavole, secondo le stime di Coldiretti, sono rimasti mezzo miliardo di euro di avanzi, che molte famiglie hanno riutilizzato per “motivi economici, etici ed ambientali” per una “crescente sensibilità verso la riduzione degli sprechi”. Recuperare cibo, del resto, non solo fa bene al portafoglio, ma anche all’ambiente, grazie a una “minore produzione di rifiuti”.

Pertanto, perché disfarsi di polpette, polpettoni a base di carne o tartare di pesce? Preparazioni ideali, ricorda Coldiretti, per i piatti del giorno dopo. Così come la ratatouille o, ancora, le frittate, ottime se abbinate a piatti di verdura o pasta, e la frutta secca, che, se caramellata, può diventare un “ottimo torrone”, trasformando, invece, quella fresca in “pasticciate, marmellate o macedonie”.

Se gli italiani, nel privato, stanno cambiando abitudini, come si comportano quando mangiano, invece, fuori casa? Chiedono, cioè, la doggy bag con gli avanzi? Se non quando la bottiglia di vino? Secondo un’indagine di Coldiretti e dell’Istituto Ixé se il 20% chiede la doggy bag e il 12% lo fa raramente, il 25% ha ammesso di non farne richiesta poiché “non è educato” o perché “volgare”, “da poveracci” o perché si vergogna. E ancora, se il 28% ha dichiarato di non lasciare mai avanzi, il 15% ha confessato di lasciare gli avanzi al ristorante perché non saprebbe cosa farsene. 

In Italia, sebbene le cose stiano lentamente cambiando, c’è, come rivelato dall'indagine, ancora un blocco culturale nei confronti degli avanzi del cibo consumato lontano dall’intimità delle mura domestiche. Non così in altri paesi, dove sta diventando una sana abitudine, un’abitudine, così Coldiretti, che “non ha ancora contagiato capillarmente” il nostro paese, dove “permangono molte resistenze”. Ciononostante, la ristorazione si sta attrezzando. Una soluzione, per “evitare imbarazzi”, è, ad esempio, chiedere al cliente, mettendo a disposizione “confezioni o vaschette ad hoc”, se “desidera portare a casa il cibo o anche le bottiglie di vino non finite”.

In Francia, altro paese ostile alla cultura del contenitore con gli avanzi, intanto c’è stato il giro di vite, un’iniziativa del governo francese per contrastare gli sprechi di cibo della ristorazione francese, ben un milione di tonnellate l’anno. La normativa obbliga, infatti, i ristoranti con più di 180 coperti a mettere a disposizione dei clienti a fine pasto, e senza sotterfugi, la doggy bag, dove riporre gli avanzi del pasto.

Vero è che certi comportamenti, contrastati per pudore dai cittadini comuni, sapendoli di moda fra i vip, porterebbero i primi a cambiare atteggiamento non tanto per convinzione – spreco meno, inquino meno, risparmio di più – quanto per spirito di emulazione. Questi consumatori si sentirebbero confortati sapendo, ad esempio, che l’avvocato americano Michelle LaVaughn Robinson, moglie del presidente americano Barack Obama, o che la cantante Rihanna sono fan degli avanzi? “Nell’anno dell’insediamento alla Casa Bianca a luglio nella prima visita ufficiale a Roma” ricorda, infatti, Coldiretti “Michelle Obama ha scelto nel ristorante ‘I maccheroni’ un menu a base di assaggi di pasta alla carbonara, lasagna e amatriciana accompagnati di vino rosso e prosecco facendosi notare per la richiesta della ‘doggy bag’ con gli avanzi della cena come segnale contro lo scandalo degli sprechi alimentari, mentre la cantante Rihanna si è fatta fotografare all’uscita da un prestigioso ristorante di Santa Monica esibendo una bottiglia di Sassicaia non ancora svuotata del tutto”.

 

Abbiamo parlato di: 

Coldiretti Website Twitter Google+

Istituto Ixé Website Twitter

Michelle LaVaughn Robinson Website

Rihanna Website Twitter Facebook